16/05/2016
Alberto Losacco
3-02259

Per sapere – premesso che: 
la notizia dell'arresto di due maestre di una scuola materna pubblici: di Bari presso il quartiere Santo Spirito per maltrattamenti ai danni di alunni in età compresa tra i due anni e mezzo e i tre anni e mezzo di età ha suscitato enorme indignazione nella opinione pubblica; 
i bambini, come riportato dai mezzi di informazione, sarebbero stati schiaffeggiati, strattonati, presi a calci, hanno subito forti scossoni alle braccia; 
addirittura una delle due maestre arrestate per maltrattamento avrebbe spinto «così forte una bimba da farla sbattere di peso contro un banchetto, per poi rimbalzare all'indietro, perdere l'equilibrio e cadere in avanti, a pancia in giù, finendo rovinosamente con tutto il corpo e la faccia sul pavimento, rimanendo esanime per alcuni minuti, senza emettere gemiti o suoni di alcun tipo»; 
i reati contestati alle due arrestate risultano aggravati dall'avere commesso il fatto sia in violazione dei doveri inerenti all'esercizio di una funzione pubblica, quale quella educativa, all'interno di un istituto pubblico di formazione, sia dall'avere approfittato di circostanze di tempo, di luogo e di persona, anche in riferimento alla tenera età dei bambini, tali da ostacolare la pubblica e privata difesa, avendo le due maestre perpetrato le condotte in un'aula dotata di porta metallica, priva di vetri, così da non consentire a terzi di scorgere quanto accadesse al suo interno; 
le indagini, partite dalla segnalazione da parte dei genitori dei bambini, secondo la procura, avrebbero accertato l'abitudine del ricorso alla violenza, sia psicologica sia fisica, da parte delle due arrestate in danno dei piccoli allievi loro affidati, assunto quale usuale metodo educativo. E sono tuttora in corso al fine di accertare eventuali responsabilità di altri soggetti; 
tra il 31 marzo e il 22 aprile 2016 i carabinieri avrebbero accertato 37 episodi di maltrattamenti compiuti in 13 giorni effettivi di lezione; 
purtroppo non è il primo caso che sale alla ribalta sulle cronache nazionali e sempre più spesso si segnalano abusi ai danni di soggetti fragili come i bambini; 
da tempo si dibatte sulla opportunità di installare delle videocamere all'interno dei plessi scolastici al fine di prevenire atti e comportamenti violenti; 
sarebbe opportuna anche una formazione più attenta ai profili psicologici degli insegnanti anche a tutela delle altissime professionalità che si registrano nel nostro sistema scolastico considerato che una minoranza violenta non può minare la credibilità di un intero corpo docente –: 
se il Governo sia a conoscenza di quanto riportato in premessa e quali iniziative di competenza intenda adottare per evitare il ripetersi di simili episodi, nonché se intenda valutare se sussistano i presupposti per assumere iniziative volte a installare nelle scuole materne sistemi di videocamere in grado di monitorare la sicurezza dei bimbi. 

Seduta del 19 luglio 2016

Risposta del governo di Gabriele Toccafondi, replica di Sottosegretario di Stato per l'istruzione, l'università e la ricerca, replica di Alberto Losacco

Risposta del governo

Grazie, Presidente. Si assicura che l'argomento rappresentato dall'onorevole interrogante è all'attenzione di questo Ministero, tant’è che l'amministrazione scolastica è solita attivare tutte le verifiche rispetto a segnalazioni che possano arrivare tanto dai dirigenti scolastici quanto dalle stesse famiglie, che dispongono di una serie di opportunità di dialogo con l'amministrazione scolastica. Ciò ha già consentito e consente al MIUR di intervenire direttamente attraverso lo strumento delle visite ispettive ovvero con diverse azioni a supporto delle istituzioni scolastiche sedi di tali deprecati episodi. 
Si ricorda, inoltre, che, in relazione alla tutela sia fisica che morale dei bambini, rilevano a carico di chi commette abusi, oltre ai profili di responsabilità penale e civile, anche profili di responsabilità disciplinare. Il MIUR, con circolare n. 88 del 2010, ha diramato puntuali indicazioni sull'applicazione al personale scolastico delle nuove norme in materia disciplinare introdotte dal decreto legislativo n. 150 del 2009. Più in generale, a seconda della gravità dei fatti, la disciplina sanzionatoria prevede le misure della sospensione dal servizio e l'impiego di altri compiti diversi dalla funzione docente, sino al licenziamento. 
Per il caso specifico segnalato, relativo ad una scuola dell'infanzia di Bari, si precisa che le due docenti sono state sospese cautelarmente dal servizio a far data dal 13 maggio 2016 e fino al perdurare della condizione restrittiva della libertà personale. In data 23 maggio, è stata effettuata dall'Ambito territoriale per la provincia di Bari una formale contestazione di addebiti e contestuale sospensione del procedimento disciplinare, in attesa della definizione di quello penale. 
Non può che essere condivisibile, quindi, la proposta di valutare le misure di carattere preventivo a tutela dei soggetti deboli ospiti nelle scuole, come anche negli ospedali e nei luoghi di cura, anche attraverso il rafforzamento dei meccanismi già esistenti di controllo amministrativo da parte dei competenti organismi sulle attività professionali esercitate nelle stesse istituzioni scolastiche. 
In particolare, per quanto concerne lo strumento dell'installazione di sistemi di videosorveglianza nelle aule scolastiche, ritenuto uno tra i mezzi idonei di prevenzione a tutela dei soggetti deboli, corre l'obbligo ricordare come lo stesso comporta l'applicazione delle garanzie previste dal codice in materia di protezione dei dati personali. Si tratta, infatti, di rilevazione a distanza di immagini riproducenti persone che possono essere, direttamente o indirettamente, identificate. Per inciso, il codice contiene numerose disposizioni applicabili anche alla videosorveglianza, ma non contempla una specifica disciplina al riguardo. 
In assenza di disposizioni ad hoc, quindi, la regolamentazione si ricava dai principi e dalle regole generali dettate dal codice, nonché dalle pronunce in tale materia del Garante per la protezione dei dati personali, il quale ha emanato già diversi provvedimenti. Il più recente di questi, pubblicato nella Gazzetta Ufficiale del 29 aprile 2010, prende in considerazione settori specifici, quali luoghi di lavoro, ospedali, luoghi di cura e istituzioni scolastiche e pone stringenti prescrizioni a garanzia della privacy nei riguardi dei responsabili di questi luoghi nel caso in cui intendessero volontariamente installare sistemi di videosorveglianza. 
Pertanto, un'eventuale disciplina a carattere nazionale non potrebbe essere emanata in modo autonomo dal Ministero dell'istruzione, in quanto essa chiama in causa la più generale materia della tutela della riservatezza e della privacy tanto degli allievi quanto del personale scolastico, che richiede, pertanto, un intervento dei diversi organi all'uopo preposti. Tale tipo di intervento, inoltre, non può prescindere da un'interlocuzione formale con il Garante per la protezione dei dati personali, che dovrebbe, in tal caso, esprimere un parere per l'attuazione di tali misure, alla luce degli impedimenti previsti dall'attuale normativa in tema di tutela della privacy. 
Posto ciò, considerato il tema, è assolutamente meritevole di risposte adeguate. Il MIUR è, in ogni caso, disponibile ad adoperarsi con tutti gli organismi e le amministrazioni competenti per valutare misure che realizzino un equo e intelligente bilanciamento degli interessi in campo, ossia le primarie esigenze della sicurezza degli alunni con quelle di tutela della privacy delle persone, nel pieno rispetto dei principi di proporzionalità e necessità che sovraintendono ad ogni forma di trattamento dei dati personali.

Replica

Grazie, Presidente. Io ringrazio il sottosegretario Toccafondi per la risposta. L'atto di sindacato ispettivo ha avuto origine, appunto, da una notizia di cronaca che riguardava una scuola materna del quartiere Santo Spirito di Bari, ma è purtroppo evidente che casi simili non sono rare alle cronache e suscitano grande preoccupazione nella pubblica opinione. 
Da genitore, prima ancora che da parlamentare, attraverso le immagini, i video, i resoconti che leggiamo, anche in riferimento alle ordinanze di arresto, si avverte l'esigenza che la responsabilità pubblica si faccia carico di questo problema. Bambini che vengono schiaffeggiati, strattonati, presi a calci, vittime di una cattiveria esercitata all'interno della prima istituzione che mette in relazione le giovani vite con la dimensione pubblica. Episodi aggravati dal fatto che il reato avverrebbe sia in violazione dei doveri inerenti all'esercizio di una funzione pubblica, quella educativa, all'interno di un istituto pubblico di formazione, sia dall'avere approfittato di circostanze di tempo, di luogo e soggettive, considerando la tenera età dei bambini, tale da non consentire di individuare subito i maltrattamenti. 
Nel caso in oggetto, nel periodo compreso tra il 31 marzo e il 22 aprile 2016, quindi meno di un mese, i carabinieri avrebbero accertato 37 episodi di maltrattamento compiuti in 13 giorni effettivi di lezione: numeri che davvero lasciano sgomenti. Come diceva il Sottosegretario, da tempo si analizza l'opportunità di installare delle videocamere all'interno dei plessi scolastici, al fine di prevenire atti e comportamenti violenti, e qui alla Camera vi sono proposte di legge all'attenzione delle competenti Commissioni, sono state effettuate delle audizioni, vi sono i pareri dell'Autorità garante della privacy. Esiste un'importante sensibilità rispetto a questi temi, che coinvolgono milioni di famiglie tra studenti e operatori della scuola. Così come è sempre più avvertita la necessità di una formazione più attenta anche ai profili psicologici degli insegnanti, allo stesso modo va tutelato il ruolo e l'onore del corpo docenti, che non può essere minato da una sparuta e indegna minoranza. 
Già nelle scorse settimane sono intervenuto in quest'Aula in merito ad un caso di bullismo e colgo di nuovo l'occasione per chiedere al Governo, nell'apprezzamento e nella condivisione di quanto illustrato, la giusta attenzione a fenomeni crescenti di violenza, che purtroppo si registrano all'interno delle scuole e che non possono e soprattutto non devono essere sottovalutati. Siamo certi che, anche in ragione della sensibilità mostrata dal Governo per voce del Sottosegretario, si vigilerà ancora e si adotteranno tutte le iniziative volte a consentire la necessaria sicurezza per i nostri bambini all'interno delle scuole, anche a garanzia dell'importante e meritorio lavoro quotidiano che ruota attorno al mondo della scuola in tutte le sue articolazioni.