05/10/2023
Giovanna Iacono
BARBAGALLO, PROVENZANO, MARINO e PORTA
3-00711

l Ministro dell'agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste. — Per sapere – premesso che:

   in ambito nazionale la Sicilia rappresenta la quarta regione nel settore vitivinicolo e rappresenta la regione italiana con la maggiore superficie vitata a bio seguita dalla Puglia e dalla Toscana;

   nel panorama produttivo siciliano un ruolo particolare rivestono le cantine sociali, molte delle quali costituite sotto forma di cooperative di conferimento, che garantiscono i propri soci produttori contribuendo alla produzione di un vino di qualità apprezzato e riconosciuto anche sui mercati internazionali;

   purtroppo gli effetti del cambiamento climatico con eventi atmosferici estremi e stanno incidendo anche sul settore causando ingenti danni ad interi territori in cui l'enologia e la viticoltura rappresentano una voce molto importante per l'economia locale;

   particolare incidenza sta avendo la peronospora, malattia fungina determinata dalle frequenti e violente piogge che verificatesi in un particolare periodo della maturazione ha messo a rischio le produzioni in Sicilia e nel Sud;

   le misure di supporto e gli aiuti richiesti e ottenuti dalla regione risultano però non più sufficienti a scongiurare una crisi di comparto che avrebbe conseguenze devastanti sul piano della produzione, della qualità stessa della produzione e sulla intera filiera che rappresenta uno dei settori più dinamici e produttivi dall'isola in campo agroalimentare;

   rispetto alla vendemmia precedente si registra un calo di produzione del 30 per cento e questo dato evidenzia come la Sicilia sia la regione italiana che più di altre sta subendo una crisi di settore;

   associazioni di categoria, operatori, istituzioni hanno lanciato un grido di allarme sollecitando il Governo nazionale per ulteriori interventi a sostegno del comparto –:

   se il Governo sia a conoscenza di questa drammatica situazione e quali iniziative intenda assumere con la massima urgenza, anche in vista dell'imminente presentazione del disegno di legge di bilancio, al fine di prevedere misure ad hoc a sostegno del comparto vitivinicolo siciliano, al fine di tutelare una filiera strategica dell'agroalimentare nazionale e territoriale.

Seduta del 6 febbraio 2024

Risposta del Sottosegretario di Stato per l'Interno, replica Giovanna Iacono

NICOLA MOLTENI, Sottosegretario di Stato per l'Interno. Grazie, signor Presidente. Onorevoli deputati, considerata l'analogia degli argomenti trattati nelle interrogazioni degli onorevoli Iacono e Curti, rispondo in maniera congiunta, rappresentando quanto segue.

La peronospora della vite, causata dal patogeno Plasmopara viticola, è la malattia crittogamica più grave della vite poiché è in grado di attaccare tutti gli organi verdi della pianta, principalmente le foglie, i germogli e i grappoli, causando ingenti danni.

Affinché si verifichino le infezioni primarie, è necessario che in 24-48 ore cadano almeno 10 millimetri di pioggia, che vi sia un velo d'acqua sulla foglia per diverse ore e che i tralci siano lunghi almeno 8-10 centimetri. Iniziata l'infezione, si ha un periodo di incubazione di 4-15 giorni, a seconda dell'andamento climatico, dopo il quale compaiono i primi sintomi.

Per avviare le infezioni secondarie non è necessario che avvengano delle precipitazioni, ma sono sufficienti anche poche ore di bagnatura, specialmente con temperature medie elevate (23-24 gradi).

Il contrasto alla peronospora si basa sulla difesa chimica e su interventi agronomici mirati a ridurre i fattori predisponenti alla malattia. Ad esempio, è importante scegliere i vitigni poco sensibili al patogeno e ambienti sfavorevoli al suo sviluppo, tenere la vegetazione distante dal suolo, dove è presente una maggiore umidità, nonché evitare eccessi di concimazione azotata, che rendono più suscettibili gli organi vegetali.

L'inerbimento del suolo contribuisce alla riduzione del livello di umidità rispetto a terreni diserbati o lavorati in maniera convenzionale.

Com'è noto, i cambiamenti climatici degli ultimi anni hanno portato nel nostro Paese all'alternarsi di periodi di grande siccità e periodi di piogge intense e fuori stagione. In particolare, l'andamento climatico dell'ultimo periodo, caratterizzato da piogge intense e persistenti, ha creato le condizioni per l'ottimale sviluppo dell'organismo nocivo e non ha permesso l'accesso delle macchine nei vigneti per i trattamenti fitosanitari, determinando un aumento della pressione infettiva di uno dei funghi più aggressivi per la vite in diverse areali del territorio nazionale.

Ciò premesso, ricordo che, con l'articolo 11 del decreto legge 10 agosto 2023, n. 104, convertito con modifiche dalla legge 9 ottobre 2023, n. 136, recante “Disposizioni urgenti a tutela degli utenti in materia di attività economiche e finanziarie e investimenti strategici”, sono stati attivati gli aiuti del Fondo di solidarietà nazionale, di cui al decreto legislativo 29 marzo 2004, n. 102, a favore delle imprese agricole danneggiate. Le modifiche apportate dalla legge di conversione hanno permesso di disporre per gli interventi di sostegno di una spesa complessiva di 7 milioni di euro per l'anno 2023.

Le regioni interessate (Abruzzo, Basilicata, Calabria, Campania, Lazio, Marche, Molise, Puglia, Sicilia, Toscana e Umbria) hanno proceduto alla delimitazione del territorio, predisponendo le proposte di declaratoria a questo Ministero che, con l'emanazione dei relativi decreti, ha provveduto al riconoscimento formale di eccezionalità dell'evento.

A seguito della pubblicazione dei provvedimenti in Gazzetta ufficiale, gli agricoltori danneggiati potranno presentare le domande di aiuto che saranno precompilate a cura di Agea, la quale, una volta ricevute le domande, potrà procedere con l'istruttoria ed erogare le provvidenze previste dal Fondo di solidarietà nazionale a favore delle imprese agricole danneggiate, dando priorità alle imprese che, in coerenza con le buone pratiche agricole, dimostrano di aver sostenuto costi finalizzati a trattamenti preventivi di contrasto agli attacchi in questione. Oltre ai contributi in conto capitale, fino all'80 per cento del danno della produzione lorda vendibile ordinaria, le misure compensative del Fondo di solidarietà nazionale prevedono anche la proroga delle rate delle operazioni di credito in scadenza nell'anno in cui si è verificato l'evento calamitoso e l'esonero parziale fino al 50 per cento dal pagamento dei contributi previdenziali e assistenziali propri e dei propri dipendenti.

Il Fondo di solidarietà nazionale, tuttavia, rappresenta una soluzione parziale per garantire la continuità dell'attività imprenditoriale in caso di emergenza, sia per le complesse procedure attuative, sia perché vengono presi in considerazione solo i rischi di emergenze prevedibili. Per questo motivo, con l'ultima legge di bilancio, al comma 443, il Governo ha previsto l'istituzione presso il MASAF di un nuovo Fondo per la gestione delle emergenze in agricoltura, con una dotazione di 100 milioni di euro per ciascuno degli anni 2024, 2025 e 2026 per sostenere gli investimenti delle imprese colpite da tipi di calamità non prevedibili. Si tratta di risorse che il Ministero dell'Agricoltura potrà attivare tempestivamente attraverso una procedura snella ed efficace al verificarsi di ogni nuova emergenza, che costituisca un pericolo per il settore agricolo, agroalimentare, zootecnico e della pesca.

Con uno o più decreti del Ministero dell'Agricoltura, di concerto con il Ministro dell'Economia e delle finanze, previa intesa in sede di Conferenza permanente per i rapporti tra lo Stato, le regioni e le province autonome di Trento e Bolzano sono definite le condizioni di crisi, i beneficiari, i criteri e le modalità di erogazione delle risorse. Il Fondo emergenze in agricoltura consentirà dunque di dare risposte immediate alle nostre imprese agricole e della pesca grazie ad un affidabile sistema di protezione.

Vorrei sottolineare che questo nuovo strumento va ad integrare le misure di gestione del rischio in agricoltura già esistenti. Mi riferisco in particolare alle assicurazioni agevolate e al Fondo di mutualità nazionale AgriCat. A tale ultimo Fondo è stata assegnata una dotazione finanziaria pari a 2,87 miliardi di euro, dei quali 1,28 miliardi di risorse unionali.

GIOVANNA IACONO, Grazie, signor Presidente. Signor Sottosegretario Molteni, la ringrazio per la sua risposta a questa mia interrogazione, anche se la ritengo parecchio tardiva perché la mia interrogazione risale all'ottobre dello scorso anno, così come è tardiva rispetto agli accadimenti e agli eventi di cui si sta discutendo. Non possiamo essere soddisfatti dalla lettura di questa lunga relazione che - devo dire - nel metodo si discosta poco da quella che, poche settimane fa, il Sottosegretario D'Eramo, che mi aspettavo fosse presente oggi in Aula, ha letto in Commissione in risposta a un'altra mia interrogazione sulla grave crisi che ha colpito un altro settore importante del comparto agricolo in Sicilia, cioè quello dell'olivicoltura, per il quale – lo ricordo anche qui - avevamo chiesto anche la dichiarazione dello stato di emergenza.

La risposta non è soddisfacente perché tardiva e perché diciamo che è un elenco di provvedimenti con cui sono state stanziate risorse che sono oggettivamente insufficienti a coprire i danni subiti dal comparto a causa della peronospora determinatasi dalle frequenti e violenti piogge che si sono verificate in un particolare periodo della maturazione e che ha messo in ginocchio le produzioni in Sicilia e nel Sud Italia, e ha avuto anche una particolare incidenza.

In ambito nazionale la Sicilia rappresenta la quarta regione nel settore vitivinicolo e rappresenta la regione italiana con la maggiore superficie vitata bio, seguita dalla Puglia e dalla Toscana. Nel panorama produttivo siciliano un ruolo particolare rivestono le cantine sociali, molte delle quali costituite sotto forma di cooperative di conferimento, che garantiscono i propri soci produttori contribuendo alla produzione di un vino di qualità apprezzato e riconosciuto anche sui mercati internazionali.

Purtroppo gli effetti dei cambiamenti climatici, con eventi atmosferici estremi, stanno incidendo anche sul settore, causando danni ingenti a interi territori in cui l'enologia e la viticultura rappresentano una voce molto importante per l'economia locale. Le misure di supporto e gli aiuti richiesti e ottenuti dalla regione risultano non più sufficienti a scongiurare una grave crisi di comparto che avrebbe e sta già avendo conseguenze devastanti sul piano della produzione, della qualità stessa della produzione e sull'intera filiera, che rappresenta uno dei settori più dinamici e produttivi dell'isola in campo agroalimentare.

Rispetto alla vendemmia precedente si è registrato un calo di produzione del 30 per cento, e questo dato evidenzia come la Sicilia sia la regione italiana che più di altre ha subìto la crisi di questo settore, con danni stimati, lo si ricordava prima, per oltre 350 milioni.

Associazioni di categoria, operatori e istituzioni hanno lanciato un grido di allarme, sollecitando il Governo nazionale per ulteriori interventi a sostegno del comparto. La peronospora della vite ha causato danni significativi, troppi danni alle produzioni. Gli attacchi sono stati più gravi nei vigneti condotti con il metodo biologico, con perdite medie del 75 per cento per i vigneti da mosto e del 40 per cento per i vigneti da tavola.

Il danno totale alle produzioni da uva da vino in provincia di Agrigento, la mia provincia, è stato stimato in circa 160 milioni. A livello nazionale sono stati stanziati soltanto 7 milioni per fronteggiare questa emergenza, e le risorse messe a disposizione dalla regione Sicilia, ovvero 25 milioni per 2 anni, tradotte nella realtà - cito ancora, tra tutte, la mia provincia, quella di Agrigento, nella quale arriverà meno di un milione l'anno - si può comprendere facilmente, suddivise tra tutti i produttori e tutte le cantine, corrispondono sostanzialmente al nulla.

Aiuti che di certo non coprono il mancato reddito della viticoltura siciliana e che possono essere solo in parte considerati come incentivo per l'avvio della nuova campagna. Riteniamo questa risposta insoddisfacente perché, in un momento come questo, proprio nella contemporaneità di un evento che tutti conosciamo, quale lo sciopero degli agricoltori, non possiamo più accettare soluzioni tampone, né l'erogazione di risorse alla bisogna ed esigue a fronteggiare le crisi che sta subendo l'intero comparto. Non solo risultano insufficienti a coprire i danni, ma non sono idonee a favorire la ripresa delle attività e a tutelare una filiera strategica dell'agroalimentare territoriale e nazionale.