08/11/2016
Federico Massa
3-02610

 Per sapere – premesso che: 
con delibera n. 121 del 2001 il Cipe ha previsto, tra i «Sistemi stradali e autostradali», del «Corridoio plurimodale adriatico» l'adeguamento della strada provinciale 275 da Maglie a Santa Maria di Leuca, in provincia di Lecce; 
l'opera è stata inclusa nella intesa generale quadro tra il Ministero delle infrastrutture e dei trasporti e la regione Puglia, sottoscritta il 10 ottobre del 2003; 
il 21 novembre 2003 è stata sottoscritta, ai fini della realizzazione dell'opera, una convenzione nella quale si precisa che l'opera sarà integralmente finanziata dalla regione Puglia; 
il Cipe, con delibera n. 65 del 2007, ha approvato il piano degli investimenti allegato al contratto di programma 2007 tra Ministero delle infrastrutture e dei trasporti e Anas, nel quale l'opera è inserita con una disponibilità di 152 milioni di euro; 
in seguito ad un contenzioso giudiziario insorto tra regione Puglia ed Anas sul tracciato approvato, in data 3 marzo 2011 è stata sottoscritta un'intesa fra regione Puglia, Anas e la provincia di Lecce, nella quale è stato individuato il nuovo tracciato condiviso e una volta approvato l'Anas, ha espletato la relativa procedura di appalto; 
è insorto un complesso ed articolato contenzioso giudiziario definito, di recente, con sentenza del Consiglio di Stato n. 1798 del 2016 che rimette ad Anas la potestà di adottare il nuovo provvedimento di aggiudicazione, puntualmente definendo i criteri ed i parametri che, a tal fine, devono essere considerati; 
nel maggio del 2016, rispondendo alla Camera ad un'interrogazione sui tempi di realizzazione del raddoppio della strada statale 275, il Ministro delle infrastrutture e dei trasporti ha dichiarato che con Anac e Anas si sta valutando la situazione alla luce dell'ultima sentenza del Consiglio di Stato e delle numerose inchieste della magistratura contabile e penale; poi per la statale 275 Maglie-Leuca si seguirà lo stesso metodo seguito, con Anac, per garantire i cantieri dell'Expo di Milano e del Mose di Venezia. Il Ministro ha sostenuto altresì che quest'opera, purtroppo, è la prova di come in Italia opere pubbliche interamente finanziate possano incagliarsi per vent'anni tra burocrazia, ricorsi, progettazioni fatte male e bandi inadeguati, e che si sarebbe attivato con Anac per cantierizzarla al più presto; 
la delibera dell'Anac n. 909 del 31 agosto 2016, ha però segnalato la necessità che Anas effettui una verifica circa il permanere di un interesse pubblico alla realizzazione dell'opera; 
nell'ottobre del 2016 l'Anas ha proceduto all'annullamento degli atti della procedura; 
la struttura del progetto concordata nel 2011 è stata sempre confermata con l'inserimento della «infrastruttura strategica» in tutti i successivi atti di programmazione e la sua attuale validità non è mai stata posta in discussione dalla regione Puglia e dalla provincia di Lecce; 
è certo che i tempi della cantierizzazione non potranno essere né tempestivi né brevi, dovendosi necessariamente ripercorrere il relativo, complesso iter autorizzativo che implica una nuova valutazione di impatto ambientale; se, viceversa, la progettazione esecutiva deve rispondere all'attuale progetto definitivo, compreso il dimensionamento, non sussisterebbero le condizioni per l'annullamento della procedura –: 
quali iniziative il Ministro abbia posto, o intenda porre in essere, affinché la cantierizzazione avvenga in tempi brevi come più volte dichiarato dal Ministero e dall'Anas, perché venga sostanzialmente rispettato il protocollo di intesa già sottoscritto da Anas, regione Puglia e provincia di Lecce e affinché le risorse finanziarie già stanziate restino comunque vincolate alla realizzazione dell'opera e quali iniziative di competenza intenda assumere in relazione all'accertamento delle responsabilità, anche nell'ambito dell'attuale struttura di Anas, concernenti i gravi errori commessi nell'espletamento della procedura, con riguardo alla fase finale della stessa a valle delle diverse pronunce giurisdizionali.