31/07/2019
Raffaella Paita
BENAMATI, BRUNO BOSSIO, CARNEVALI, FERRI, MARCO DI MAIO, PEZZOPANE, CARLA CANTONE, FRAGOMELI, FASSINO, CIAMPI, MOR, SERRACCHIANI, MAURI, PIZZETTI, NOBILI, GARIGLIO e ANDREA ROMANO
3-00936

Al Presidente del Consiglio dei ministri. — Per sapere – premesso che:

   la questione del 5G assume per il nostro Paese una strategica rilevanza per il suo futuro e per lo sviluppo nell'ambito delle nuove tecnologie e delle sue applicazioni, a cui però corrispondono anche profili delicatissimi che attengono alla sicurezza, in particolare per il trattamento dei dati e per le dinamiche internazionali che si intersecano su tale questione;

   si tratta di una sfida per coniugare il sostegno all'innovazione e la indiscutibile necessità di sicurezza, tutelata dalle regole, poiché si tratta di una infrastruttura tecnologica che riguarderà tutti gli asset più delicati dell'Italia;

   l'obbligo di notificare al Governo la scelta di comprare apparati di rete da soggetti extra europei è sicuramente uno degli aspetti normativi che evidenzia l'elevato profilo di delicatezza che riveste tale ambito;

   si tratta infatti di infrastrutture strategiche per un «sistema Paese» e la scelta di individuare i soggetti proprietari di tale tecnologia merita un'analisi approfondita;

   si sa bene che l'Unione europea ha fino ad oggi lasciato ai singoli Paesi membri la scelta su come regolarsi in questo ambito anche se ha avviato un percorso che entro il mese di dicembre 2019, dovrà fissare alcuni «paletti» minimi di sicurezza per le infrastrutture;

   a tal proposito, si evidenzia come la decisione del Governo, che si evince dall'intervento del Sottosegretario Santangelo del 17 luglio 2019 in Commissione al Senato, di lasciar decadere il decreto-legge 11 luglio 2019, n. 64, recante modifiche al decreto-legge 15 marzo 2012, n. 21, convertito, con modificazioni, dalla legge 11 maggio 2012, n. 56, lascia abbastanza perplessi;

   era stato lo stesso Presidente del Consiglio dei ministri con una nota pubblicata su Facebook a sostenere che il nuovo decreto-legge delimita ancora più efficacemente le verifiche spettanti al Governo in caso di autorizzazioni di atti e operazioni societarie riguardanti le nuove reti di infrastrutture tecnologiche;

   in base a questo decreto le aziende avevano 10 giorni di tempo, a seguito della conclusione di un contratto o accordo con aziende e fornitori extra-Unione europea, per notificare alla Presidenza del Consiglio dei ministri una informativa completa, in modo da consentire l'eventuale esercizio del potere di veto o l'imposizione di specifiche prescrizioni o condizioni;

   la decadenza del decreto per affidare la complessa e delicata normativa ad un disegno di legge sul nuovo perimetro di sicurezza nazionale cibernetica sembra in controtendenza rispetto alla necessità di avere una tempestiva ed efficace normativa in grado di tutelare l'Italia in questo campo;

   ad oggi il testo del disegno di legge non risulta esser ancora pervenuto alle Camere, nonostante l'approvazione in Consiglio dei ministri di una settimana fa;

   l'Italia, a partire dalla scorsa legislatura, ha aumentato le risorse nel settore, anche per rafforzare la propria cyber security;

   ad oggi questa attenzione, nonostante gli annunci e le dichiarazioni da parte del Governo, non trova adeguata corrispondenza, anzi si vedono aprirsi preoccupanti falle nelle maglie della sicurezza nazionale;

   il combinato disposto di una oggettiva debolezza internazionale con una non adeguata capacità di difesa anche nell'ambito della cyber security espone il nostro Paese a evidenti rischi di ingerenze, frutto anche di pericolose ambiguità che il Governo, ad avviso degli interroganti, ha palesato nel corso di quest'ultimo anno –:

   quali siano le ragioni che hanno indotto il Governo a far sostanzialmente decadere il citato decreto-legge riguardante la Golden power, se escluda che tale decisione sia il risultato di condizionamenti internazionali e quali iniziative intenda assumere con la massima urgenza per rafforzare la cyber security del nostro Paese.