04/10/2017
Alfredo Bazoli
3-03292

Al Ministro della giustizia, al Ministro degli affari esteri e della cooperazione internazionale, al Ministro dell'interno. — Per sapere – premesso che:

in data 22 settembre del 2014 il tunisino Mootaz Chaanbi, sposato con l'italiana Daniela Bani con la quale viveva a Palazzolo (Brescia) insieme ai due figli minori, uccideva la moglie in modo efferato, con 37 coltellate inferte in camera da letto, pur essendoci in casa uno dei figli minori; subito dopo l'omicidio, e prima che il delitto venisse scoperto, il Chaanbi portava i figli da un conoscente, ritirava denaro dalla banca e prendeva un aereo per tornare in Tunisia, ove vive tuttora, e da dove ancora oggi mantiene contatti con conoscenti in Italia;

il 26 giugno 2017, dopo un processo in contumacia, la corte d'assise di Brescia condannava il tunisino a 30 anni di carcere per l'omicidio della moglie;

nonostante l'ordine di cattura europeo e la richiesta di estradizione già inoltrati, e le precise indicazioni fornite alle autorità tunisine per individuare la località in cui dimora, il Chaanbi è ancora libero e dalla località di latitanza posta tranquillamente sui social network immagini e dichiarazioni che rendono ancora più intollerabile ai familiari della donna uccisa, nonché all'opinione pubblica, la mancata esecuzione della pena inflitta –:

a che punto sia l'iter procedurale per l'arresto e per l'estradizione di Mootaz Chaanbi e, nel caso, quali ragguagli e chiarimenti intendano fornire in merito ai tempi previsti per il rientro del condannato in Italia per l'esecuzione della pena;

se il Governo, alla luce di questi fatti, e in particolare della forte attenzione da parte dell'opinione pubblica sulla vicenda, abbia assunto le necessarie iniziative di competenza per favorire una fattiva e concreta collaborazione tra le autorità nazionali e quelle tunisine, anche alla luce dell'adesione di entrambi i Paesi all'Interpol.