31/07/2018
Claudio Mancini
3-00118

Al Ministro della giustizia, al Ministro dell'economia e delle finanze. — Per sapere – premesso che:

   nel 2010, il presidente della provincia di Roma, pro tempore, Nicola Zingaretti, ha avviato un progetto per reimpiegare negli uffici giudiziari di Roma circa 80 lavoratori in cassa integrazione e mobilità, attraverso il centro per l'impiego di Roma: i cosiddetti «precari della giustizia» o anche «tirocinanti della giustizia». Il modello ha trovato larga diffusione in altre province e regioni italiane presso i relativi uffici giudiziari;

   con la legge di stabilità del 2013, il Ministero della giustizia pro tempore, facendosi carico dei numerosi tirocinanti a livello nazionale, ha garantito e finanziato un periodo di formazione di 5 mesi, poi prorogato, con la legge di stabilità 2014 prima, e con il decreto cosiddetto «milleproroghe» 2015 poi, sino al 30 aprile 2015, interessando circa 2.500 persone;

   con decreto del 15 ottobre 2015, il Ministro della giustizia, di concerto con il Ministro dell'economia e delle finanze, ha avviato una procedura di selezione, cosicché coloro che avessero partecipato ai diversi percorsi succedutisi nel tempo, potessero effettuare un ulteriore periodo di perfezionamento di 12 mesi nella struttura organizzativa denominata «ufficio per il processo», introdotta nel 2014. Detto decreto ha previsto però «criteri di priorità» per la formazione della graduatoria. Sono stati così impiegati presso l'ufficio per il processo 1.115 «tirocinanti», con un bando che ne prevedeva 1.502. Il percorso presso l'ufficio del processo è stato prorogato nel 2016 per l'anno 2017 e nel 2017 per l'anno 2018;

   tuttavia, circa 1.400 persone in tutt'Italia sono state escluse dai «periodi di formazione» presso l'ufficio per il processo, perciò le singole regioni hanno realizzato programmi alternativi per inserire i soggetti esclusi in altri uffici giudiziari: per il 2018 e il 2019 la regione Lazio ha infatti previsto la prosecuzione di tali «percorsi», prevedendo nel bilancio specifici capitoli;

   recentemente, l'eurodeputata Laura Ferrara ha presentato un'interrogazione in merito chiedendo alla Commissione europea di conoscere le misure «per tutelare questi lavoratori nonché per indurre il governo italiano a porre rimedio alla precarietà generata da tali tirocini». La Commissaria per l'occupazione, gli affari sociali e l'integrazione ha risposto che secondo la clausola 5 dell'accordo quadro sul lavoro a tempo determinato «gli Stati membri devono inoltre porre in atto misure di prevenzione degli abusi dei contratti a tempo determinato». «Il diritto dell'Unione non prevede tuttavia l'obbligo di trasformare i contratti di lavoro a tempo determinato in contratti a tempo indeterminato», ammonendo pertanto circa la reiterata e viziosa proroga di questi «programmi»;

   nel dicembre 2017, il Ministro della giustizia pro tempore ha annunciato di aver inviato la richiesta di procedere all'assunzione nel 2018 di 300 operatori giudiziari, «mediante le liste dei centri per l'impiego, operazione che consentirà una corsia preferenziale per i tirocinanti che hanno completato il percorso presso l'ufficio per il processo negli uffici giudiziari». Questa soluzione in realtà non coprirebbe neanche il bacino dell'ufficio del processo e, già nelle more dell'approvazione di alcuni provvedimenti legislativi (il cosiddetto «decreto milleproroghe» o la legge finanziaria per il 2019) sarebbe auspicabile l'aumento del numero dei posti messi a bando. Per gli eventuali esclusi si dovrebbe prevede un progetto nazionale con i fondi europei con il coinvolgimento delle Regioni, finalizzato all'efficentamento degli uffici giudiziari di tutto il territorio nazionale, prevedendo un percorso di contrattualizzazione e progressiva stabilizzazione;

   i «tirocinanti» della giustizia sono ormai da anni inseriti nei rispettivi uffici di adibizione e la loro presenza è fondamentale per il loro funzionamento –:

   se i Ministri interrogati siano a conoscenza di quanto esposto in premessa e quali iniziative urgenti intendano intraprendere considerata la fattuale non prorogabilità dei «percorsi di formazione»;

   se e quali iniziative misure e/o strumenti, anche di medio periodo, intendano adottare per rimediare alla precarietà dei cosiddetti «tirocinanti» della giustizia.