27/11/2017
Massimo Fiorio
3-03388

Al Ministro delle politiche agricole alimentari e forestali. — Per sapere – premesso che:

la sentenza della Corte costituzionale n. 139 del 14 giugno 2017 ha sancito che, per l'attuazione dei piani di controllo di cui all'articolo 19 della legge n. 157 del 1992, le «guardie venatorie dipendenti delle Amministrazioni provinciali» si possono avvalere «tassativamente» soltanto delle figure riportate nel medesimo articolo e conseguentemente: i proprietari dei fondi su cui si attua l'intervento, le guardie forestali e quelle comunali;

tal sentenza ha ritenuto illegittime alcune disposizioni della legge della regione Liguria n. 29 del 2015, che prevedeva di avvalersi anche di coadiutori appositamente abilitati;

il notevole incremento della fauna selvatica e la diminuzione esponenziale dei cacciatori ha reso necessario negli ultimi anni un ricorso sempre più frequente, da parte delle regioni, ai piani di controllo ed agli abbattimenti selettivi per far fronte agli ingenti danni provocati dagli animali alle produzioni agricole e perfino agli insediamenti urbani, anche nei territori preclusi all'esercizio venatorio;

i soli soggetti ricompresi nell'articolo 19 della legge n. 157 del 1992 non sono quindi attualmente in numero sufficiente per risolvere le gravi problematiche che il proliferare della fauna selvatica crea alle imprese agricole ed alla popolazione civile;

molte regioni sono già ricorse all'ausilio di operatori abilitati, appositamente armati, per contenere i danni della fauna selvatica;

la Conferenza delle regioni e delle province autonome ha approvato in questo contesto un ordine del giorno, in data 22 giugno del 2017, per introdurre modifiche alla normativa vigente in materia al fine di permettere alle regioni di poter continuare a ricorrere ad altre figure abilitate, oltre a quelle esplicitamente indicate dall'articolo 19 della legge n. 157 del 1992;

le associazioni venatorie hanno auspicato una rapida soluzione di questa problematica chiedendo l'approvazione di una norma per contenere la fauna selvatica, compatibilmente con la legislazione nazionale e comunitaria, le indicazioni del mondo scientifico, le esigenze della tutela animale e dell'ambiente, la sicurezza della popolazione e la salvaguardia delle imprese agricole –:

se il Ministro interrogato sia a conoscenza delle criticità esposte in premessa e quali iniziative di competenza intenda assumere al fine si sostenere le regioni nel contenimento della fauna selvatica, nel corretto adempimento delle norme di cui all'articolo 19 della legge n. 157 del 1992.

 

Seduta del 28 novembre 2017

Risponde Giuseppe Castiglione,sottosegretario alle Politiche Agricole, Replica Massimo Fiorio

Risposta

Signor Presidente, onorevoli colleghi, considerata l'analogia delle questioni che sono state rappresentate dall'onorevole Antezza e dall'onorevole Fiorio, che ringrazio, risponderò congiuntamente alle due interrogazioni.

Rilevo innanzitutto che il Governo è da tempo impegnato ad individuare delle valide soluzioni per sostenere le regioni nel contenimento della fauna selvatica. In tale direzione e anche al fine di elaborare una proposta di modifica alla legge n. 157 del 1992, su richiesta regionale, è stato istituito, in sede di Conferenza unificata, un tavolo di coordinamento di interventi territoriali in materia di danni da fauna selvatica - un tavolo che l'onorevole Fiorio conosce benissimo - a cui partecipano, accanto alle regioni e all'ANCI, anche i Ministeri competenti, il Ministero dell'agricoltura, il Ministero dell'ambiente e il Ministero della salute, oltre che l'istituto di carattere tecnico e scientifico, l'ISPRA.

In esito alle riunioni tenutesi nel corso di quest'anno, il tavolo di coordinamento ha elaborato un testo recante alcune proposte per la modifica dell'articolo 19 sul controllo della fauna selvatica, dell'articolo 18 sulle specie cacciabili e i periodi di attività venatoria della citata legge n. 157, nonché per l'introduzione di un articolo 18-bis sulla gestione faunistico-venatoria degli ungulati. Nello specifico, la modifica proposta per l'articolo 19 citato, in ossequio anche alla sentenza della Corte costituzionale n. 139 del 2017, consente alle regioni e alle province autonome di Trento e Bolzano di avvalersi per le operazioni di contenimento delle popolazioni faunistiche di operatori abilitati, che abbiano anche l'abilitazione e, soprattutto, previa frequenza di appositi corsi che sono stati validati o saranno validati dall'ISPRA. Il ricorso a tale figure realizzerebbe l'ampliamento, che è soprattutto un ampliamento condiviso al Ministero, dei soggetti che sono preposti al controllo del fenomeno cui fanno riferimento gli interroganti.

Quindi, questa proposta di modifica alla legge è stata esaminata anche in sede di Conferenza Stato-regioni, come ricorderà, il 27 luglio di questo anno, del 2017, anche con parere favorevole della Conferenza Stato-regioni. Si auspica che la questione possa essere sottoposta nel più breve tempo possibile all'esame del dal Parlamento.

 

Replica

Grazie, Presidente. Ringrazio il Governo per la risposta, perché credo che questo sia uno dei problemi che affliggono le aree interne in modo più devastante. I dati rispetto ai danni economici e, quindi, conseguentemente, ai danni sociali relativi alla fauna selvatica e, soprattutto, quelli provocati dagli ungulati, sono in numero crescente.

La scelta delle regioni di avvalersi anche di cacciatori per intervenire rispetto alle attività di selezione della fauna selvatica è stata bloccata, abbiamo visto, dalla sentenza della Consulta. Credo che l'iniziativa del Governo, di accelerare i lavori del tavolo e di consentire di avere una soluzione da portare, poi, nel Parlamento, in questo Parlamento, nel prossimo Parlamento, in modo che si modifichi la legge n. 157, sia una delle urgenze più forti e sentite dalle aree interne e dalle aziende agricole che stanno continuando a subire danni in modo pesante. Quindi ringrazio il Governo per l'attenzione e auspico davvero che il lavoro vada in modo forte in quella direzione.

Altro tema, se mi consentite, è la questione dei danni. In questo momento, sappiamo che è una bozza di decreto presso la Conferenza Stato-regioni e che sarebbe limitata soltanto alle aree protette. Noi crediamo che debba riguardare in modo più ampio tutte le aziende agricole che hanno subito danni devastanti in questi ultimi anni.