08/02/2017
Tamara Blazina
Malisani, Nicoletti, Brandolin, Gebhard, Garavini, Alfreider, Bruno Bossio, Giovanna Sanna, Malpezzi, Piccoli Nardelli, Francesco Sanna, Marguerettaz, Manzi, Narduolo
1-01504

La Camera, 
premesso che: 
come è noto, in Italia, sussistono diverse minoranze linguistiche, alcune delle quali cosiddette nazionali, che rappresentano una ricchezza per il tessuto culturale e sociale del nostro Paese e i cui diritti rientrano a pieno titolo nella più ampia sfera dei diritti universalmente riconosciuti e irrinunciabili; 
nonostante la Costituzione abbia previsto, all'articolo 6, che la Repubblica tuteli con apposite norme le minoranze linguistiche, tale riconoscimento è avvenuto solo con la legge n. 482 del 1999, recante «Norme per la tutela delle minoranze linguistiche storiche», che ha tutelato 12 minoranze, alle quali sono stati riconosciuti alcuni diritti fondamentali come ad esempio l'uso della lingua minoritaria nella pubblica amministrazione, l'insegnamento delle lingua minoritaria nelle scuole pubbliche, il finanziamento delle attività culturali, la diffusione di programmi radiotelevisivi nella lingua minoritaria e altro; 
lo Stato ed alcune regioni in cui risiedono le minoranze riconosciute si sono poi dotati di norme specifiche; lo stesso hanno fatto le regioni a statuto speciale per le tre minoranze cosiddette nazionali quella tedesca, quella francese e quella slovena – ossia quelle minoranze che si trovano nelle aree di confine a ridosso dei rispettivi Stati; 
l'Italia ha, inoltre, sottoscritto alcune importanti convenzioni internazionali che riguardano il rispetto dei diritti delle minoranze, tra le quali: la Dichiarazione universale dei diritti dell'uomo, la Convenzione quadro per la protezione delle minoranze nazionali, fatta a Strasburgo il 1o febbraio 1995, la Carta europea delle lingue regionali o minoritarie adottata dal Consiglio d'Europa il 5 novembre 1992; 
tuttavia, è da rilevare che, da un lato, molte delle norme in vigore non hanno finora trovato attuazione e, dall'altro, gli stessi fondi istituiti dalla legge n. 482 del 1999 sono andati in questi anni diminuendo in maniera esponenziale, per arrivare oggi a somme irrisorie, con le quali è diventato di fatto impossibile ideare risposte adeguate alle legittime esigenze degli appartenenti alle minoranze stesse; 
quest'ultima circostanza, in particolare, non ha consentito di sviluppare in modo coerente i programmi riferiti all'insegnamento delle lingue minoritarie, alla valorizzazione della cultura e delle tradizioni, nonché di dare continuità agli sportelli linguistici, aperti presso le singole amministrazioni comunali; 
gli appartenenti alle minoranze linguistiche ed etniche dovrebbero essere trattati dallo Stato come tutti gli altri cittadini, dando attuazione al motto di ogni vera democrazia: è dai diritti di una minoranza che traspare il grado di civiltà e giustizia di una maggioranza; 
è da rilevare, purtroppo, che nell'opinione pubblica, nel mondo della cultura, tra i media e tra le stesse forze politiche non si riscontra più un'adeguata sensibilità verso questo tema, a differenze della costante attenzione che esso ha ricevuto negli anni Novanta, come dimostrato anche dal fatto che molte delle stesse leggi approvate non tengono più conto in modo adeguato delle specificità proprie delle minoranze linguistiche; 
tale circostanza sta contribuendo a creare una progressiva assimilazione degli appartenenti alle minoranze, determinando così da un lato una forte discriminazione di tali soggetti e, dall'altro, il contestuale depauperamento della realtà multilinguistica e multiculturale del nostro Paese; 
è da più di quindici anni che il Parlamento italiano non è riuscito a ratificare la Carta europea delle lingue regionali o minoritarie, firmata dall'Italia nel lontano 2000, nonostante ci siano stati in questi anni diversi tentativi in tal senso; 
ad oggi risulta irrisolta la questione delle comunità Rom e Sinti, come ripetutamente sottolineato anche dal Comitato consultivo sulla Convenzione quadro per la protezione delle minoranze nazionali, organismo del Consiglio d'Europa che ha più volte richiamato il nostro Paese per i ritardi su questo tema,

impegna il Governo:

1) ad adottare ogni iniziativa di competenza volta a facilitare la ratifica della Carta europea delle lingue regionali o minoritarie entro la legislatura corrente; 
2) a dare piena attuazione alle disposizioni della legge n. 482 del 1999, anche valutando, laddove se ne ravvisi la necessità, l'opportunità di una sua rivisitazione ed implementazione; 
3) ad assumere iniziative per modificare il regolamento di attuazione della legge n. 482 del 1999 superando le rigidità delle disposizioni attuali, che sono incentrate soprattutto sul finanziamento degli sportelli linguistici; 
4) ad adottare ogni iniziativa utile volta a rifinanziare i capitoli di spesa relativi alla legge n. 482 del 1999 al fine di consentire alle minoranze di utilizzare tutti gli strumenti posti a loro disposizione dalla legge; 
5) a tener conto nella predisposizione di provvedimenti di iniziativa governativa, ed in particolare di competenza del Ministero dell'istruzione, dell'università e della ricerca, delle specificità proprie delle minoranze linguistiche; 
6) a ripristinare l'incontro annuale con i rappresentanti delle minoranze linguistiche presso il dipartimento per gli affari regionali e le autonomie della Presidenza del Consiglio dei ministri; 
7) a promuovere a tutti i livelli, ed in particolare nel mondo della scuola e della cultura, la conoscenza della storia e delle specificità delle minoranze linguistiche; 
8) a ricercare una giusta soluzione al tema dei Rom e dei Sinti, in sintonia con quanto previsto dagli indirizzi europei.