27/02/2015
Alessandro Mazzoli
Terrosi, Bonaccorsi, Martella, Ginefra, Miccoli, Folino, Ferro, Giuliani, Bargero
1-00748

La Camera, 
premesso che: 
il distretto di Civita Castellana è una delle più rilevanti realtà italiane nel settore della ceramica sia di uso domestico e ornamentale che igienico-sanitario. Acquisita la forma industriale negli anni Cinquanta, è stato ufficialmente riconosciuto dalla Regione con delibera di giunta n. 135 del 2002; 
si configura come «monosettorialità produttiva» per l'elevata concentrazione di aziende nonché per la quantità e la qualità dei prodotti. Comprende otto comuni, di cui sette della provincia di Viterbo: Castel Sant'Elia, Civita Castellana, Corchiano, Fabrica di Roma, Faleria, Gallese, Nepi e uno della provincia di Roma, Sant'Oreste; 
il Distretto produce circa il 52 per cento della produzione di ceramica sanitaria Nazionale e rappresenta circa il 2,5 per cento del mercato mondiale; 
per lungo tempo l'attività del distretto di Civita Castellana si è concentrata sulla produzione di stoviglierie e sanitari; 
a partire dalla seconda metà degli anni Novanta il settore delle stoviglierie è entrato in crisi a causa della competizione dei Paesi emergenti, in particolar modo della Cina; 
nel giro di alcuni anni il settore è sostanzialmente scomparso con la chiusura di numerose aziende e con la perdita di circa 1.500 unità di lavoro, costituite prevalentemente da manodopera femminile; 
a partire dal 2008 è entrato in sofferenza anche il settore degli articoli sanitari e di arredo bagno fondamentalmente per la contrazione del mercato a causa della crisi del settore immobiliare e del comparto edilizio a livello nazionale e internazionale; 
basti pensare che la riduzione dell’export ha registrato un calo medio dell'8 per cento e nel 2009 addirittura del 30 per cento; 
durante questo ulteriore periodo hanno cessato la loro attività circa 30 aziende e i livelli occupazionale si sono dimezzati passando dai 5.000 addetti del 2008 a 2.500 unità; 
in questi ultimi 2 anni hanno chiuso più di 10 imprese e perso il lavoro oltre 1.000 persone. Il tasso di disoccupazione femminile supera di quasi 10 punti percentuali quello maschile; 
secondo i dati della Filctem-Cgil aggiornati al dicembre 2014, sono stati licenziati o pensionati 2.022 lavoratori, dichiarati 243 esuberi, 266 lavoratori sono sottoposti a cassa integrazione guadagni ordinaria, 30 a cassa integrazione guadagni straordinaria, 45 a cassa integrazione guadagni straordinaria in deroga, 416 a mobilità in deroga, 257 a contratto di solidarietà. Su 74 aziende e sono state chiuse 30 e altre rischiano di chiudere nei primi mesi del 2015; 
le cause di questa condizione di peggioramento in termini di fatturato e di occupazione sono, tra le altre, la saturazione di mercato (specie dei due principali Paesi di destinazione dell’export del distretto/industriale: Spagna e Stati Uniti) la pressione fiscale elevata, gli alti costi di produzione e di acquisto delle materie prime e dell'energia e la mancanza di rete tra le imprese; 
i dati emersi dagli studi di economia e finanza realizzati e pubblicati negli ultimi mesi del 2014 e i primi del 2015 confermano che i distretti costituiscono un punto di forza dell'industria italiana. Si tratta in realtà di una delle leve principali del nostro Paese per riprendere una via di crescita, sviluppo e nuova occupazione. Sono stati premiati per la loro capacità di esportare, di effettuare investimenti diretti esteri, di registrare brevetti e marchi e per l'attività innovativa e di branding, intensificata ulteriormente negli ultimi anni; 
i principali fattori che differenziano le strategie delle imprese distrettuali rispetto alle altre imprese riguardano il piano dell'internazionalizzazione commerciale e produttiva, l'innovazione, la certificazione di qualità ambientale e dei marchi registrati a livello internazionale; 
si rende quindi necessaria l'attuazione di strategie differenti da parte delle imprese distrettuali, al fine di affrontare le sfide del cambiamento tecnologico e del mutato contesto competitivo. Il processo di selezione ha purtroppo penalizzato le imprese di piccola dimensione che non sono state in grado di elaborare un mix di strategie atte a garantire la sopravvivenza durante l'acuirsi della crisi; 
nel corso di questi anni le istituzioni locali, regionali e nazionali, d'intesa con le forze sociali hanno realizzato alcuni tentativi per dare una risposta alla gravità della situazione economica e alle difficoltà delle aziende del distretto; 
già nel 2007 è stato siglato un protocollo d'intesa fra regione Lazio, gli otto comuni del distretto, il Ministero dello sviluppo economico e la provincia, finalizzato a riqualificare la produzione distrettuale e nel contempo a riconvertire l'area con nuove iniziative industriali. Molte delle azioni individuate dal protocollo del 2007 non risultano essere mai state attuate a causa della conclusione anticipata della legislatura nazionale; 
più di recente regione Lazio si è impegnata ad attivare ogni utile strumento per favorire la partecipazione del Distretto alle opportunità di finanziamento con l'ausilio dei POR 2014/2020 dei Fondi Europei F.S.E. e FESR, e a promuovere azioni formative inerenti le professionalità ad esso legate; 
il piano prevede l'attuazione di azioni integrate volte a rafforzare l'internazionalizzazione dei comparti produttivi, la possibilità di promuovere progetti interregionali, nonché la partecipazione delle imprese a Fiere internazionali; 
nell'ambito della valorizzazione del Made in Italy una buona parte delle aziende del distretto, insieme all'università della Tuscia, hanno avviato le procedure di riconoscimento di qualità per i prodotti attraverso la definizione di un marchio identificativo del Distretto industriale di Civita Castellana. E in questi mesi è in corso l’iter di approvazione da parte della camera di commercio di Viterbo; 
il marchio, oltre a rappresentare un valore aggiunto per l'immagine del distretto, può sintetizzare tradizione, qualità, creatività e innovazione; 
le funzioni del marchio non sono solo di «garanzia» ma anche «evocative», capaci cioè di richiamare uno status symboldel prodotto e dello stile; 
le imprese hanno la possibilità, di formulare strategie di marketing proprio attraverso il marchio che permette al consumatore di identificare l'impresa e di ricollegare al prodotto determinate caratteristiche qualitative. Inoltre, il marchio rappresenta un forte incentivo nel mantenimento di elevati standard qualitativi dei prodotti offerti, stimolandole a investire nel continuo miglioramento dei prodotti/servizi; 
un'ulteriore contributo al settore ceramico è arrivato, in questi mesi, dalle misure di incentivazione per le ristrutturazioni edilizie e sostituzione di elementi di arredamento. Ciò che servirebbe è la definizione di incentivi all'installazione di apparecchi sanitari a elevata efficienza idrica. Dato che il 30 per cento di consumo di acqua è relativo all'uso di apparecchi sanitari e condizionato esclusivamente dalle caratteristiche fisiche degli stessi, sono stati proposti incentivi fiscali del 65 per cento per chi sostituisce i vecchi sanitari con quelli a elevato risparmio idrico, brevettati dalle aziende che rientrano nel distretto ceramico di Civita Castellana; 
la crisi del distretto risulta aggravata anche da specifici mancati interventi tecnici, da carenze infrastrutturali e dall'impianto di depurazione fermo nella zona industriale di Civita Castellana; 
accanto ai citati problemi legati alla fisionomia del distretto, più in generale, esiste la difficoltà delle piccole e medie imprese di dotarsi di un'efficiente e strutturata rete commerciale; 
in questo senso occorre un'iniziativa pubblica capace di sostenere un reale processo di internazionalizzazione del sistema imprenditoriale italiano, attivando innanzitutto i canali già esistenti e rendendoli efficaci per mettere in collegamento l'offerta delle imprese italiane e i mercati esteri, anche attraverso l'innovazione delle politiche di marketing e il potenziamento del web, quale strumento per la diffusione internazionale della produzione locale; 
è importante richiamare, inoltre, che nel territorio viterbese della Media Valle del Tevere, dove ricade gran parte della produzione ceramica del distretto industriale, nel 2013 è nato il biodistretto della via Amerina e delle Forre, un'area omogenea e integrata nelle sue diverse componenti naturali, economiche e culturali, e, insieme, un'organizzazione sociale costituita dai comuni di Civita Castellana, Corchiano, Gallese, Faleria, Calcata, Castel Sant'Elia, Nepi, Fabrica di Roma, Orte e Vasanello, dagli agricoltori biologici e dai portatori di interessi collettivi, il cui obiettivo è quello di diffondere, attraverso buone pratiche rurali, ambientali e sociali, un modello di sviluppo territoriale sostenibile, partecipato e condiviso. Frutto di un'intesa tra pubblico e privato, la nuova esperienza di governance territoriale del biodistretto, parte integrante della rete nazionale dei biodistretti Aiab e della rete internazionale delle eco-regioni e dei biodistretti (International Network of Eco Regions), intende promuovere, oltre al metodo biologico di produzione e consumo, criteri di sostenibilità e innovazione organizzativa e tecnologica nell'intero settore delle attività produttive; 
il 7 febbraio 2014, il Ministero dello sviluppo economico – in risposta all'interrogazione 4-03005 presentata da Mazzoli Alessandro il 19 dicembre 2013 – ha assicurato la propria volontà di intervenire per la riorganizzazione dell'industria della ceramica viterbese e di individuare gli obiettivi e le risorse necessarie per arrestare la tendenza negativa in cui versano le imprese del settore,

impegna il Governo:

ad adottare iniziative per ridurre i costi di acquisto dell'energia anche mediante interventi di efficienza energetica per le imprese; 
ad assumere iniziative per provvedere a una dotazione adeguata di risorse per finanziare il sistema degli ammortizzatori sociali; 
ad intraprendere un percorso di riduzione della pressione fiscale sulle piccole e medie imprese; 
a promuovere eventuali strategie di riconversione produttiva, quali fusioni, anche con imprese fuori del distretto, soprattutto per accogliere nuove attività nel campo della green economy, della decostruzione e dell'economia circolare, che consentano ulteriori traguardi di innovazione per il settore delle ceramiche che deve restare il tratto identitario della produzione del distretto, senza escludere la possibilità di investimenti in altri settori produttivi, come quello della trasformazione agroalimentare, valore aggiunto per l'intero territorio; 
a sostenere il marchio di qualità delle produzioni ceramiche del distretto di Civita Castellana, formulando strategie dimarketing che mirino alla valorizzazione dell'immagine delle aziende e del territorio; 
ad incentivare e facilitare l'accesso ai fondi [nazionali] ed europei; 
ad adottare iniziative al fine di sostenere le attività delle piccole e medie imprese all'estero; 
a promuovere l'installazione di sanitari efficienti a ridotto consumo di acqua assicurando l'incentivo del 65 per cento; 
a sostenere le attività di ricerca, sviluppo ed innovazione tecnologica d'interesse del settore mediante la collaborazione con le università e con enti di ricerca, anche per produrre ceramica di altissima qualità e low carbon, a basso contenuto di carbonio, al fine di mitigare gli effetti del cambiamento climatico; 
ad assumere iniziative per erogare servizi ad alto contenuto innovativo di formazione e di informazione; 
ad assumere iniziative per la definizione di un accordo di programma capace di fissare precisi impegni dei diversi livelli istituzionali come dell'insieme delle aziende del distretto.