31/10/2019
Susanna Cenni
Incerti, Braga, Orlando, Buratti, Critelli, Dal Moro, Del Basso De Caro, Martina, Morgoni, Pellicani, Pezzopane
1-00276

La Camera,

   premesso che:

    l'agricoltura è uno dei settori in cui i cambiamenti climatici esercitano una maggiore pressione. Gli effetti del cambiamento climatico sull'agricoltura sono evidenti soprattutto in relazione alla produzione agricola a causa delle modificazione nella condotta delle principali variabili che incidono sulle produzioni, come le temperature e le precipitazioni;

    una seconda area di crisi per l'agricoltura derivante dai cambiamenti climatici è rappresentata dalla sicurezza della catena alimentare in relazione soprattutto alla gestione della risorsa acqua e dall'accelerazione della diffusione di malattie e di contaminazioni nei prodotti agricoli e alimentari, causati da temperature e umidità più elevate. È necessario rivedere le tecniche d'irrigazione, migliorare l'efficienza nell'uso dell'acqua e ridurne le perdite;

    orzo, mais, manioca, palma da olio, colza, riso, sorgo, soia, canna da zucchero, grano: sono le dieci principali colture al mondo, e forniscono l'83 per cento delle calorie assunte con l'alimentazione. Vari studi hanno previsto che, in futuro, si assisterà a un'importante riduzione dei raccolti, se i cambiamenti climatici in atto dovessero proseguire con l'intensità attuale;

    per quel che riguarda l'Italia si prevede che nel Sud i periodi siccitosi saranno sempre più frequenti e allora colture estensive come il frumento duro potrebbero non essere più possibili. Per il mais la Pianura padana sarà preclusa e anche per la vite cambieranno le zone vocate, che già si stanno spostando sempre più in quota. Per questa ragione gli investimenti in ricerca, anche con le moderne tecnologie, assumono un'importanza cruciale per tutelare le varietà che hanno reso famoso il made in Italy;

    sono poi aumentati in maniera esponenziale il numero degli eventi meteorologici estremi riconducibili al cambiamento climatico, anche a carattere locale, che hanno determinato perdite economiche e danni al territorio; il rapporto «Cambia il clima cambia l'agricoltura» presentato a Cernobbio il 12 ottobre 2019 parla di 1336 fenomeni meteorologici estremi nel 2018 non comparabili, per numero, con nessun altro paese europeo e ben lontani dal dato riferito al 2009, pari a 145 eventi della stessa portata;

    se l'agricoltura e il cambiamento climatico si caratterizzano per una complessa relazione di causa-effetto, il settore agricolo è una parte essenziale della soluzione, svolgendo un ruolo chiave nelle strategie di mitigazione e adattamento. Un approccio integrato, trasversale è necessario al fine di trasformare una minaccia in un'opportunità di sviluppo a basse emissioni e climaresiliente;

    le dichiarazioni programmatiche pronunciate dalla presidente Ursula Von der Leyen davanti al Parlamento propongono un cambio di passo rilevante rispetto alle politiche di sviluppo sostenibile. In particolare, la presidente ha proposto un European Green Deal per fare dell'Europa il primo continente neutrale dal punto di vista climatico mediante l'attuazione di un piano straordinario su energia, investimenti e tutela della biodiversità nonché il rafforzamento dell'impegno per le aree rurali e l'agricoltura sostenibile;

    anche il Governo italiano ha annunciato tra le sue priorità la realizzazione di un New Green Deal, che, in coerenza con gli obiettivi dell'Agenda 2030 e delle Nazioni Unite, comporti un radicale cambio di paradigma culturale in cui tutti i piani di investimento pubblico che dovranno avere al centro la protezione dell'ambiente, il ricorso alle fonti rinnovabili, la protezione della biodiversità e dei mari, il contrasto dei cambiamenti climatici;

    l'agricoltura è un comparto strategico per il raggiungimento di questi obiettivi. Il settore, come molti indicatori testimoniano, condotto con modalità intensive assume un peso non trascurabile per quanto riguarda le emissioni che generano cambiamento climatico, su cui l'Unione europea ha assunto obiettivi vincolanti di riduzione. Sono principalmente due i blocchi emissivi importanti: uso di fertilizzanti azotati e zootecnia intensiva;

    il settore agricolo è profondamente influenzato e dipendente dalle politiche e dalle norme dell'Unione europea. La politica agricola comune (Pac), che finanzia il comparto primario, negli anni è stata orientata a rispondere a vari obiettivi di sviluppo. Oggi è necessario che la Pac contribuisca ad accelerare la trasformazione ecologica e sociale dei sistemi agricoli e alimentari anche mediante meccanismi mirati favorire l'ingresso di nuove generazioni di agricoltori e la promozione di attività agricole produttive ed ecologiche. La Pac dovrebbe quindi rafforzare la filiera alimentare, la produzione di alimenti sani e sostenibili, ridurre le perdite e gli sprechi alimentari, tutelare le aziende agricole familiari custodi di pratiche agricole diversificate e fonte di lavoro;

    in vista della conclusione del percorso che porterà all'approvazione della Pac per il periodo 2021-2027 bisogna concentrare il dibattito nazionale sulla correzione di alcune distorsioni con l'obiettivo di: riformulare la nuova architettura del greening affidata alle autorità nazionali; affrontare la sostenibilità dell'agricoltura nazionale ed europea; remunerare gli agricoltori per la protezione degli ecosistemi, per la tutela delle acque, dei suoli e dell'atmosfera, per la difesa dei caratteri distintivi del paesaggio; affrontare il grande tema dello spopolamento delle aree rurali; sostenere le aziende agricole di piccole dimensioni; legare i finanziamenti alle strategie imprenditoriali promosse dagli agricoltori e quindi premiare le scelte produttive che diffondono beni pubblici ambientali e sociali come ad esempio l'uso di metodi agrari sostenibili; promuovere politiche indirizzate al mantenimento e alla crescita dell'occupazione e alla tutela delle comunità rurali; incoraggiare le nuove generazioni a interessarsi del settore agricolo; sostenere i modelli di produzione fondati sull'ecologia e la sostenibilità socio-ambientale;

    l'agricoltura si è evoluta sensibilmente nel corso degli ultimi anni di pari passo con lo sviluppo tecnologico e l'introduzione di innovazioni. L'agricoltura di precisione rappresenta uno strumento strategico per il futuro dell'impresa agricola permettendo il miglioramento delle prestazioni ambientali, con la riduzione dell'uso di fertilizzanti, fitofarmaci, acqua, combustibili fossili, una ottimale gestione del terreno, un miglioramento della qualità del prodotto e un abbattimento dei costi di produzione. Seppure, agli inizi, la rivoluzione digitale dell'agricoltura italiana è un processo inesorabile capace di promuovere effetti in grado di cambiare la fisionomia del settore agricolo. Per avviare un nuovo corso di promozione dell'innovazione è necessario pertanto favorire i processi di sostegno all’«agricoltura 4.0»;

    le imprese agro-alimentari che hanno investito nelle tecnologie green esportano il 7,5 per cento in più rispetto a quelle che non hanno fatto questi investimenti. Un andamento che evidenzia la capacità del settore agroalimentare di intercettare la nuova domanda globale di alta qualità e tipicità nell'alimentare ma anche di interpretare l'attenzione alla sostenibilità sociale e ambientale;

    la promozione dell'agricoltura biologica è un altro strumento di protezione della biodiversità e di mitigazione del clima. Tale sistema produttivo permette un utilizzo efficiente delle risorse naturali, poiché riduce l'uso dell'acqua e dell'energia, favorisce la diversità biologica e sviluppa maggiori resistenze ai fattori biotici e abiotici di disturbo. L'Italia è, oggi, il secondo Paese nell'Unione europea per superficie agricola investita a biologico, che ha raggiunto 1.908.653 ettari segnando un +6,3 per cento rispetto al 2016;

    una spinta verso la sostenibilità arriva anche da strumenti dell'economia contrattuale come i contratti di filiera, in grado di valorizzare l'operato delle aziende agricole e, contemporaneamente, agire sulla tutela dell'ambiente, del paesaggio e del benessere animale, senza tralasciare l'impatto sociale delle iniziative;

    il ricambio generazionale rappresenta una delle principali questioni da affrontare nel settore agricolo. La senilizzazione del settore costituisce un freno alla competitività a causa della minore propensione all'innovazione e agli investimenti, ma anche un rischio di carattere ambientale legato all'abbandono della terra e alla conseguente mancata gestione del territorio. Negli ultimi anni sono stati messi in campo numerosi strumenti per rendere il settore agricolo attraente per i giovani. Tuttavia, molto si deve ancora fare. Serve pertanto avviare un dibattito al fine di individuare le cause del fenomeno e, ove possibile, definire le strategie più opportune per un'inversione di rotta che favorisca il ricambio generazionale;

    gli agricoltori europei che praticano un'agricoltura sostenibile e s'impegnano per una difesa della risorsa primaria sono ancora una minoranza, ma il fatto che siano in grado di vivere senza sovvenzioni specifiche a supporto del loro impegno per la sostenibilità e che un numero sempre maggiore di consumatori si rivolga a loro per la propria alimentazione dimostra che le loro scelte possono avere un futuro. Occorre valorizzare i consorzi tra agricoltori che garantiscono sistemi di produzione alimentare sostenibili, che applicano pratiche agricole resilienti, che aiutano a conservare gli ecosistemi, che rafforzano la capacità di adattamento ai cambiamenti climatici, alle condizioni meteorologiche estreme, alla siccità, alle inondazioni e agli altri disastri e che migliorano progressivamente il terreno e la qualità del suolo;

    i distretti del cibo, istituiti con la legge n. 205 del 27 dicembre 2017, costituiscono un nuovo modello di sviluppo per l'agroalimentare italiano. Sono nati per fornire a livello nazionale ulteriori opportunità e risorse per la crescita e il rilancio sia delle filiere che dei territori nel loro complesso. Si tratta di uno strumento strategico mirato a favorire lo sviluppo territoriale, la coesione e l'inclusione sociale, favorendo l'integrazione di attività caratterizzate da prossimità territoriale, a garantire la sicurezza alimentare, a diminuire l'impatto ambientale delle produzioni a ridurre lo spreco alimentare e a salvaguardare il territorio e il paesaggio rurale attraverso le attività agricole e agroalimentari. La legge di bilancio 2018 ha stanziato 5 milioni di euro per l'anno 2018 e di 10 milioni di euro a decorrere dall'anno 2019. Da molte parti è atteso un segno di continuità, anzitutto nel mantenere – se non incrementare – le risorse già assegnate;

    presentando alle Commissioni agricoltura riunite di Camera e Senato le linee programmatiche il Governo ha ribadito la necessità di favorire processi di innovazione sostenibile, di riduzione degli sprechi alimentari e una più oculata gestione delle risorse naturali anche attraverso lo sviluppo dell'agricoltura di previsione, un cambiamento radicale con investimenti sull'innovazione sostenibile, un deciso contrasto all'abbandono e alla cementificazione del suolo fertile;

    riguardo all'innovazione sostenibile, il Ministro delle politiche agricole alimentari e forestali ha ribadito come per rispondere alla crisi climatica serva invertire la rotta attraverso investimenti sull'innovazione sostenibile. Al riguardo, ha evidenziato che: «(...) La sostenibilità deve essere basata su tre pilastri: economica, sociale e ambientale. Bisogna passare da un'economia lineare, il cui destino finale è il rifiuto o lo spreco, a una vera economia circolare. (..) È necessario sostenere i progetti di diffusione di queste tecnologie (di precisione ndr) per una migliore gestione dei suoli, degli allevamenti, dell'acqua per irrigare» ed «investire nella ricerca pubblica per tutelare le colture tradizionali italiane, anche alla luce del necessario adattamento climatico»,

impegna il Governo:

1) ad attivare, nell'immediato, un piano straordinario di azioni e di indirizzi sulle politiche agricole, alimentari e forestali teso ad accrescere il contrasto e la resilienza verso i cambiamenti climatici, elaborato dal Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali con il mondo agricolo, della ricerca, degli operatori avanti le competenze scientifiche necessarie e con le regioni, che si ponga l'obiettivo di:

   a) verificare la corrispondenza delle politiche di sviluppo e della competitività del settore agricolo alle azioni ed agli indirizzi del piano straordinario, in particolare per quel che riguarda le scelte di competenza nazionale connesse alla nuova programmazione della Politica agricola Comune (Pac), all'aggiornamento del Piano d'azione nazionale (Pan) attualmente in fase di consultazione è all'insieme degli strumenti di competenza nazionale in materia agricola;

   b) promuovere, presso le sedi istituzionali predisposte a definire la riforma della Pac, un'agricoltura protagonista di una vera transizione ecologica;

2) ad adottare iniziative per valorizzare il ruolo centrale degli agricoltori, fondamentali per il successo della transizione ecologica, garantendo un reddito adeguato e sostenendoli nelle pratiche agricole più efficaci nella riduzione delle emissioni climalteranti, nella tutela del suolo e nella produzione di cibo di qualità e sufficiente per tutti, tenendo conto che, per il raggiungimento di questo obiettivo, risultano fondamentali:

   a) riconoscere il valore commerciale e non dei beni e servizi messi a disposizione della collettività dal settore primario creando un sistema di remunerazione dei servizi ecosistemici garantiti dal settore agricolo;

   b) garantire il sostegno ad un'agricoltura familiare anche in chiave di presidio manutentivo del territorio e di ripopolamento e di tutela delle aree interne del Paese mediante una rete di servizi alle aree rurali e misure di semplificazione, in modo particolare, per le piccole e medie imprese;

   c) sostenere, in via prioritaria, tutte quelle pratiche agricole sostenibili che gli agricoltori svolgono a tutela della biodiversità, per una corretta gestione e recupero delle acque, per la costruzione di piccoli invasi e per il trattenimento in suolo di carbonio, premiando le scelte produttive che usano metodi agricoli sostenibili e diversificati utili ad accrescere la fertilità dei suoli o la creazione di opportunità lavorative;

3) ad adottare iniziative per incentivare pratiche corrette nell'uso della risorsa idrica e nell'utilizzo di fertilizzanti a basso impatto prevedendo una riduzione progressiva dei fertilizzanti di sintesi ed una riduzione e ridistribuzione dei carichi zootecnici nelle aree con maggiore densità di allevamenti, accettando la complessità della sfida per una zootecnia non intensiva e per il benessere animale;

4) ad adottare iniziative per prevedere incentivi a favore dell'agricoltura di precisione finalizzati alla ricerca, alla progettazione ed all'utilizzo di strumenti e soluzioni tecnologiche (di gestione della risorsa idrica, produzione di energie rinnovabili, efficienza energetica e connettività, gestione dei rifiuti, riduzione dell'uso dei fitosanitari) che prendano in considerazione la tipicità dei sistemi produttivi italiani;

5) a tutelare e a valorizzare l'eccellenza del made in Italy e della filiera agroalimentare, dando il necessario rilievo alle modalità di produzione sostenibile e alla qualità dei prodotti, al fine di individuare un sistema che tuteli le imprese italiane dalle norme protezionistiche di partner internazionali e valorizzi, anche con elementi distintivi, la produzione e le aziende che investono per prodotti a emissioni zero, promuovendo in tal modo scelte di consumo alimentare responsabile;

6) a contrastare le fitopatie e sostenere il reddito degli agricoltori, mediante iniziative più incisive tanto per la prevenzione quanto per i risarcimenti alle perdite di reddito subite dagli agricoltori, e a rafforzare e rendere più tempestivi, sia gli interventi in caso di crisi sia gli strumenti di gestione del rischio, anche favorendo la realizzazione a livello europeo di una banca dati comune ed accessibile su conoscenze e ricerche relative alle nuove fitopatie, agli insetti nocivi ed alle specie aliene che si stanno diffondendo a causa del cambiamento climatico;

7) a promuovere politiche economiche, sociali, culturali e formative indirizzate al mantenimento ed alla crescita dell'occupazione in agricoltura ed alla tutela delle comunità rurali mediante un piano di intervento per il ricambio generazionale in agricoltura in cui i giovani agricoltori e le giovani agricoltrici siano i protagonisti dell'innovazione e del cambiamento del settore agricolo in chiave sostenibile sulla base di modelli di produzione fondati su pratiche di coltivazione e di allevamento sostenibili, in particolare in aree in aree precedentemente abbandonate ed a rischio idrogeologico;

8) ad adottare iniziative per il rilancio dei distretti del cibo (distretti rurali, biodistretti, distretti agroalimentari) e delle pratiche di programmazione dal basso, a partire dall'attività agricola, tese a valorizzare il territorio e a contrastare lo spopolamento e l'abbandono delle aree rurali, anche favorendo la ricomposizione fondiaria delle proprietà dei terreni e prevedendo riconoscimenti carbon free;

9) a mettere a sistema il settore del biologico, adottando iniziative normative che chiariscano competenze in materia e che valorizzino gli accordi di filiera, mettendo a sistema le esperienze dei biodistretti.