11/04/2024
Andrea Orlando
Porta, Provenzano, Boldrini, Laus, Girelli, Malavasi, Gnassi, Scotto
1-00274

La Camera,

   premesso che:

    il 19 marzo 2024 due membri della Comunità di pace di San José de Apartadò, nella regione Colombiana dell'Urabà, sono stati uccisi. Le vittime sono Nayeli Sepulveda, 30 anni, ed Edison David, 15 anni, moglie e fratello di uno dei leader della Comunità di pace nata nel 1997 come risposta nonviolenta alle violenze degli attori armati nella regione. L'omicidio, compiuto con colpi d'arma da fuoco, è avvenuto nelle vicinanze del villaggio La Esperanza, una delle «veredas» appartenenti alla Comunità;

    nei giorni precedenti ai due omicidi la Comunità aveva subito diversi attacchi, con minacce, invasioni di terreno nella proprietà privata Las Delicias, all'interno del villaggio, danni materiali a beni di proprietà, calunnie per screditare il progetto di resistenza pacifica che le donne e gli uomini di San José de Apartadò portano avanti da ventisette anni per proteggere la loro terra da grandi progetti estrattivi e per opporsi alle violenze derivate dal controllo del territorio da parte degli attori armati (guerriglie, dissidenze e paramilitari);

    presso la Comunità di pace di San Josè de Apartadò è presente, dal 2009, «Operazione Colomba» il Corpo di Pace della Comunità Papa Giovanni XXIII per garantire protezione e accompagnamento ai componenti della Comunità di Pace nella loro quotidiana attività;

    dal 18 marzo 2024 è in Colombia anche una delegazione della Rete Europea di Solidarietà con la Comunità di Pace di San José de Apartadò. Obiettivo della missione partecipare alla cerimonia per l'anniversario della Comunità, il 24 marzo 2024. Un anniversario che doveva essere di festa e che invece è segnato da lutto, dolore e rabbia;

    sebbene le violazioni dei diritti umani non siano mai cessate, era dal 2005 che non avveniva un tale massacro; dalla firma degli Accordi di Pace del 2016, la presenza paramilitare nella zona non è mai cessata, come denuncia da anni la Comunità, il clima di intimidazione e la sensazione di vivere sotto continua minaccia persiste come dimostrano tristemente gli attacchi che hanno preceduto gli omicidi del 19 marzo. La terra dove sorge la Comunità è una terra ricca, contesa, e l'Urabà è storicamente una delle regioni maggiormente colpite dalla violenza;

    Papa Francesco nell'Angelus della domenica ha ricordato l'assassinio di Nayeli ed Edison e ha menzionato la Comunità di pace di San Josè di Apartadò come esempio di impegno per l'economia solidale, la pace e i diritti umani;

    il processo del Presidente Gustavo Petro di Paz Total appare oggi minacciato, non solo a San José de Apartadò. Nei giorni scorsi il governo di Gustavo Petro ha annunciato la sospensione del cessate il fuoco con gruppi dissidenti della ex-guerriglia delle Farc dopo gli attacchi contro le comunità indigene nel dipartimento del Cauca. Petro ha accusato pubblicamente i gruppi dissidenti attivi nel Cauca di non volere la pace;

    le volontarie italiane di «Operazione Colomba» che prestano il proprio servizio nel Corpi civili di pace rappresentano l'Italia e contribuiscono al sostegno e il mantenimento della Pace e della tutela dei diritti umani, mettendo a rischio la propria sicurezza personale;

    adesso più che mai è importante sostenere il Progetto di Paz Total del Presidente Gustavo Petro, le donne e gli uomini della Comunità di San José de Apartadò, le organizzazioni della società civile colombiana e la presenza italiana in Colombia perché è dalla loro resistenza nonviolenta che si misura la riuscita di un progetto di pacificazione esempio in tutto il mondo, che ha ottenuto in questi anni risultati straordinari, ma che appare minacciato dagli storici e consolidati interessi – economici e politici – che vogliono che in Colombia si continui a vivere in guerra,

impegna il Governo:

1) a condannare la sistematica violazione dei diritti umani in Colombia perpetrata dai gruppi armati illegali nei confronti della popolazione civile che si oppone ai grandi progetti estrattivi e allo sfruttamento della sua Terra;

2) a riconoscere la comunità di pace di San Josè di Apartadò, come esempio di impegno per l'economia solidale, la pace e i diritti umani;

3) a sostenere il Progetto di Paz Total del Presidente Gustavo Petro, impegnato nelle trattative in corso con i gruppi armati che non hanno ancora aderito al Processo di Pace;

4) a promuovere, attraverso l'Agenzia di cooperazione allo sviluppo, programmi di cooperazione dedicati al processo di pacificazione del Paese, ponendo particolare attenzione alla riparazione integrale delle vittime, alla partecipazione della società civile e al coinvolgimento delle donne nel processo di pace nel quadro della risoluzione UN 1325, all'osservanza degli Accordi di Pace del 2016 e alla complementarità dei processi negoziali nel quadro della politica di pace totale (Paz Total) del Governo del Presidente Gustavo Petro;

5) a valorizzare e tutelare la presenza italiana dei Corpi civili di pace in Colombia, come nel caso di Operazione Colomba, quale strumento di intervento non violento per la costruzione e il mantenimento della pace.