03/12/2014
Umberto Marroni
Tino Iannuzzi, Bonaccorsi, Campana, Amendola, Stumpo, Ferro, Tidei, Orfini, Fassina, Gregori, Mognato,Verini, Mariano, Minnucci, Mongiello, Giulietti, Mauri, Manfredi, Carloni, Ribaudo, Lodolini, Mazzoli, Marzano, Scuvera,Castricone, Fabbri, Carella, Moscatt, Patriarca, Iacono, Meta, Mariani, Zardini, Roberta Agostini, Cominelli, Venittelli
1-00684

La Camera, 
premesso che: 
i recenti fatti di cronaca pongono ulteriormente al centro dell'attenzione del Governo, del Parlamento e degli enti di prossimità il tema della vivibilità nelle aree urbane periferiche, delle grandi metropoli. In questi quadranti delle città spesso si riscontrano problematicità comuni che vanno dal disagio sociale, abitativo e scolastico, dalla percezione di insicurezza, dovuta anche alla presenza di fenomeni di micro e macro criminalità, e dalla persistenza di un degrado urbano che riguarda i vari aspetti della quotidianità e dei servizi al cittadino, dal verde alla manutenzione delle strade, alle scuole, ai centri di aggregazione, a tutto ciò si aggiunge poi spesso una carenza di interventi in tema di politiche sociali; 
in questi ultimi anni tale situazione si è ulteriormente aggravata anche a causa della grave crisi economica che ha aumentato il disagio, la sofferenza sociale ed il senso di abbandono in zone in cui spesso lo Stato e l'amministrazione pubblica fanno fatica ad intervenire. Tutto ciò è avvenuto nell'assenza ormai da troppi anni di interventi legislativi e finanziari nazionali tesi a definire nuovi strumenti di azione per il governo delle aree urbane metropolitane. Le ultime norme organiche e programmi sistematici a sostegno del governo delle città e per il recupero urbano e sociale risalgono infatti agli anni novanta come ad esempio i programmi previsti dall'articolo 11 della legge n. 493 del 1993, i «contratti di quartiere» previsti dall'articolo 2, legge n. 662 del 1996, i fondi ex gescal interrotti nel 1992 per l'edilizia popolare, i finanziamenti per i programmi della legge n. 285 del 1997, e altro. Inoltre al venir meno di queste politiche e finanziamenti nazionali si è registrato un ritardo accumulato da alcuni enti locali nell'applicazione di tali programmi e nella realizzazione di interventi di decoro urbano e di assistenza sociale, a volte a causa di risorse non adeguate e negli ultimi anni anche per il blocco degli investimenti imposti dal patto di stabilità; 
la situazione in alcune grandi aree periferiche e metropolitane sta diventando insostenibile. È necessario, quindi, ripensare un programma nazionale di interventi per le politiche urbane, per aiutare gli enti locali a governare le contraddizioni socio culturali ed economiche che si sono prodotte nelle grandi e medie aree urbane. È indispensabile, infatti, recuperare il tempo perso in quasi venti anni di assenza di politiche per le città; 
la situazione incandescente riscontrata in alcuni quartieri periferici di alcune grandi città italiane impone un'immediata risposta da parte delle istituzioni e una programmazione di interventi organici per il governo delle città e delle aree metropolitane; 
gli interventi estemporanei o sporadici, o semplicemente fiscali non sono sicuramente più sufficienti per garantire il governo da parte degli enti locali delle crescenti contraddizioni e conseguente richiesta sempre più ampia di servizi da parte dei cittadini, ma è evidente che serve un programma organico di interventi che agisca su più fronti: normativo, sociale, economico, culturale e di recupero urbano,

impegna il Governo:

a predisporre per le periferie e le aree urbane degradate un piano nazionale straordinario che preveda una serie di interventi tra i quali: 
a) con riferimento al recupero urbano: iniziative per il rifinanziamento delle leggi in materia, semplificando anche le procedure, per il recupero urbano (articolo 11 della legge n. 493 del 1993) e per i contratti di quartiere per le aree periferiche (articolo 2 legge n. 662 del 1996); 
b) con riferimento al diritto alla casa, l'elaborazione e il finanziamento di un nuovo programma per l'edilizia sociale, per l'acquisto, la riconversione e la costruzione di alloggi anche attraverso l'introduzione di una tassazione di scopo, senza l'aumento della pressione fiscale per i cittadini, ma utilizzando una quota parte delle risorse provenienti dalla imposte già in essere; 
c) con riferimento alla lotta alla disoccupazione e al degrado, la previsione di incentivi per la costituzione di soggetti per combattere la disoccupazione e l'avvio di processi di compartecipazione urbana nei quartieri, finalizzati al recupero e riuso a fini pubblici di aree e strutture e alle attività riguardanti la manutenzione dei territori, anche utilizzando le procedure previste dall'articolo 24 del decreto-legge n. 133 del 2014 (Sblocca Italia); 
d) con riferimento ai servizi ai cittadini, iniziative per il potenziamento delle strutture e dei servizi socio-assistenziali e scolastici nelle zone periferiche e l'attivazione di un programma di manutenzione straordinaria anche utilizzando sia le risorse derivanti dai Fondi nazionale per la costruzione e per la riqualificazione delle strutture socio-scolastico sia quelle previste dall'articolo 27 del decreto-legge n. 133 del 2014 (Sblocca Italia), prevedendo anche una specifica iniziativa normativa e finanziaria per realizzare una rete di asili nido al fine di garantire l'accesso a tutti bambini; 
e) con riferimento al patrimonio pubblico, l'avvio di interventi di valorizzazione del patrimonio pubblico presente nelle aree periferiche e degradate, nonché di recupero o di trasformazione dei complessi di edilizia residenziale pubblica; 
f) con riferimento all'accoglienza, la previsione, attraverso la concertazione con gli enti locali, di una programmazione e di una redistribuzione del sistema di accoglienza al fine di non gravare sempre sugli stessi territori, superando al contempo il meccanismo emergenziale che rischia di alimentare fenomeni di intolleranza; 
g) con riferimento alla sicurezza, iniziative per favorire una riorganizzazione delle forze dell'ordine nei quartieri per garantire un maggiore radicamento e un controllo del territorio costante al fine di favorire azioni di prevenzione e contrasto di fenomeni di micro e macro criminalità, prevedendo anche l'utilizzo di strutture messe a disposizione dai comuni al fine di modificare la presenza delle forze di sicurezza sul territorio, oggi mal distribuita rispetto al processo di espansione della città registrato negli ultimi decenni; 
h) con riferimento alla cultura e allo sport: la previsione di un programma di interventi di recupero e valorizzazione di strutture destinate alle attività culturali e alle attività sportive nei quartieri periferici; 
i) con riferimento al volontariato e alla partecipazione dei cittadini, l'incentivazione di esperienze che vedano il coinvolgimento di associazioni di volontariato e dei cittadini per favorire, con apposito finanziamento, progetti che prevedano attività socio-culturali; 
l) l'istituzione di una struttura di coordinamento e concertazione degli interventi attraverso una cabina di regia tra i comuni e il Governo al fine di attuare e monitorare il programma del Piano straordinario per le periferie e le aree degradate.