12/05/2015
Anna Ascani
Gnecchi, Arlotti, Lattuca, Quartapelle Procopio, Albanella, Baruffi, Boccuzzi, Casellato, Dell'Aringa, Di Salvo, Cinzia Maria Fontana, Giacobbe, Gregori, Gribaudo, Incerti, Maestri, Martelli, Miccoli, Paris, Giorgio Piccolo, Rotta, Simoni, Tinagli, Zappulla, Martella, Bini, Bonomo, Zardini, Ghizzoni e Cominelli
3-01495

Per sapere – premesso che: 
il riordino degli ammortizzatori sociali disposto con il decreto legislativo 4 marzo 2015, n. 22, recante «Disposizioni per il riordino della normativa in materia di ammortizzatori sociali in caso di disoccupazione involontaria e di ricollocazione dei lavoratori disoccupati, in attuazione della legge 10 dicembre 204, n. 183», introduce in via sperimentale per il 2015 la DIS-COLL, l'indennità di disoccupazione rivolta a collaboratori coordinati e continuativi e a progetto volta ad allargare il sostegno al reddito a categorie di soggetti finora esclusi; 
il testo del decreto legislativo nomina esplicitamente tra i beneficiari soltanto i titolari di contratti di collaborazione coordinata e continuativa e contratti a progetto, appena due delle numerose tipologie contrattuali parasubordinate sottoposte al medesimo regime contributivo e iscritte alla gestione separata Inps; 
tra tali tipologie figurano i precari delle università e degli enti di ricerca: assegnisti di ricerca, dottorandi e borsisti sottoposti, nel 2015, ad un'aliquota previdenziale pari al 30,72 per cento esattamente uguale a quella di collaboratori coordinati e continuativi e a progetto. In tutto si tratta di circa 60.000 soggetti che versano alla gestione separata Inps, mediamente hanno contratti di durata breve e, come ormai da più parti rilevato, alti tassi di espulsione dall'università; 
la circolare Inps del 27 aprile 2015, che ha reso operativa la DIS-COLL, non ha chiarito la platea dei beneficiari della misura riportando la stessa dicitura presente nel decreto legislativo istitutivo con le ambiguità sopra richiamate –: 
se la DIS COLL sia rivolta anche agli altri parasubordinati (non collaboratori coordinati e continuativi o a progetto) iscritti alla gestione separata Inps, in particolare agli assegnisti di ricerca, dottorandi e titolari di borse di ricerca, e quali altre eventuali iniziative il Governo intenda attivare per riconoscere il diritto al sostegno al reddito ai giovani ricercatori italiani e a tutti i parasubordinati che sottostanno a identico regime contributivo e sperimentano la discontinuità del lavoro. 

Seduta del 13 maggio 2015

Illustra Anna Ascani, risponde Giuliano Poletti, Ministro del lavoro e delle politiche sociali, replica Marialuisa Gnecchi

Illustrazione

Signor Presidente, Ministro, una delle cose sicuramente più apprezzate all'interno del Jobs Act è l'estensione delle tutele e degli ammortizzatori sociali a coloro che hanno un contratto di tipo parasubordinato, quindi l'introduzione, a partire in via sperimentale dal 2015, della cosiddetta Dis-Coll. Tuttavia, il decreto legislativo che attua questa misura prevista all'interno del Jobs Act menziona esplicitamente soltanto coloro che hanno un contratto a progetto o un contratto di collaborazione continuativa, mentre gli iscritti alla gestione separata dell'INPS sono molti di più. In particolare, oggi non vogliamo chiedere al Ministro se questa misura sia estesa o meno e sia estendibile o meno ai ricercatori, agli assegnisti di ricerca, ai borsisti e ai dottorandi, che appunto sono iscritti alla gestione separata dell'INPS, quindi, se sia possibile estendere loro questa misura che è sicuramente positiva, ma essa deve rivolgersi ad una platea più ampia di quella menzionata all'interno del decreto legislativo di cui dicevo.

Risposta del governo

Signor Presidente, onorevole Ascani, con questo atto gli onorevoli interroganti ci chiedono di conoscere se gli assegnisti di ricerca, i dottorandi e i titolari di borsa di ricerca possono beneficiare dell'indennità denominata Dis-Coll. Voglio precisare innanzitutto che gli assegnisti di ricerca, i dottorandi e i borsisti, sui quali verte il presente atto parlamentare, sono iscritti alla gestione separata in forza di specifiche previsioni di legge e non in quanto rientranti nella categoria dei collaboratori coordinati e continuativi. In effetti, la finalità fondamentale del dottorato e dell'assegno di ricerca non è quella di acquisire prestazioni lavorative dietro pagamento di un compenso, ma di consentire ai beneficiari della borsa di studio di dedicarsi ad attività di studio e di ricerca utili a perfezionare il proprio bagaglio di conoscenza e di esperienza, che non danno luogo ad alcun diritto in ordine all'accesso ai ruoli, ma costituiscono titoli valutabili ai fini della carriera accademica. Ne consegue che la situazione dei soggetti cui si riferisce l'interrogante non è assimilabile direttamente a quella dei collaboratori coordinati e continuativi che, come già detto, prestano la loro attività nel contesto di un vero e proprio rapporto di lavoro. Conseguentemente, se si volesse estendere la Dis-Coll ai soggetti qui richiamati, necessiterebbe un intervento di tipo normativo specifico. Voglio ricordare ancora che la Dis-Coll è una misura a carico della fiscalità generale, non finanziata dunque da un apposito contributo di disoccupazione a carico delle parti del rapporto introdotto limitatamente al 2015. Solo dopo la verifica dell'impatto e degli effetti di questa misura sarà possibile decidere in che termini prevederne la proroga o renderla strutturale e in quel momento – credo – sarà possibile fare una verifica rispetto al fatto che anche le figure che sono state citate in questa interrogazione possano vedere esteso questo intervento, così come specificatamente ci chiede l'interrogante.

Replica

Signor Presidente, Ministro, noi con questa interrogazione abbiamo bisogno di sottolineare quanto sia importante e necessario estendere queste prestazioni a tutti gli iscritti alla gestione separata. Noi non pensiamo solo ad una categoria o ad un'altra, anche se questa interrogazione si riferisce esplicitamente a questa fattispecie, ma pensiamo ovviamente anche a tutti gli iscritti alla gestione separata, perché titolari di partita IVA. Cioè noi ne sentiamo veramente il bisogno, in questo periodo storico, in cui oltre al rapporto di lavoro a tempo indeterminato o determinato, quindi come rapporto di lavoro dipendente, molte persone, non solo giovani, anche meno giovani, che perdono il lavoro, si ritrovano nella condizione di aprire una partita IVA o di avere rapporti di lavoro parasubordinati. 
È chiaro che in questo periodo di gravi esigenze anche economiche per sopravvivere c’è sempre di più l'esigenza di avere anche un sostegno da parte dell'INPS o, comunque, dello Stato in termini di ammortizzatori sociali. Poi, ovviamente, abbiamo tutti i giovani, i ricercatori, e comunque tutta la fascia di giovani che intraprendono varie possibilità di carriera, che sperano di avere un lavoro più fisso e con una regolare retribuzione. Quindi, invitiamo, ovviamente, il Ministro a tener conto anche di queste esigenze, non appena sia possibile.