05/05/2015
Sofia Amoddio
Bratti, Borghi, Braga, Gullo, Iacono, Albanella, Zappulla, Martella, Cinzia Maria Fontana, Bini, Burtone, Piccione, Capodicasa, Berretta e Greco
3-01474

Per sapere – premesso che: 
il 21 aprile 2015 è attraccata nel porto di Augusta la motonave Rita Br, di 6.699 tonnellate di stazza lorda, battente bandiera italiana ed iscritta al compartimento marittimo di Napoli, con un carico di circa 10.000 tonnellate di rifiuti speciali prodotti dall'acciaieria Ilva di Taranto; sembra si tratti del primo carico che sarà seguito da ulteriori migliaia di tonnellate di rifiuti speciali prodotti dalla suddetta acciaieria; 
i rifiuti scaricati nel porto megarese sono costituiti dal polverino, residuo dei fumi dell'altoforno trattenuto dagli elettrofiltri, che verranno smaltiti nella discarica Cisma, ubicata a metà strada tra i territori di Augusta e Melilli all'interno del sito di interesse nazionale di Priolo, un'area che viene chiamata il triangolo della morte per la presenza del petrolchimico più grande d'Europa e dove, come a Taranto, c’è un altissimo livello di mortalità; 
le associazioni ambientaliste sottolineano la carenza di chiarezza nella gestione delle polveri degli elettrofiltri, rilevando come nel provvedimento di sequestro dell'area a caldo dell’Ilva di Taranto si metteva in luce una gestione «dissennata e criminale» delle polveri degli elettrofiltri contenenti diossina, tanto che per l'Arpa Puglia le polveri dovevano essere smaltite in discariche per rifiuti pericolosi; 
il sito di interesse nazionale di Priolo Gargallo, istituito attraverso la legge n. 426 del 1998, si estende lungo la costa sud orientale della Sicilia, affacciandosi al mare per circa 30 chilometri, e comprende i comuni di Augusta, Priolo, Melilli e Siracusa;
gli impianti presenti nell'area industriale sono prevalentemente di carattere chimico e petrolchimico, raffinerie dunque, ma anche cementerie, un inceneritore per rifiuti speciali pericolosi, centrali termoelettriche, un depuratore di reflui industriali, discariche, l'impianto dismesso di trattamento/lavorazione amianto della ex Eternit, l'impianto cloro-soda della ex Enichem e l'area portuale. Petrolio, metalli pesanti (mercurio e piombo), idrocarburi, cloruri, amianto, rilevanti quantità di ceneri di pirite sono le sostanze che maggiormente hanno contaminato il suolo e le acque, per non parlare della pessima qualità dell'aria, dovuta alle significative emissioni provenienti principalmente dal polo petrolchimico; 
non sono chiare le modalità che hanno determinato l'autorizzazione del trasferimento di tali rifiuti dalla Puglia alla Sicilia per smaltirli in un sito di interesse nazionale ad alto rischio ambientale, che avrebbe, al contrario, una necessità impellente e vitale di bonificare e di eliminare i propri rifiuti industriali, piuttosto che accogliere quelli di altri siti; 
la notizia dell'arrivo della nave carica di «veleni» ha suscitato preoccupazione ed indignazione soprattutto nella città di Augusta e da parte delle associazioni ambientaliste; 
in particolare, si teme che il territorio dei comuni di Augusta, di Priolo e Melilli diventi la discarica dei rifiuti provenienti dall'acciaieria Ilva o da altri siti industriali, determinando un netto peggioramento della qualità della vita della popolazione; 
nell'ultimo studio epidemiologico nazionale dei territori e degli insediamenti esposti a rischio da inquinamento: mortalità, incidenza oncologica e ricoveri ospedalieri – Sentieri 2014 – si rileva che, nell'area del sito di interesse nazionale di Priolo, l'incidenza dei tumori nel suo insieme, esclusi i tumori della pelle, è in eccesso in entrambi i generi. In particolare, sono in eccesso sia negli uomini sia nelle donne i tumori del fegato e del pancreas e il mesotelioma; i tumori del polmone, della vescica e del sistema nervoso centrale lo sono tra i soli uomini; nelle sole donne si sono osservati eccessi del tumore del colon-retto, della mammella e dell'utero –: 
quali siano stati i criteri di scelta e secondo quali norme legislative si sia consentito il trasferimento dei predetti rifiuti dalla Puglia alla Sicilia e quali iniziative il Ministro intenda assumere al fine di incentivare e procedere alla bonifica dell'area già fortemente inquinata e compromessa del triangolo industriale Priolo, Melilli, Augusta. 

 

Seduta del 6 maggio 2015

Illustra Sofia Amoddio, risponde Galletti Gian Luca, Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, replica Alessandro Bratti

 

Illustrazione

Ministro, lo scorso 21 aprile è attraccata nel porto di Augusta una nave con circa diecimila tonnellate di rifiuti speciali provenienti dall'Ilva di Taranto. Si tratta di polverino residuo dei fiumi dell'altoforno che verrà smaltito in una discarica Cisma che è a pochissimi passi tra Augusta e Melilli nel sito di interesse nazionale di Priolo che è un'area chiamata triangolo della morte per la presenza del petrolchimico più grande d'Europa e dove come a Taranto c’è un altissimo livello di mortalità. Nel provvedimento di sequestro dell'Ilva di Taranto si metteva alla luce una gestione dissennata e criminale: questo si leggeva nel provvedimento di sequestro delle polveri contenenti diossina. Con questa interrogazione facciamo presente che non ci sono chiare le modalità che hanno determinato l'autorizzazione del trasferimento di questi rifiuti dalla Puglia alla Sicilia: perché spartirli proprio in una zona ad altissimo rischio ambientale, che ha estrema necessità di bonificare e di eliminare i propri rifiuti piuttosto che acquisirli da altra parte d'Italia ? Vorremmo quindi capire i criteri della scelta in un'area che è fortemente, ripeto, necessitata ad avere le bonifiche al più presto.

Risposta del Governo

Grazie agli onorevoli interroganti. Relativamente al trasferimento dei materiali provenienti dall'Ilva in una discarica presso Augusta, sulla base delle informazioni che abbiamo acquisito per rispondere all'interrogazione dal commissario Ilva Corrado Carruba i rifiuti in questione sono stati classificati e caratterizzati dal produttore come rifiuti non pericolosi, prodotti dal trattamento dei fiumi. Ad oggi non risulta al mio Dicastero alcuna segnalazione in merito da parte delle competenti autorità di controllo locali, provincia e ARPA. Inoltre la discarica in cui i rifiuti sono stati conferiti è esterna al perimetro del SIN sulla base della cartografia disponibile. Secondo le informazioni fornite dall'Ilva, il materiale per l'esattezza 9.142 tonnellate è stato inviato in Sicilia in via transitoria. È infatti previsto che i rifiuti saranno smaltiti presso il sito Ilva una volta attuato il piano di gestione dei rifiuti aziendali e l'avvio dei nuovi impianti autorizzati in discarica, così com’è stato previsto peraltro nel decreto Ilva del gennaio scorso. Per quanto attiene allo stato delle bonifiche del SIN di Priolo sintetizzo brevemente quanto già riferito recentemente in una risposta ad un'altra interrogazione. 
Con l'Accordo di programma sottoscritto nel 2008 è stato previsto un fabbisogno finanziario di 774,5 milioni di euro. Tuttavia, solo una parte, pari a 106 milioni di euro, era coperta con risorse disponibili. La rimanente quota di 667,7 milioni di euro era previsto venisse coperta con fondi di successiva individuazione e reperimento. Tra le risorse a carico del Ministero sono stati trasferiti, a suo tempo, 50 milioni di euro sulla contabilità speciale aperta a favore del commissario delegato per l'emergenza bonifica, la cui titolarità è stata poi trasferita alla regione siciliana. Oggi le risorse residue attualmente nella piena disponibilità della regione ammontano a circa 46 milioni. Altri 6 milioni 800 mila euro saranno trasferiti alla regione una volta completate le procedure per la loro reiscrizione nel bilancio del Ministero dell'ambiente. Va detto che 50 milioni di euro di programmazione unitaria 2007-2013 della regione Sicilia, assegnate con delibera CIPE n. 87 non sono più disponibili, in quanto non sono stati assunti impegni giuridicamente vincolanti entro i termini previsti. Inoltre, il Ministero ha trasferito alla regione Sicilia risorse aggiuntive per 4 milioni di euro, e poi altri 5 milioni, derivati dall'atto transattivo sottoscritto con la società ISAB Srl. Quindi, le risorse attualmente disponibili ammontano a 62 milioni di euro e sono state inserite nella bozza di Accordo di programma per il SIN di Priolo, in fase di perfezionamento da parte del Ministero dello sviluppo economico e dell'Agenzia per la coesione territoriale prima della sottoscrizione prevista entro questo mese.

Replica

Presidente, ringrazio il signor Ministro, anche a nome dei colleghi della regione Sicilia, che, come vede, sono molto numerosi perché sono molto interessati soprattutto alle problematiche legate alla bonifica, oltre a quel chiarimento che ha chiesto la collega Amoddio. In parte abbiamo avuto una risposta soddisfacente. Intanto, quello che le chiediamo, attraverso la collaborazione con gli organi di controlli, in questo caso ISPRA ed ARPA, è di verificare attentamente che quel materiale sia assoggettabile ai rifiuti non pericolosi e non a rifiuti pericolosi, e anche di verificare se tutte le autorizzazioni della discarica, sebbene fuori dal sito di interesse nazionale, siano congrue per quel tipo di trattamento. Certo è che un'informazione forse più rapida, migliore e più larga nei confronti dei cittadini avrebbe evitato tutta una serie di discussioni e di preoccupazioni che oggi invece sono presenti in quei territori. Ripeto, territori che attengono bonifiche da anni. Oggi parliamo di Priolo, ma potremmo dire Milazzo, potremmo dire Gela; insomma, tutta una serie di SIN, di siti di interesse nazionale, che spettano non solo, Ministro, dei fondi. Lei ne citava tanti e anche importanti, ma le chiediamo anche di vigilare attentamente su mancanze di altre situazioni che non svolgono il loro ruolo, fino ad arrivare – mi permetto di dire – ad azioni fortemente coercitive, perché non ci si può permettere, di fronte a tutta una serie di problemi legati al tema delle bonifiche e quindi della salute e della reindustrializzazione di quei siti, per creare nuova occupazione, che ci siano istituzioni che possono permettersi di perdere dei quattrini. Quindi, le chiediamo davvero uno sforzo come Ministero, non solo – ripeto – per verificare e di mettere a disposizione le risorse necessarie ma anche di svolgere un ruolo attivo nel coordinare quegli accordi di programma così importanti per davvero risolvere e risanare definitivamente quei territori così martoriati da una industrializzazione selvaggia che si è sviluppata in un certo periodo storico del nostro Paese.