12/04/2022
Stefano Ceccanti
MAURI, LATTANZIO, CIAMPI, DI GIORGI, FIANO, GIORGIS, POLLASTRINI, RACITI, SIANI, BERLINGHIERI e LORENZIN.
3-02885

Al Ministro dell'interno. — Per sapere – premesso che:

   il 28 marzo 2022 il Presidente del Consiglio dei ministri ha firmato il decreto del Presidente del Consiglio dei ministri per attuare la decisione europea 2022/382 del 4 marzo 2022, con cui il Consiglio dell'Unione europea ha attivato per la prima volta lo strumento della protezione temporanea, previsto oltre venti anni fa dalla direttiva 2001/55/CE, per far fronte all'emergenza derivante dal conflitto in Ucraina;

   il decreto del Presidente del Consiglio dei ministri, conformemente a quanto stabilito dalla direttiva, prevede la concessione di un permesso di soggiorno della durata di un anno, prorogabile di sei mesi più altri sei, per un massimo di un altro anno, che può essere richiesto in questura e che consente a coloro cui è rilasciato di permanere in modo regolare sul territorio italiano e di avere accesso immediato all'assistenza sanitaria, al mercato del lavoro e allo studio;

   la protezione temporanea è una procedura di carattere eccezionale che garantisce, nei casi di afflusso massiccio (o di imminente afflusso massiccio) di sfollati provenienti da Paesi terzi che non possono rientrare nel loro Paese d'origine, una tutela immediata e temporanea;

   in questo quadro particolarmente delicata è la situazione dei minori non accompagnati che in base alla legge italiana devono essere segnalati alla polizia e al tribunale dei minori affinché sia loro assegnato un tutore legale;

   da notizie a mezzo stampa si è appreso che molti di questi minori giungono in Italia senza nessuna figura parentale di riferimento, mentre altri sarebbero giunti nel nostro Paese senza un genitore o un adulto legalmente responsabile, ma al seguito di nonni e zii, e dunque in compagnia di adulti le cui relazioni affettive andrebbero comunque tutelate pur in assenza di una responsabilità legale nei confronti di questi minori –:

   quanti siano finora gli ucraini giunti nel nostro Paese e come siano stati alloggiati sia presso le strutture pubbliche che quelle private, nonché quali specifiche iniziative di competenza intenda adottare per tutelare tutti i minori non accompagnati arrivati in Italia, sia in assenza di figure parentali di riferimento sia nelle ipotesi in cui tali figure, fondamentali sul piano affettivo, non abbiano alcuna responsabilità legale nei confronti di questi minori.

Seduta del 13 aprile 2022

Illustrazione di Paolo Lattanzio, risposta della Ministra dell'Interno, Luciana Lamorgese, replica di Paolo Siani

PAOLO LATTANZIO. Grazie, Presidente e Ministra. Alla luce della disastrosa aggressione russa ai danni dell'Ucraina, l'Europa si è trovata a fronteggiare enormi flussi di profughi. La risposta è stata celere e coraggiosa, attuando per la prima volta lo strumento della protezione temporanea, che fornisce una tutela immediata a chi arriva in Europa. All'interno di questo esodo, che coinvolge soprattutto donne e bambini, una situazione di particolare pericolo riguarda i minori stranieri non accompagnati, che sono maggiormente esposti al rischio di traffico, tratta e sfruttamento. Per questo, le chiediamo quanti siano i profughi ucraini arrivati ad oggi in Italia, come siano stati alloggiati e quali misure specifiche intenda adottare per tutelare i diritti dei minori non accompagnati, con o senza figure parentali di riferimento, sottolineando come la risposta umanitaria sull'accoglienza di tutti i minori debba essere un punto sempre centrale all'interno della strategia sia nazionale che europea di risposta alle crisi, a tutte le crisi ovviamente, senza distinzione tra profughi buoni e profughi cattivi.

 

LUCIANA LAMORGESE, Ministra dell'Interno. Ad oggi, 13 aprile 2022, risultano giunti sul territorio italiano 91.846 ucraini, di cui 7.664 presenti in centri di accoglienza straordinaria, 465 nel Sistema di accoglienza e integrazione, il SAI, e 83.817 accolti all'interno di una rete familiare, ovvero nel circuito solidaristico.

I minori stranieri non accompagnati ucraini risultano essere 1.764, accolti soprattutto presso famiglie (1.332), a seguito di provvedimenti dell'autorità giudiziaria minorile. Per gestire l'imponente afflusso dei profughi, il Governo ha introdotto disposizioni volte, da un lato, a rafforzare, con l'incremento complessivo di ulteriori 8.000 posti, la Rete di accoglienza pubblica, articolata sia nei CAS, che nel sistema integrato, il SAI e, dall'altro lato, volta a sostenere, anche con misure finanziarie, la sistemazione autonoma, prevalentemente presso famiglie ucraine già presenti in Italia. È da segnalare che, per reperire più prontamente le strutture di accoglienza pubbliche, sono state introdotte specifiche deroghe con ordinanze di Protezione civile al quadro regolatorio vigente, in maniera che l'attività di reperimento dei CAS da parte dei prefetti possa avvenire più rapidamente, anche senza risentire dei limiti imposti dal capitolato vigente. Nella stessa ottica, verrà sostenuto lo sforzo dei comuni per l'accoglienza dei minori non accompagnati provenienti dall'Ucraina, assicurando la copertura degli oneri finanziari connessi alla relativa sistemazione alloggiativa e assistenziale. Sempre con riguardo ai minori non accompagnati, per i quali il capo Dipartimento per le libertà civili e l'immigrazione ha assunto il ruolo di commissario delegato, è stato predisposto uno specifico Piano per coordinare le attività dei diversi soggetti interessati. Il Piano riserva particolare attenzione all'attività di monitoraggio delle presenze dei minori nel territorio italiano, al conseguente inserimento dei nominativi dei medesimi nel sistema informativo minori del Ministero del Lavoro e alla ricognizione delle strutture destinate ad ospitarle. Il Piano inoltre avrà un addendum che specificherà le modalità di interrelazione del commissario anche con gli organismi internazionali UNHCR, UNICEF e Save the children, che hanno competenze in materia di rifugiati e minori. In relazione alla circostanza che un numero consistente di minori ucraini giunga in Italia al seguito di una persona che non ha con loro un rapporto genitoriale e che non può qualificarsi, né come figura tutoriale, né come soggetto legalmente responsabile in base al nostro ordinamento, posso assicurare che vi è grande attenzione da parte di tutti gli attori istituzionali per far sì che vengano adottate soluzioni rispettose della sensibilità del minore e più favorevoli alla migliore integrazione. L'affidamento del minore alla stessa persona adulta con la quale è arrivato in Italia, in ragione della pregressa relazione affettiva, ovvero l'affido, vengono di norma preferiti alla collocazione presso una comunità. È importante precisare come nelle decisioni adottate dall'autorità giudiziaria minorile si tenda a preservare l'eventuale sistemazione in cui il minore risulti far parte di un gruppo di altri minori, ai quali sia parimenti legato affettivamente.

 

PAOLO SIANI. Grazie, Presidente e grazie, signor Ministro, per la risposta che ci tranquillizza e ci fa ben sperare per il nostro Paese, che sta accogliendo in maniera straordinaria queste bambine e questi bambini. Vede, Ministro, i danni della guerra sui bambini non sono soltanto a breve termine, ma sono anche a lungo termine e sono sempre danni sottostimati e poco considerati dai Governi, quindi ci fa piacere che lei invece abbia a cuore questo problema. La garante per l'infanzia, in Commissione parlamentare per l'infanzia e l'adolescenza, la scorsa settimana, ha suggerito caldamente di segnalare subito tutti i bambini non accompagnati perché la segnalazione di fatto li rende visibili e quindi tutelati. Sono i non accompagnati i più fragili ovviamente, che rischiano molto, rischiano adozioni illegali e rischiano abusi o maltrattamenti; su questi bisogna concentrarsi. La strada maestra è certamente l'affido, che non va considerato però come una procedura preadottiva, ma deve essere un affido temporaneo. Noi le chiediamo oggi però di fare uno scatto in più, di farsi carico con il Governo di istituire una task force europea per tutelare l'infanzia, di attuare alle frontiere la registrazione biometrica, che possa identificare questi bambini, di effettuare una presa in carico alla frontiera, con una check list specifica che identifichi i rischi dei bambini, di garantire continuità educativa e integrazione scolastica.

Ma le chiediamo, soprattutto di sostenere - come già ha detto e sta facendo - anche economicamente i comuni che stanno sopportando un carico enorme di lavoro, comuni, per certi versi, già succubi di un carico molto importante. Vanno sostenuti i comuni, vanno aiutati in questo momento di così forte accoglienza.

Le chiedo di sostenere anche il Sistema sanitario nazionale per assicurare continuità assistenziale ai bambini in fuga. Le voglio segnalare che, ieri, siamo stati al Centro cure palliative del “Bambino Gesù”, a Roma, che accoglie ben 3 nuclei familiari di bambini ucraini gravemente ammalati, giunti nel nostro Paese, e lo fanno con grande dedizione e grande professionalità. Di questo sono molto grato a loro e volevo qui ricordarglielo, ma anche queste persone vanno sostenute.

Infine, l'accoglienza sia sempre un'accoglienza a misura di bambina e di bambino, anche alle frontiere.

Chiudo, dicendo che sono due le parole chiave che devono guidarci in questo momento: protezione e accoglienza, per ridurre i danni della guerra, sia fisici che psichici, che questi bambini certamente avranno adesso e nei prossimi anni.