05/04/2017
Pini Giuditta
Gnecchi, Damiano, Albanella, Arlotti, Baruffi, Boccuzzi, Casellato, Di Salvo, Cinzia Maria Fontana, Giacobbe, Gribaudo, Incerti, Lavagno, Patrizia Maestri, Miccoli, Paris, Rotta, Simoni, Tinagli, Martella e Bini
3-02934

Per sapere – premesso che:
   dal 12 marzo 2016 è attiva la nuova procedura di dimissioni telematiche con l'obiettivo di evitare le cosiddette dimissioni in bianco;
   alcune stime dicono che si tratta di una piaga molto diffusa e particolarmente odiosa del mercato del lavoro in Italia, una clausola vessatoria nascosta in molti contratti di lavoro a tempo indeterminato che colpisce soprattutto le donne;
   secondo una ricerca Istat, pubblicata nel 2011, emerge che 800.000 donne nate dopo il 1973 affermano di essere state licenziate o costrette a dimettersi dopo la maternità;
   ad ulteriore riprova si può citare il fatto che nel 2009 le dimissioni per maternità sono state 17.878, nel 2010 sono arrivate a 19.017, lasciando intendere che negli anni più pesanti di una crisi epocale 36.895 donne avrebbero deciso di abbandonare il lavoro alla nascita del figlio, ufficialmente per carenze dei servizi all'infanzia o per il loro costo elevato;
   la Filcams/Cgil di Modena, nel lasso di tempo intercorso tra l'attivazione delle nuove modalità previste dalla legge ed il 19 gennaio 2017, ha avuto richieste di attivazione della procedura da parte di circa 1.100 lavoratori;
   tale numero risulta davvero molto elevato, specie considerando la fase di crisi economica vissuta dal Paese in questi anni;
   è legittimo immaginare che tali pratiche siano finalizzate anche a bypassare le tutele sul licenziamento, nonché ad utilizzare forme contrattuali accessorie, se non proprio ricorrere al lavoro in nero –:
   in coerenza con l'attenzione sin qui manifestata, quali iniziative intenda adottare per incrementare l'attività ispettiva, alla luce delle molteplici segnalazioni che giungono dalle organizzazioni sindacali, anche allo scopo di valutare l'opportunità di migliorare le disposizioni relative ai soggetti incaricati di gestire la procedura delle dimissioni telematiche. 

Seduta del 5 aprile 2017

Illustrazione di Patrizia Maestri, risposta del governo di Giuliano Poletti, Ministro del Lavoro e delle politiche sociali, replica di Giuditta Pini

Illustrazione

Grazie, Presidente, buongiorno, signor Ministro. Dal 12 marzo 2016 le dimissioni volontarie e le risoluzioni consensuali del rapporto di lavoro devono essere effettuate con modalità telematiche. Questa procedura ha lo scopo di contrastare il fenomeno odioso delle dimissioni in bianco, una pratica diffusa che ha condizionato con il ricatto il lavoro delle donne e non solo. Nonostante la nuova procedura, noi comunque riceviamo segnalazioni dalle organizzazioni sindacali, che operano soprattutto nel settore dei servizi terziari e turismo, che comunque riguardano la possibilità di un utilizzo non corretto di tali procedure. Filcams/CGIL di Modena ci segnala che, dalla data di applicazione delle dimissioni online a gennaio di quest'anno circa 1.100 persone, lavoratori e lavoratrici, si sono recati nei loro uffici per richiedere l'attivazione delle dimissioni volontarie.

Un numero molto alto, tenendo conto anche della crisi, che fa pensare a dimissioni poco volontarie o a eventuali coperture di licenziamento. Si chiede, pertanto, alla luce delle diverse segnalazioni, che si possa incrementare l'attività ispettiva e migliorare le disposizioni relative ai soggetti che convalidano questa procedura.

Risposta del governo

Grazie Presidente, grazie onorevole. Proprio al fine di contrastare il fenomeno delle dimissioni in bianco, nell'ambito della riforma del lavoro realizzata con i decreti di attuazione del Jobs Act è stata inserita una specifica disposizione in base alla quale le dimissioni e la risoluzione consensuale del rapporto di lavoro devono essere fatte, a pena di inefficacia, esclusivamente con modalità telematica. Questa disposizione è stata resa operativa a partire dal 12 marzo 2016 con l'entrata in funzione del sistema applicativo accessibile sia dal sito istituzionale del Ministero che dal portale ClicLavoro. La comunicazione che rende effettiva la volontà di cessare il rapporto di lavoro per dimissioni o risoluzione consensuale può essere effettuata direttamente dal lavoratore oppure per il tramite dei soggetti intermediari indicati dalla norma. A seguito dell'avvio del sistema applicativo, il numero delle cessazioni per dimissioni è significativamente diminuito. Dai dati rilevati dall'INPS emerge che le cessazioni per dimissioni relative ai contratti a tempo indeterminato sono diminuite da 938 mila del 2015 a 812 mila del 2016. Lo stesso trend si registra anche per i contratti a tempo determinato: infatti, da 313 mila del 2015 si è passati a 243 mila del 2016.

Ciò posto, con riferimento all'attività di vigilanza, faccio presente che gli ispettorati territoriali del lavoro, in presenza di segnalazioni sindacali concernenti l'indebita attivazione della procedura di dimissioni telematiche, provvedono tempestivamente a disporre gli opportuni accertamenti ispettivi volti a rilevare e perseguire eventuali fattispecie illecite. Con specifico riferimento a quanto evidenziato dagli interroganti, il competente ispettorato del lavoro ha reso noto di avere effettuato nel corso del 2016 accertamenti ispettivi e, nell'ambito di questi accertamenti, che sono tuttora in corso, sono state riscontrate dimissioni finalizzate a successive assunzioni per il conseguimento di illegittimi benefici contributivi.

A questo proposito, si evidenzia come la recente istituzione dell'ispettorato nazionale del lavoro, grazie all'integrazione dei servizi ispettivi già facenti capo al Ministero del lavoro e dell'INPS e dell'INAIL, e alla condivisione delle rispettive banche dati, consentirà, attraverso l'ottimizzazione delle risorse e l'analisi incrociata delle informazioni a disposizione dei tre enti, di perfezionare l'attività di intelligence e la programmazione degli accessi in materia, aumentando l'efficacia dell'azione di contrasto a possibili comportamenti illeciti. Con riferimento agli strumenti di contrasto al fenomeno delle dimissioni in bianco, si ricorda, altresì, la normativa in base alla quale le risoluzioni consensuali e le dimissioni presentate dalle lavoratrici madri e dai lavoratori padri durante l'arco temporale intercorrente tra l'inizio della gravidanza e il compimento del terzo anno di vita del figlio devono essere convalidate dal servizio ispettivo territoriale competente.

Quindi, si rammenta che la procedura di convalida in analisi è stata recentemente oggetto di una completa informatizzazione, che consentirà agli ispettorati territoriali del lavoro e alla sede centrale dell'ispettorato di disporre in tempo reale di ulteriori dati e di informazioni utili per la rilevazione di possibili fenomeni patologici e la conseguente attivazione di mirate azione di vigilanza.

Replica

Grazie, Ministro. Sì, noi ringraziamo per la risposta. Questa è una buona legge, che è stata attesa da tanto, e le dimissioni in bianco, ora che sono telematiche, possono finalmente essere controllate al meglio. Forse bisognerebbe, per essere proprio perfettamente certi il più possibile e fare in modo che non ci siano più abusi, anche cercare di tornare a come era la norma originaria, e quindi fare in modo che queste dimissioni siano in capo ai lavoratori, ai sindacati e alle direzioni del lavoro, forse non a capo dei consulenti del lavoro, che, a volte, purtroppo, lavorando per lo stesso datore di lavoro, rischiano di non essere del tutto terzi. E, visto che abbiamo la possibilità di averla in Aula, ne approfittiamo anche per fare un auspicio: visto che, come ci ha appena detto, sta andando a compimento tutto l'iter che porterà finalmente ad avere questa legge, ad avere una piena attuazione di questa legge, e visto che è passato un anno da poco, quasi un anno, dalla sua approvazione, mancherebbero solo i decreti attuativi per i tempi di preavviso e poi, dopo, saremmo veramente perfetti e saremmo finalmente in grado di portare avanti questa che è una buona legge, su cui abbiamo lavorato tanto e che credo faccia onore al lavoro del Governo e del Partito Democratico.