27/06/2023
Marco Furfaro
CIANI, GIRELLI, MALAVASI, STUMPO, CASU, FERRARI, FORNARO, GHIO
3-00495

Al Ministro della salute. — Per sapere – premesso che:

   il 24 giugno 2023 si è svolta a Roma la manifestazione nazionale «per la difesa e il rilancio del Servizio sanitario nazionale, pubblico e universale» e del diritto alla salute delle persone e nei luoghi di lavoro;

   diritto alla salute, Servizio sanitario nazionale pubblico, solidale e universale; adeguate risorse economiche, umane e organizzative; recupero liste di attesa; valorizzazione assistenza territoriale; piano straordinario di assunzioni di tutte le professioni sanitarie che vada oltre la stabilizzazione e il turnover, superando la precarietà e valorizzando le professionalità; sostegno alle persone non autosufficienti; tutela della salute e sicurezza sul lavoro sono solo alcuni degli slogan che hanno caratterizzato la manifestazione;

   le criticità emerse dopo la pandemia vanno affrontate anche grazie alle risorse del Piano nazionale di ripresa e resilienza, guardando al territorio e alle esigenze di una medicina di prossimità che sia adeguata alle prossime sfide;

   il ricorso alla spesa privata, in costante aumento, è incompatibile con un sistema universalistico, così come sancito dall'articolo 32 della nostra Costituzione;

   non è accettabile che chi può permetterselo ricorra alla sanità privata a causa delle lunghe liste di attesa e gli altri, la maggior parte, rinuncino a curarsi;

   per allinearsi al livello degli altri Paesi europei di riferimento, in Italia mancano all'appello 30.000 medici e 250.000 infermieri e non è una questione di numero chiuso per accedere alla facoltà di medicina o di mancanza di borse di specializzazione, ma di poca attrattività della professione, visto che i medici italiani guadagnano in media il 6 per cento in meno dei colleghi europei e gli infermieri il 40 per cento in meno;

   senza risorse e senza personale sanitario è impossibile recuperare le liste d'attesa, pur sapendo che il 65 per cento di prestazioni sono andate perse durante la pandemia;

   è necessario riportare al centro dell'agenda e del dibattito pubblico la sanità quale sistema universalistico di tutela della salute di ogni cittadino, a partire dall'attuazione del Piano nazionale di ripresa e resilienza con le case e gli ospedali di comunità, con i decreti attuativi della legge delega sulla non autosufficienza, con la ricerca di risorse necessarie ed urgenti per il Servizio sanitario nazionale –:

   alla luce dei fatti sopra esposti quali iniziative urgenti di competenza il Governo intenda porre in essere per azzerare le liste di attesa, per procedere all'assunzione di personale medico e sanitario rendendo maggiormente attrattive tali professioni, nonché per attuare nei tempi previsti dal Piano nazionale di ripresa e resilienza le case e gli ospedali di comunità evitando così di perdere i fondi previsti.

Seduta del 28 giugno 2023

Illustrazione e replica di Gian Antonio Girelli, risposta del Ministro della Salute, professor Orazio Schillaci

GIAN ANTONIO GIRELLI. Grazie, Presidente. Con questa interrogazione noi vogliamo evidenziare quanto emerso anche nella recente manifestazione nazionale del 24 giugno.

Questa è stata solo l'esempio di tante manifestazioni di insofferenza e di disagio che si susseguono nel nostro Paese e che hanno a che fare con l'impatto diretto su famiglie e persone delle liste d'attesa e della mancanza di prestazioni sanitarie di prossimità e fanno i conti con quanto evidenziato poc'anzi sul tema delle case di comunità e sugli ospedali di comunità, in prospettiva, perché le 309 case di comunità e i 91 ospedali, che rischiano di non essere realizzati, incideranno parecchio riguardo a questo. Però, hanno anche a che fare con il tema del personale, laddove i 30.000 medici e i 250.000 infermieri, nonché gli aumenti di stipendio rispetto agli standard europei, mettono in grave difficoltà la soluzione del problema. Il Ministro più volte ha rammentato la necessità di maggiori risorse e lui stesso ha, sia pure indirettamente, denunciato la situazione.

Con questa interrogazione noi chiediamo cosa intenda concretamente fare in fretta per dare risposta alle esigenze di tanti cittadini.

ORAZIO SCHILLACI, Ministro della Salute. Signor Presidente, ringrazio l'onorevole interrogante. Le questioni sollevate da questa interrogazione rappresentano le sfide che stanno caratterizzando l'attività del mio mandato, tenuto conto che propongono criticità risalenti ormai negli anni che ho ereditato dall'autunno scorso.

Con specifico riguardo alle liste d'attesa, ricordo che il decreto-legge del 29 dicembre 2022 ha introdotto le misure volte a favorire il recupero delle liste d'attesa per le prestazioni di assistenza specialistica ambulatoriale e per le prestazioni ospedaliere. In particolare, è stata prevista la possibilità, per regioni e province autonome, di rendere disponibili, per l'equilibrio finanziario 2022, le risorse correnti già previste dalla legge di bilancio n. 234 del 2021 non utilizzate al 31 dicembre scorso. È stata, inoltre, prevista la possibilità di avvalersi, sino al 31 dicembre di quest'anno, delle misure già disposte dai provvedimenti adottati in stato di emergenza sanitaria, ivi compresa la possibilità di avvalersi delle prestazioni ospedaliere e di specialistica ambulatoriale erogate dalle strutture private convenzionate. In data 30 maggio 2023 è stata inviata alle regioni una nota circolare per fornire specifiche indicazioni sulle attività di recupero delle prestazioni ambulatoriali, screening e ricovero ospedaliero per ridurre le liste d'attesa, con specifiche indicazioni sulle modalità di utilizzo.

Passo adesso al tema del personale sanitario, facendo una necessaria premessa. La situazione di carenze esistenti è frutto di errata programmazione dei fabbisogni del passato, a cui si sta ponendo rimedio mediante specifiche iniziative, condotte unitamente al Ministro dell'Università e della ricerca, con un progressivo aumento dei posti di ingresso alla facoltà di medicina. Aggiungo, inoltre, che anche il reiterarsi nel tempo delle diverse misure di contenimento della spesa, soprattutto relativa ai vincoli assunzionali, ha concorso a determinare carenza del personale sanitario. Dunque, nel decennio 2009-2019 il personale dipendente a tempo indeterminato del comparto sanità è diminuito del 6,5 per cento.

Sulla base di quanto detto, sono consapevole che è necessario agire in maniera strutturale e rapida, assicurare risorse necessarie al sistema e migliorare l'organizzazione dei servizi per far sì che il Sistema sanitario nazionale torni a essere maggiormente attrattivo per il personale sanitario giovane. Ecco perché, sin dall'insediamento di questo Governo, mi sono attivato, già in sede di legge di bilancio per il 2023, per riconoscere le gravose condizioni di lavoro del personale operante presso i servizi di pronto soccorso. È stato previsto un incremento della specifica indennità, con un impegno di spesa di 200 milioni annui. Inoltre, con il decreto-legge n. 34 del 2023, sono state adottate specifiche misure per facilitare il reclutamento strutturale di medici e rendere più attrattivo il Sistema sanitario nazionale. Al contempo, sono state adottate misure volte a ridurre il ricorso ai cosiddetti medici gettonisti, che hanno determinato un effetto distorsivo sul sistema.

Mi si permetta di concludere, però, sottolineando che accolgo con attenzione e preoccupazione le dichiarazioni di chi ribadisce che le politiche miopi del passato hanno ottenuto un solo e unico effetto, cioè un Sistema sanitario nazionale ingolfato, un serbatoio che perde e nel quale si è sempre e solo voluto aggiungere acqua senza riparare le falle strutturali. Le liste d'attesa non sono altro che il sintomo di un sistema da ripensare. Estendo nuovamente l'invito alle regioni, che non hanno utilizzato i fondi aggiuntivi stanziati, a farlo immediatamente. Non è accettabile che da Nord a Sud si debba parlare di sistema sanitario a variabilità regionale e non di servizio sanitario pienamente nazionale. Continueremo, in sintesi, la strada intrapresa sin dall'inizio del nostro mandato, cioè quella di ripensare un Servizio sanitario nazionale in cui ogni attore sia parte di una visione complessiva verso i cittadini.

 

GIAN ANTONIO GIRELLI. Grazie Presidente e grazie Ministro per la risposta. Non posso non sottolineare, però, alcune incongruità che hanno a che fare con le sue dichiarazioni nella risposta di oggi, ma anche in altre occasioni.

Non metto in discussione la buona fede e la volontà di queste dichiarazioni, ma non hanno una corrispondenza con gli stanziamenti adeguati di bilancio, perché lei ha giustamente ricordato l'incremento.

Tuttavia, lei stesso sa benissimo come questo incremento sia insufficiente a dare una risposta, tant'è che, in prospettiva, farà calare il rapporto rispetto al PIL nazionale, staccandoci ulteriormente da altri Paesi europei. Lei sa benissimo come, sul tema del personale, fatta la denuncia in passato, ci voleva qualcosa di più anche dal punto di vista economico per invertire la rotta e ottenere il risultato che lei indica. Sa benissimo che, anche sul tema dell'attuazione del PNRR, sul caso delle comunità e ospedali di comunità, non si sta facendo nulla per andare a recuperare il tempo perso e, quindi, dare piena attuazione a tutto questo. Ma sa anche bene come, rispetto all'involuzione della sanità privata - vorrei ricordare che sono 37 i miliardi che i cittadini e le cittadine italiani spendono di tasca loro per trovare nel privato una soluzione a quello che la sanità pubblica non riesce a dare -, ci sia bisogno non di politiche di contrasto, ma che facciano in modo che il privato diventi parte integrante di un governo pubblico di sistema, non certo lasciato a fare un po' quello che vuole, come ahimè purtroppo avviene.

Ma ancora mi lasci, Ministro, porre una riflessione - e poi concludo, Presidente - riguardo il regionalismo differenziato. Io credo che lei sappia che il collega Calderoli dice cose profondamente diverse rispetto a quello che lei sta dicendo, anzi sta evocando un rafforzamento del distinguo regionale nella gestione della sanità. Ed è l'esatto contrario di quello che lei ci sta dicendo, ma non perché ci siano regioni virtuose ed altre meno virtuose. Infatti, anche la virtuosa Lombardia, vorrei ricordare a tutti, se andiamo a vedere in termini di liste d'attesa, di desertificazione di medicina di prossimità e territoriale, di mancata risposta ai cittadini e di imperversare di sanità privata, molto dovrebbe far riflettere.

Mi auguro che la sua impostazione diventi davvero l'impostazione del Governo, che, ahimè, voglio sottolineare ancora una volta, va in una strada differente.