03/04/2019
Marianna Madia
MIGLIORE, CECCANTI, MARCO DI MAIO, FIANO, GIORGIS, MARTINA, ORFINI, POLLASTRINI, GRIBAUDO e ENRICO BORGHI
3-00669

Al Ministro per la pubblica amministrazione. — Per sapere – premesso che:

   tra le tante contraddizioni che hanno caratterizzato l'operato del Governo rispetto alle enunciazioni programmatiche, si segnala l'atteggiamento assunto nei confronti del personale della pubblica amministrazione e, più in particolare, del ricambio generazionale e dello sblocco totale del turn over, che i Governi a guida Partito democratico avevano avviato e strutturato, prevedendo, tra l'altro, l'assunzione di 50 mila dipendenti precari;

   la Ministra interrogata aveva a più riprese affermato che tale virtuoso processo di rinnovamento sarebbe stato mantenuto, se non rafforzato, e che le assunzioni del prossimo triennio sarebbero state anticipate al 2019;

   al contrario, con la norma inserita nella legge di bilancio per il 2019, si smentiscono tali propositi e, per la necessità di reperire risorse al fine di dare copertura economica ad alcune controverse misure, si stabilisce il divieto per la Presidenza del Consiglio dei ministri, i ministeri, gli enti pubblici non economici e le agenzie fiscali di effettuare, in riferimento alle ordinarie facoltà assunzionali per l'anno 2019, assunzioni di personale a tempo indeterminato con decorrenza giuridica ed economica anteriore al 15 novembre 2019, ovvero proprio quelle amministrazioni che dal 1° gennaio 2019 avrebbero potuto beneficiare dello sblocco del turn over;

   tale disposizione arreca un gravissimo danno alle migliaia di precari storici della pubblica amministrazione, che, in base ai requisiti della riforma della XVII legislatura, avevano acquisito il diritto di essere assunti immediatamente, e pregiudica il futuro umano e professionale dei tanti giovani che dopo anni di sacrifici e di studio hanno vinto un concorso pubblico ed erano in graduatoria pronti per essere assunti a tempo indeterminato;

   altrettanto scoordinata appare la disposizione in materia previdenziale contenuta nel cosiddetto «decretone», laddove si dispone che la «quota 100» si applichi ai dipendenti pubblici solo a decorrere dal 1° agosto 2019, per coloro che abbiano maturato i requisiti entro la data di entrata in vigore del medesimo decreto-legge. È di tutta evidenza lo sfasamento temporale tra le richiamate disposizioni ed il conseguente rischio di disfunzioni operative che ne discenderanno per le amministrazioni pubbliche. A tal riguardo, è emblematico il caso del personale medico e delle prime contromisure annunciate da alcuni presidenti di regione –:

   come si intenda intervenire al fine di scongiurare i richiamati rischi organizzativi nelle amministrazioni interessate e affinché non vengano frustrate le legittime aspettative delle migliaia di lavoratori precari che avevano, fino all'entrata in vigore del richiamato blocco delle assunzioni, la possibilità di essere stabilmente inseriti nella pubblica amministrazione.

Seduta del 3 aprile 2019

Illustrazione diGennaro Migliore, risposta del governo di Giulia Bongiorno, Ministra per la Pubblica amministrazione, replica di Marinna Madia.

Illustrazione

Signor Presidente, signora Ministra, vorrei che fosse chiaro a chi ci ascolta che c'è un paragone impietoso tra il nostro Governo e il vostro; noi abbiamo avviato un processo di stabilizzazione per 50 mila dipendenti pubblici precari che voi avete bloccato con la legge di bilancio del 2019 fino al 15 novembre di quest'anno. Ciò significa che state frustrando la legittima aspettativa di chi aveva già diritto, dal 1° gennaio di quest'anno, ad essere assunto; e lo avete fatto immolando queste persone sull'altare di provvedimenti che non avranno una tenuta per questo Paese e che potranno aumentare le disuguaglianze all'interno di questo Paese.

Allora, io chiedo: cosa farete voi perché ciò non si riproponga anche alla prossima legge di bilancio? Avete posposto queste stabilizzazioni a dopo le elezioni europee, lo avete fatto consapevolmente, pensando di poter tenere ancora in sospeso queste persone e, invece, fin dalla prossima legge di bilancio dovrete ritrovare altre risorse, partendo dai 40 miliardi in meno che vi mancano. È questo il motivo per il quale noi facciamo questa interrogazione, perché vogliamo che diciate, qui, che cosa intendete fare, rispetto a quelle persone che, fuori di qui, stanno aspettando un loro legittimo diritto.

Risposta del governo

Amministrazione, non istruzione… Le rispondo, segnalando preliminarmente che, per la prima volta, questo Governo ha garantito il turnover al 100 per cento per tutte le amministrazioni pubbliche e con la legge di bilancio di quest'anno sono state autorizzate assunzioni straordinarie per un numero di unità reclutabile per entità delle risorse che non hanno nessun tipo di precedente.

Con specifico riguardo al tema che lei pone - di procedere alle nuove assunzioni, perché, in data non anteriore al 15 novembre 2019 - voglio essere chiara: non si tratta assolutamente di un arretramento del Governo rispetto alla politica di rinnovamento della PA e non ci sarà nessun ritardo, perché tutti sanno che l'iter delle procedure di assunzioni si conclude dopo il primo semestre di ogni anno, perché le amministrazioni devono presentare le loro richieste al dipartimento della funzione pubblica e alla Ragioneria generale e il provvedimento di autorizzazione ad assumere deve essere registrato dalla Corte dei conti. Pertanto, di norma, le amministrazioni procedono al perfezionamento delle assunzioni esattamente nell'ultimo trimestre dell'anno. In ogni caso, questo obbligo non riguarda gli enti di ricerca nazionale, le regioni, le province e gli enti locali, non impedisce di bandire ed espletare nuovi concorsi, non incide sulle procedure già autorizzate alla data di entrata in vigore della disposizione, né su quelle autorizzate successivamente che si riferiscono a facoltà assunzionali anteriori al 2018 e non riguarda assunzioni straordinarie finanziate con la legge di bilancio.

Pertanto, fin dal 1° gennaio 2019, le amministrazioni hanno potuto avviare tutte le procedure concorsuali già autorizzate nel 2018 ed effettuare le assunzioni di cui al piano straordinario previsto nella legge di bilancio per il 2019. Il termine del 15 novembre è coerente con la possibilità di utilizzare le graduatorie approvate tra il 1° gennaio 2010 e il 31 dicembre 2013, la cui efficacia è stata prorogata fino al 30 settembre 2019.

Per quanto riguarda la “quota 100”, le previsioni della possibilità di andare in pensione soltanto a decorrere dal 1° agosto sono funzionali a garantire che la fuoriuscita degli aventi diritti non incida in alcun modo sulla continuità dei servizi.

Per quanto riguarda le carenze del personale medico, queste sono state originate non già dall'entrata in vigore della “quota 100”, bensì dalla scelta operata dai precedenti Governi di imporre agli enti di Servizio sanitario nazionale di contenere, fino all'anno 2020, le spese di personale entro il limite della spesa sostenuta nell'anno 2004, ridotta dell'1,4 per cento.

Per concludere, le segnalo che questo problema è stato già affrontato e risolto con una specifica disposizione del decreto-legge “quota 100” che prevede per gli enti del Servizio sanitario di conteggiare, ai fini delle nuove assunzioni, anche le cessazioni effettuate in corso d'anno; con un decreto-legge che verrà approvato prossimamente al Consiglio dei ministri è stato finalmente eliminato l'obbligo di rispettare il tetto di spesa relativo all'anno 2004. Questi sono provvedimenti importanti di questo Governo.

Replica

Presidente, grazie. Noi non siamo soddisfatti o, meglio, potremmo perfino essere parzialmente soddisfatti solo per il fatto che la Ministra Bongiorno, oggi, è qui, per qualche minuto, ad occuparsi di pubblica amministrazione, ma, purtroppo, nel merito non siamo soddisfatti. Vede, Presidente, noi avevamo lasciato una situazione di ritorno alla normalità, con il rinnovo dei contratti dei dipendenti pubblici, sul fronte economico, e, sul fronte normativo, con lo sblocco delle assunzioni al 100 per cento lasciato dai governi di centrosinistra, questa è la verità, Ministra, la smetta di dire bugie. Le norme per superare il precariato di Stato di persone che erano intrappolate in situazioni di precarietà da anni nell'amministrazione pubblica e i piani dei fabbisogni per fare in modo che le nuove assunzioni fossero mirate alle professionalità che servono a far arrivare servizi ai cittadini, questo, noi lo abbiamo fatto in ragione del fatto che sappiamo, che sapevamo che dal 2018, per i prossimi cinque anni, ci sarebbero stati dei pensionamenti fisiologici nell'amministrazione pubblica, di 450 mila persone.

Ora, le nostre scelte sono state chiare, di ritorno alla normalità; a me sembra che l'attuale Governo, invece, abbia molta incertezza sul tema del reclutamento; vedo certezze solo da una parte, con un “brunettismo 2.0”, le impronte digitali anche per i presidi, con un “ghedinismo 4.0” l'avvocato del capo, a spese della collettività, ma l'unica certezza sul reclutamento è che nella legge di bilancio voi avete bloccato il turnover, le amministrazioni non stanno bandendo concorsi, i precari sono intrappolati in questo blocco, e tutto questo non è certo ininfluente, come ha detto la Ministra qualche mese fa.