07/11/2017
Nicodemo Nazzareno Oliverio
3-03344

 

Al Ministro delle politiche agricole alimentari e forestali. — Per sapere – premesso che:

   il 4 novembre del 2016 è entrata in vigore la legge 199 per il contrasto al caporalato in agricoltura che ha rafforzato gli strumenti penali per la lotta contro questa piaga intollerabile;

   il fenomeno dell'intermediazione illegale e dello sfruttamento lavorativo in agricoltura – secondo stime sindacali e delle associazioni di volontariato – coinvolge circa 400.000 lavoratori in Italia, sia italiani che stranieri, ed è diffuso in tutte le aree del Paese e in settori dell'agricoltura molto diversi dal punto di vista della redditività, abbracciando un arco di produzioni che vanno dal pomodoro ai prodotti della viticoltura;

   il provvedimento, fortemente voluto dal partito democratico e approvato senza voti contrari, si inserisce comunque in un quadro di azioni già messe in atto dal Governo e risponde all'esigenza particolarmente avvertita di compiere un ulteriore e decisivo passo in avanti nella battaglia contro questa vera e propria piaga sociale;

   ad un anno dalla sua entrata in vigore si rilevano segnali molto positivi sull'applicazione di tale legge che ha previsto anche un potenziamento delle azioni di prevenzione del fenomeno; si registrano pertanto positivi aumenti dei controlli ed un'applicazione puntuale della norma come, tra l'altro, dimostrata dalle inchieste in corso da parte della magistratura su inaccettabili episodi di sfruttamento;

   inoltre, il numero limitato di episodi dimostra una responsabilizzazione di tutta la filiera agricola che si trova a subire la concorrenza sleale di chi si pone volontariamente fuori dalla legalità;

   in particolare, recenti inchieste giornalistiche, anche estere, stanno evidenziando importanti problemi di trasparenza e legalità nella filiera del pomodoro Made in Italy;

   gli impegni del Governo su questo tema sono stati confermati e rilanciati in una riunione del 18 ottobre 2017 a cui hanno partecipato i ministri Martina, Orlando, Poletti e Minniti insieme all'Inps, ai sindacati, alle organizzazioni agricole ed all'industria alimentare –:

   quali iniziative si stiano mettendo in campo per intensificare la lotta al caporalato, per rafforzare la rete del lavoro agricolo di qualità, per potenziare la trasparenza nei rapporti di filiera e per valorizzare il Made in Italy agroalimentare, con particolare riferimento alla filiera del pomodoro.

 

Seduta dell'8 novembre 2017

Illustra Luca Sani, Risponde Maurizio Martina, Ministro delle Politiche Agricole, Replica Nicodemo Nazzareno Oliverio

 

Illustrazione

Grazie, signor Presidente. Signor Ministro, è trascorso un anno dall'approvazione della legge n. 199 sul contrasto al caporalato: una legge fortemente voluta da lei, dal Governo e sostenuta con convinzione dal Partito Democratico. La legge si fonda sostanzialmente su due pilastri: uno repressivo, che ha funzionato bene per aumento ed efficacia dei controlli, per la stessa ammissione di organizzazioni sindacali; l'altro preventivo, più articolate e complesso, che comprende anche la cosiddetta rete del lavoro di qualità. In particolar modo, su quest'ultimo aspetto, anche rispetto alla filiera del pomodoro, le chiediamo quali iniziative intenda promuovere a tutela dei lavoratori, delle aziende agricole oneste, che sono la stragrande maggioranza del tessuto agricolo nazionale e del made in Italy agroalimentare italiano.

 

Risposta

Grazie, Presidente. Onorevoli deputati, a un anno dall'entrata in vigore della legge sul contrasto al caporalato, effettivamente, i risultati ottenuti sono molti, in particolare sul versante della repressione, come è stato richiamato. Abbiamo rafforzato concretamente gli strumenti penali per la tutela effettiva delle lavoratrici e dei lavoratori. Do due dati importanti: l'aumento dell'occupazione in agricoltura del 5 per cento e, soprattutto, l'aumento dei contributi versati in agricoltura del 7 per cento. Sono indicazioni che, secondo me, segnalano l'importanza del lavoro messo in atto, anche attraverso la legge di contrasto al caporalato.

Il Governo è ulteriormente impegnato a rafforzare queste azioni: proprio due settimane fa abbiamo aperto questa seconda fase di sperimentazione, in particolare, di modelli di incontro fra domanda e offerta più efficaci per il coinvolgimento delle organizzazioni agricole e sindacali. Abbiamo proposto di partire da Foggia come luogo simbolo cruciale per la presenza di migliaia di aziende agricole che rispettano la legge e che subiscono la concorrenza, spesso sleale, di chi sfrutta.

Posso comunicare, qui, oggi, che si è svolta proprio oggi, a Foggia, la riunione preliminare della prima sezione territoriale della Rete del lavoro agricolo di qualità, proprio nel senso delle indicazioni che anche l'interrogante richiamava.

Voglio anche aggiungere che, proprio oggi, per lavorare sulla trasparenza di filiera, in particolare, nel comparto del pomodoro, proprio questa mattina, al Ministero, abbiamo riunito le organizzazioni agricole sindacali, l'industria, la grande distribuzione, i soggetti del terzo settore, tutti insieme per rilanciare un impegno comune su questo fronte. Si tratta di tutelare una delle esperienze agricole più rappresentative del made in Italy, difendendo la credibilità e isolando chi sfrutta e si pone chiaramente fuori dalle regole. A questo scopo, abbiamo dato vita a un gruppo di lavoro ristretto tecnico, che individui rapidamente strumenti più efficaci per la totale tracciabilità dei prodotti in vista della prossima campagna di raccolta; nella stessa direzione va anche il decreto interministeriale, che abbiamo già firmato, per introdurre l'obbligo di indicazione dell'origine dei derivati del pomodoro. Mi pare che sia un complesso di azioni nuove, straordinarie, che dà conto dell'attività del Governo a tutela del buon lavoro in agricoltura, della dignità dei lavoratori e, in generale, a sostegno di un comparto strategico per lo sviluppo del nostro Paese.

 

Replica

Signor Presidente, ringrazio, innanzitutto, il Ministro Martina e tutto il Governo per i risultati conseguiti nella lotta per contrastare il caporalato, un fenomeno che nessuno, finora, era riuscito a fermare, una piaga che vive e si alimenta con la violenza, il sopruso e che coinvolge direttamente le bande della criminalità, comune e organizzata. Un plauso va alle forze dell'ordine e alla magistratura per le operazioni di contrasto di questi ultimi mesi. È assolutamente positiva l'iniziativa di rilanciare ancora sul fronte della prevenzione; è questa la sfida che pone anche la legge che abbiamo fortemente voluto lo scorso anno. L'avvio della sperimentazione della Rete di lavoro agricolo di qualità a Foggia è un segnale molto positivo, perché dimostra l'impegno concreto per aiutare le imprese agricole oneste e dare più opportunità ai lavoratori.

Il mondo agricolo italiano è in prima linea nella battaglia per il rispetto dei diritti e per la legalità. Il caporalato conta un esercito di 400.000 arruolati, sono gli invisibili della terra, i fantasmi in nero, le braccia armate dell'agricoltura, quelli che lavorano da sfruttati senza mai fermarsi, per una manciata di euro. Ma dobbiamo puntare i riflettori anche su quello che si può definire il caporalato bianco, una forma silenziosa, ma devastante, di sfruttamento, che subiscono le imprese agricole, costrette, da un sistema speculativo impietoso, a vendere i prodotti agroalimentari sottocosto, a condizioni e a prezzi inaccettabili. A Rosarno, ancora, per comprare un caffè occorre vendere 12 chilogrammi di arance. È un sistema sul quale si devono, ora, concentrare il Governo e il Parlamento.

Abbiamo avviato efficacemente il percorso per battere il caporalato, grazie ad una serie di norme durissime, chiare, applicabili in ogni caso, ora non dobbiamo abbassare la guardia e continueremo sulla strada della legalità, a difendere le imprese oneste e a migliorare la produzione agroalimentare italiana. Grazie, signor Presidente, anche per la pazienza di questo ulteriore minuto.