26/06/2019
Vito De Filippo
CAMPANA, CARNEVALI, UBALDO PAGANO, PINI, RIZZO NERVO, SCHIRÒ, SIANI, GRIBAUDO, ENRICO BORGHI, FIANO
3-00824

Al Ministro della salute. — Per sapere – premesso che:

   nonostante le dichiarazioni riportate dal Ministro interrogato sugli obiettivi raggiunti in un anno di mandato, con le quali si sottolineano gli aumenti dei finanziamenti in sanità («Abbiamo finalmente ricominciato a investire sulla sanità pubblica: +4,5 miliardi di euro per il fondo sanitario nazionale nel triennio 2019-2021»), la nuova bozza di Patto per la salute inviata dal Ministero della salute alle regioni ha, invece, allarmato le stesse regioni per il contenuto del primo articolo, nel quale, alla voce finanziamenti, è stata introdotta la clausola che subordina le risorse definite nell'ultima manovra (2 miliardi di euro in più per il 2020 e 1,5 miliardi di euro per il 2021) «salvo eventuali modifiche che si rendessero necessarie in relazione al conseguimento degli obiettivi di finanza pubblica e a variazioni del quadro macroeconomico»;

   l'eventuale taglio potrebbe a sua volta far saltare alcune delle novità di maggior rilievo del nuovo Patto per la salute, come l'abolizione del superticket, subordinata dallo stesso Patto all'accesso delle regioni «all'incremento del livello del finanziamento a partire dal 2020», o le nuove assunzioni di medici e infermieri ospedalieri, visto che all'articolo 11 del «decreto Calabria» si prevede un aumento della spesa del personale sul 2018 legata a «un importo pari al 5 per cento dell'incremento del fondo sanitario regionale rispetto all'esercizio precedente». Incremento ora a rischio e che metterebbe ancora più in difficoltà quelle regioni che negli ultimi mesi, per coprire le carenze di personale ospedaliero, stanno ricorrendo a soluzioni straordinarie come il ricorso ai medici in pensione o a quelli militari –:

   se non ritenga doveroso, alla luce anche delle dichiarazioni rilasciate, espungere la clausola in oggetto, vista anche la necessità per le regioni di avere un quadro certo di finanziamenti a breve e medio termine, senza che questi siano condizionati dalla variazione del quadro macroeconomico, anche nella prospettiva di dover assumere nuovo personale alla luce della carenza attuale di medici e infermieri ospedalieri. 

Seduta del 26 giugno 2019

Illustrazione di Luca Rizzo Nervo, risposta del governo di Giulia Grillo, Ministra della salute, replica di Elena Carnevali

Illustrazione

Grazie, Presidente. Signora Ministra, la nostra domanda muove da una contraddizione che ci pare evidente e preoccupante su un tema così decisivo quale il diritto alla salute dei cittadini, un diritto che attiene alla principale delle sicurezze che danno serenità alle persone: avere servizi adeguati ai propri bisogni di salute.

Vi abbiamo sentito dire, in passato, di condividere la necessità di rimettere al centro dell'agenda politica nazionale la salute, nei rischi che corre fra carenza di medici, diseguaglianze territoriali, rischio definanziamento, attraverso un investimento di risorse aggiuntive sul triennio per 4 miliardi e mezzo. Troviamo deludente e preoccupante che, nella bozza di Patto per la salute inviata alle regioni, quell'investimento venga subordinato ad eventuali modifiche necessarie per gli obiettivi di finanza pubblica, cioè per tenere in ordine i conti.

Lei sa, come noi, che mettere in discussione quelle risorse aggiuntive vuole dire rinunciare ad alcune scelte rilevanti, quali l'abolizione del superticket, l'assunzione di medici ed infermieri ospedalieri, aggravando la situazione di grave carenza medica esistente, già drammatica in alcune regioni. Tagliare la sanità per far quadrare i conti nelle stesse ore in cui si favoleggia di far pagare un 15 per cento di tasse anche ai ricchi è ingiusto e inaccettabile… Concludo, Presidente. E le chiediamo garanzie, togliendo la clausola in oggetto, dimostrando davvero che la salute dei cittadini non è la Cenerentola delle politiche di questo Governo, subordinabile alla propaganda di Stato.

Risposta del governo

 Grazie, Presidente. Dopo anni di progressivi e inesorabili disinvestimenti nella sanità pubblica, questo Governo ha effettuato, praticamente alla prima occasione che ha avuto, e cioè nella sua prima legge di bilancio, una scelta di campo che io considero estremamente qualificante per l'intera attività di Governo, e dunque anche per questo motivo irreversibile. E così, dopo innumerevoli tagli, possiamo finalmente ridiscutere in quest'Aula di un aumento del finanziamento del Fondo sanitario nazionale pari a 2 miliardi di euro per il 2020 e ulteriori 1 miliardo e mezzo per il 2021. Questi aumenti, è vero, sono condizionati proprio all'adozione del Patto della salute 2019-21, corrispondendo quindi ad una logica di vero cambiamento, per la quale ai maggiori investimenti deve corrispondere un impegno a realizzare azioni che portino a un effettivo miglioramento del sistema, a beneficio finale ed esclusivo dei cittadini che tali investimenti pagano con le loro tasse.

È questo il senso dell'accordo sancito in legge di bilancio tra, appunto, il Governo da una parte e le regioni dall'altra.

Dico subito che, come Ministro della salute, intendo svolgere il ruolo di garante di questo accordo, in nome del quale, in un contesto di grande serietà e collaborazione, è stato già avviato il percorso che porterà alla stipula del Patto della salute. Per questo motivo, non appena sono venuta a conoscenza delle intenzioni del MEF di inserire nella bozza del nuovo Patto della salute una clausola finanziaria che vincola l'incremento del Fondo al conseguimento degli obiettivi di finanza pubblica e variazione del quadro macroeconomico, ho immediatamente chiesto un incontro al Ministro Tria, dal quale mi recherò insieme al Presidente della Conferenza delle regioni e delle province autonome Bonaccini, per far ribadire l'impegno dell'intero Governo a confermare un quadro di risorse certe da destinare alla sanità pubblica.

Per amore della verità, va detto che questa clausola che abbiamo rivisto comparire in questo Patto della salute e che mi trova totalmente contraria, in realtà era stata inserita nel precedente Patto della salute, varato proprio dal Governo del Partito Democratico, e che produsse allora i suoi effetti, tanto è vero che il finanziamento del Fondo sanitario nazionale previsto nel Patto della salute era di 115,5 miliardi, e invece venne finanziato per 111 miliardi. Ecco, noi non vogliamo fare assolutamente lo stesso errore fatto, in quella circostanza, dal Partito Democratico. Ma voglio ancora essere più franca, perché la mia convinzione è che questo schema debba essere cambiato, e che alla sanità non debba essere tolto più neanche un centesimo; e non solo; che ci voglia una certezza di risorse e di finanziamenti per compiere un'adeguata programmazione. Ed è per questo che in questi giorni le forze parlamentari della maggioranza, MoVimento 5 Stelle e Lega, stanno lavorando proprio ad una mozione che intende impegnare il Governo a finanziare in maniera fissa e ad aumento progressivo il Fondo sanitario nazionale, per far sì che non sia ancora una volta oggetto di possibili tagli, come è stato in passato.

Replica

 Grazie, signora Presidente. Vede, Ministra Grillo, noi le abbiamo già detto recentemente, sempre in quest'Aula, durante un question time, di usare parole di verità. Bene, noi non le permettiamo più di usare le fake in quest'Aula.

Nella scorsa legislatura, dal 2013 al 2018, noi abbiamo messo 6,5 miliardi di risorse sul Fondo nazionale: siamo entrati nel 2013, avevamo 3.500 borse di specialità; siamo usciti da quest'Aula, noi abbiamo portato le borse a più di 6.500, che, con quelle delle regioni, fanno più di 7 mila (Commenti della Ministra Grillo). Quindi, è inutile che lei si permetta pure di sbeffeggiare: siccome questi dati non li dà lei e non se li inventa, ma li danno le regioni, almeno impari a leggere le tabelle che le regioni danno!

E poi scusi, un'altra osservazione: lei gioca sempre, come al solito, su due piani. Il primo: ha smentito che avrebbe sempre avuto contro il Patto della salute, e poi l'ha utilizzato pari pari; ha detto che con il Governo del cambiamento sarebbe finalmente cambiato; ha voluto, nella legge di bilancio, che entro il 31 marzo il Patto della salute fosse sottoscritto. Il risultato è che non solo ha bocciato i nostri emendamenti, che le chiedevano di avere più tempo, come il buon senso chiede, il buon senso chiedeva; e alla fine che cosa arriva a fare? Lei sta allungando il brodo. Lo allunga facendo gli stati generali di consultazione con la maratona: benissimo, ma perché ci ha impiegato sette mesi a fare la maratona sul Patto della salute? Non poteva iniziare a farla a gennaio? Viene a dirci alla fine… questa è la conclusione, perché nelle risposte che dà alla stampa dice: cercherò garanzie quando faremo l'assestamento di bilancio. Bene, cioè nelle nuove manovre del DEF, con l'aggiornamento del DEF; vuol dire che le risposte noi le avremo da qui a settembre.

La gara di chi è più preoccupato non la vince lei, non la vince questo Parlamento, ma la vincono i cittadini; e lei, oggi, non ha dato meno di mezza risposta e meno di mezza garanzia che quel taglio ai 2 miliardi non ci sarà.