08/05/2019
Andrea Romano
BURATTI, SERRACCHIANI, BOSCHI, MORETTO, BENAMATI, BONOMO, GAVINO MANCA, MOR, NARDI, NOJA, ZARDINI, GRIBAUDO, ENRICO BORGHI, FIANO, CENNI e CIAMPI
3-00719

Al Ministro dello sviluppo economico. — Per sapere – premesso che:

   nel maggio 2018 è stato firmato, grazie al lavoro di coordinamento svolto nei mesi precedenti dal Governo pro tempore Gentiloni e dalla presidenza della regione Toscana, l'accordo di cessione della Cevital Spa (acciaierie di Piombino, ex Aferpi) al gruppo Jindal South West Steel;

   l'accordo e il successivo piano industriale prevedevano, dal lato imprenditoriale, dopo 18 mesi di valutazione, la costruzione di due forni elettrici con produzione di tre milioni di tonnellate di acciaio l'anno da destinare alla laminazione attraverso un nuovo treno per la produzione di coils, e un successivo terzo forno elettrico per la produzione di semiprodotti lunghi (blumi e billette) per alimentare i treni di laminazione preesistenti (rotaie, vergella e barre) con impegno ad utilizzare l'intera forza lavoro di circa 2.000 unità;

   l'accordo e la successiva ratifica dell'accordo di programma prevedevano l'impegno del Governo italiano per la riduzione dei costi energetici, di bonifica ambientale, precise garanzie sull'utilizzo del porto di Piombino, oltre alla garanzia di adeguati strumenti di ammortizzazione sociale per l'intera durata dell'attuazione del piano industriale;

   l'accordo prevedeva inoltre periodici momenti di verifica dopo il trasferimento degli impianti alla nuova proprietà;

   il prossimo novembre scadranno i diciotto mesi del periodo di valutazione previsti nell'accordo e necessari per verificare la fattibilità del piano industriale e dunque la prosecuzione degli impegni della Jindal South West Steel –:

   quali iniziative il Ministro interrogato abbia assunto o intenda assumere in merito agli impegni sottoscritti dal Governo ed illustrati in premessa per garantire la fattibilità del piano industriale e, dunque, la prosecuzione degli impegni della Jindal South West Steel e assicurare la copertura degli ammortizzatori sociali previsti dall'accordo.

Seduta dell'8 maggio 2019

Illustrazione di Umberto Buratti, risposta del governo di Luigi Di Maio, ministro dello Sviluppo economico, del Lavoro e delle politiche sociali, replica di Andrea Romano.

Illustrazione

Grazie, Presidente. Nel maggio 2018 è stato firmato, grazie al lavoro fatto dal Governo Gentiloni e dalla presidenza della regione Toscana, il contratto di cessione della Cevital SpA, acciaierie di Piombino ex Aferpi, al gruppo indiano Jindal South West. L'accordo prevedeva, tra l'altro, l'utilizzo dell'intera forza lavoro di circa 2.000 unità, la costruzione di tre forni elettrici con produzione di 3 milioni di tonnellate di acciaio all'anno, oltre all'impegno del Governo per progetti di bonifica ambientale e risanamento e precise garanzie sull'utilizzo del porto di Piombino e la garanzia di adeguati strumenti di ammortizzatori sociali per l'intera durata dell'attuazione del piano industriale.

Il prossimo novembre scadranno i diciotto mesi del periodo di valutazione previsti nell'accordo. Si chiede, pertanto, di sapere quali iniziative, signor Ministro, abbia assunto o intenda assumere in merito agli impegni sottoscritti dal Governo per garantire la fattibilità del piano industriale e, dunque, la prosecuzione degli impegni della Jindal South West Steel e assicurare la copertura degli ammortizzatori sociali previsti dall'accordo.

Risposta del governo

Grazie, Presidente. Sulle vicende riguardanti il sito siderurgico Aferpi di Piombino voglio precisare che presso il Ministero dello Sviluppo economico è istituito, come citato dal deputato interrogante, un apposito tavolo di confronto con tutte le parti interessate al fine di consentire un monitoraggio costante sugli impegni assunti da Jindal South West Steel S.r.l. con l'accordo di programma sottoscritto a luglio 2018, in occasione dell'acquisto delle partecipazioni in Aferpi. In occasione dell'ultimo incontro del tavolo, che si è tenuto lo scorso febbraio, è stato fatto il punto sullo stato di avanzamento del piano industriale e degli impegni assunti da Jindal con il Ministero dello Sviluppo economico e la regione Toscana. Ricordo che Jindal si era impegnata a svolgere l'attività aziendale secondo le previsioni del piano industriale per un periodo di due anni a partire dal 24 luglio 2018 e a mantenere i livelli occupazionali per un analogo periodo di due anni dal trasferimento delle azioni. L'azienda ha illustrato i passi che finora hanno consentito il riavvio di tre linee di laminatoi nel sito di Piombino attraverso il reimpiego in media di 630 lavoratori a tempo pieno. Per il primo trimestre del 2019 vi è stato un ulteriore aumento della produzione di rotaie e barre anche a seguito di altre commesse ricevute, che permetterebbero di aumentare il numero dei lavoratori reimpiegati. Infine è stato assicurato il rispetto degli impegni per nuovi investimenti sul sito e sulla sicurezza dei lavoratori, per le bonifiche e per la demolizione dei vecchi impianti presenti nell'area anche attraverso risorse già previste nello stesso accordo di programma. Pertanto, fino a tutto il primo trimestre del 2019, occupazione e produzione sono in linea con il piano.

Un nuovo tavolo di monitoraggio sul sito di Piombino è previsto entro la fine di questo mese. Sul fronte dell'occupazione, in particolare, preciso che sono in fase istruttoria i decreti di concessione della Cassa integrazione straordinaria per il periodo dal 1° novembre 2018 al 31 ottobre 2019, anche alla luce di alcuni approfondimenti ispettivi in merito alla corretta attuazione del precedente contratto di solidarietà. Quanto ai costi dell'energia, citati nell'interrogazione, è stato istituito un tavolo tecnico per valutare l'eventuale possibilità di intervenire sul costo dell'energia in generale, attivando gli strumenti a disposizione del Ministero dello Sviluppo economico. Solo al termine di questi tavoli istituiti sarà possibile valutare compiutamente la questione. In ogni caso, il tavolo di fine maggio ci consentirà, attraverso il monitoraggio costante, di capire a che punto sia l'attuazione del piano.

Replica

Ministro, la ringrazio ma lei oggi non ha risposto all'unica domanda a cui doveva rispondere, cioè se il suo Governo, se lei è in grado o non è in grado di dare certezze ai tremila lavoratori delle acciaierie di Piombino e dell'indotto, quindi alle loro tremila famiglie che non sanno cosa sarà del loro futuro concretamente. Infatti a questa domanda lei non ha dato risposte concrete. Quando un politico siede su quei banchi di Governo non può praticare in eccesso lo sport della propaganda, che pure mi sembra essere l'attività nella quale si concentra il suo Governo, ma deve dare risposte concrete. Quando il Governo italiano era guidato dal PD, quelle risposte concrete ci furono anche per Piombino e per la provincia di Livorno relativamente alle acciaierie. Quel Governo individuò, insieme alla regione Toscana, una soluzione che sembrava impossibile: un nuovo socio internazionale che rilevasse e rilanciasse gli impianti e quindi desse un futuro a quei lavoratori. Oggi il vostro compito - il suo compito, signor Ministro - dovrebbe essere uno solo: garantire il rispetto degli impegni presi allora dal Governo italiano con quei lavoratori e con quel socio. Lo state facendo? State garantendo il rispetto di quegli impegni? State lavorando per evitare il rischio che il nuovo proprietario degli impianti abbandoni l'investimento, trascorsi i diciotto mesi previsti dall'accordo? La risposta purtroppo è no e le sue risposte di oggi, molto lacunose, ce lo confermano. Dov'è il vostro lavoro per ridurre i costi energetici? Dove sono le riduzioni per i costi delle bonifiche ambientali? Dove sono le garanzie per il porto di Piombino? Quali iniziative sono state assunte per la copertura degli ammortizzatori sociali? Lei oggi mi parla di un'istruttoria: qualche mese fa i militanti dei Cinque Stelle a Piombino definirono quella cassa integrazione un privilegio concesso impropriamente ai lavoratori di Piombino. Che cosa ne è stato delle commesse ferroviarie, il vero nucleo di produzione delle acciaierie di Piombino, che sono state ridotte in maniera drammatica? Soprattutto, quando vi deciderete a incontrare i lavoratori delle acciaierie per informarli di quanto sta accadendo?

Vede, Ministro, concludo, la scadenza di quei diciotto mesi è domani - il prossimo autunno - e non si può arrivare alla vigilia di quella scadenza per sapere cosa succederà. Tremila famiglie attendono di conoscere il proprio futuro e hanno il diritto di conoscerlo oggi da voi che oggi occupate i banchi di Governo.