05/07/2022
Enrico Borghi
QUARTAPELLE PROCOPIO, CECCANTI, CIAMPI, FIANO, GIORGIS, MAURI, POLLASTRINI, RACITI, BERLINGHIERI e LORENZIN.
3-03062

 Al Ministro dell'interno. — Per sapere – premesso che:

   da notizie a mezzo stampa si è appreso che il nuovo sistema dell'accoglienza diffusa per i profughi ucraini in fuga dalla guerra, introdotto dal decreto-legge n. 21 del 2022 e dal decreto-legge n. 50 del 2022 e che fa perno sul coinvolgimento del terzo settore, sta procedendo molto a rilento per una serie di motivi, tra i quali è da annoverare senz'altro la gran mole di adempimenti burocratici che sono stati richiesti agli enti del terzo settore e che hanno spesso impedito di fatto la firma delle necessarie convenzioni e, dunque, il conseguente sblocco dei fondi;

   anche la necessità di siglare un accordo di programma con i comuni, per far partire le convenzioni, si sta rivelando un punto critico, non avendo molti comuni ancora dato il via libera a questi accordi;

   i fondi stanziati per l'accoglienza diffusa messa in campo dagli enti del terzo settore non sono stati dunque ancora erogati, mentre ci sarebbero a disposizione 318 milioni di euro, che comprendono anche le risorse per il contributo di sostentamento agli ucraini, che hanno trovato una sistemazione autonoma;

   particolarmente allarmante è poi la situazione di numerose famiglie italiane che, sulla spinta delle dichiarazioni del Governo e con grande generosità, hanno aperto le proprie case e offerto la propria ospitalità, nella convinzione che prima o poi avrebbero ricevuto un sostegno in tal senso, mentre è ormai chiaro che le famiglie, che in questi mesi hanno già accolto i profughi, facendosi carico delle spese, rimarranno fuori dal sistema dell'accoglienza diffusa;

   trascorsi più di quattro mesi dallo scoppio della guerra e anche alla luce del vertiginoso innalzamento dei prezzi, appare grave che gli enti e le associazioni del terzo settore, che tramite strutture e famiglie hanno fornito ospitalità ai rifugiati fin dalle prime settimane, non abbiano ancora ricevuto risorse –:

   quali iniziative urgenti di competenza intenda adottare per valorizzare il più possibile l'accoglienza dei profughi presso le famiglie italiane, reperendo quanto prima le risorse necessarie a sostenere queste famiglie, nonché in generale per favorire la più ampia sburocratizzazione degli adempimenti necessari alla stipula delle convenzioni.

Seduta del 6 luglio 2022

Illustrazione di Lia Quartapelle Procopio, risposta della Ministra dell'Interno, Luciana Lamorgese, replica di Enrico Borghi

LIA QUARTAPELLE PROCOPIO. Grazie, Presidente. Abbiamo parlato spesso, anche in quest'Aula, della straordinaria generosità di tutte le famiglie italiane e del Terzo settore italiano per l'accoglienza dei 140.000 profughi ucraini arrivati dal 24 febbraio nel nostro Paese. Ne abbiamo parlato ma - come sempre in Italia - tra il dire e il fare c'è di mezzo il mare. Il Governo aveva detto che si sarebbe fatto di tutto per favorire un'accoglienza diffusa, ma la realtà è stata diversa. La piattaforma per dare i contributi diretti ai profughi è stata attivata in ritardo; nessuno dei 27.000 posti banditi dalla Protezione civile è stato ad oggi attivato, anche se il bando scadeva il 22 aprile - parliamo di persone che dovevano essere accolte dal 24 febbraio - e non è stata ancora stanziata nessuna risorsa per aiutare le famiglie accoglienti e i soggetti del Terzo settore che le sostengono. Abbiamo imparato dall'esperienza che, se si vuole l'accoglienza e si vuole l'integrazione, servono risorse e serve un accompagnamento. La domanda è molto semplice: Cosa intende fare il Governo per mantenere la parola data sulla qualità dell'accoglienza dei profughi ucraini?

 

LUCIANA LAMORGESE, Ministra dell'Interno. Grazie, Presidente e onorevoli deputati. Gli onorevoli interroganti, con riferimento all'accoglienza dei profughi ucraini giunti in Italia, chiedono iniziative urgenti per accelerare i procedimenti e snellire gli adempimenti burocratici che ne rallentano l'accoglienza. Fin dall'insorgenza della crisi umanitaria, il Governo è intervenuto con una serie di interventi normativi, intesi a garantire l'accoglienza dei profughi ucraini. È bene premettere che, in base al vigente quadro normativo, la regia delle specifiche modalità di accoglienza dei profughi, oggetto del presente atto di sindacato ispettivo parlamentare, è ascritta al Dipartimento della Protezione civile della Presidenza del Consiglio dei Ministri. Per chiarire meglio i termini della questione, è opportuno ricordare che il sistema di accoglienza delineato dal Governo si articola in tre grandi filoni: il primo è rappresentato dall'autonoma sistemazione dei profughi presso la propria comunità in Italia; il secondo è costituito dal modello di accoglienza diffusa, da attuare mediante i comuni, gli enti del Terzo settore, i centri di servizio per il volontariato, associazioni ed enti religiosi, il terzo infine è offerto dal tradizionale circuito di accoglienza, gestito dal Ministero dell'Interno e dagli enti locali ed è incentrato sui centri di accoglienza straordinaria (CAS) e sul Sistema di accoglienza e integrazione (SAI). Mentre per i primi due modelli organizzativi il Dipartimento della Protezione civile è l'amministrazione capofila, solo il terzo modulo afferisce a competenze del Ministero dell'Interno. Per restare nell'ambito delle modalità di accoglienza di competenza del Ministero dell'Interno, informo che, alla data di ieri, risultano accolti nei CAS 12.550 profughi provenienti dall'Ucraina. Preciso che, dall'inizio dell'emergenza, il numero dei CAS attivi sul territorio nazionale è aumentato di 986 strutture, per un totale di 7.905 posti in più rispetto a quelli già esistenti. Per quanto riguarda invece l'accoglienza nella rete SAI, alla data del 1° luglio, risultano accolti 1.095 profughi provenienti dall'Ucraina. Anche per questo tipo di sistemazione è stata aumentata la capacità di accoglienza attraverso il finanziamento e la realizzazione di 7.000 nuovi posti. Infine, il Dipartimento della Protezione civile che ho a tal riguardo sentito, ha comunicato che il lasso di tempo trascorso per le iniziative relative all'accoglienza, è dovuto al coinvolgimento di notevoli soggetti istituzionali, nonché all'esigenza di espletare - atteso che trattasi di cospicue risorse pubbliche - una pluralità di controlli preliminari.

 

ENRICO BORGHI. Grazie, signora Ministra. Noi abbiamo ritenuto di dover investire il Parlamento in questa forma così importante perché riteniamo che si stia discutendo, all'interno della nostra interrogazione a risposta immediata, di una questione di valore, di una delle più importanti del nostro popolo, che riguarda il tema della solidarietà. Abbiamo assistito, a fronte del dramma umanitario della crisi ucraina, ad una risposta pronta, spontanea e solidale da parte di numerose famiglie del nostro Paese. Davanti all'esigenza di far fronte a questa difficoltà non ci possono essere ritardi, letture burocratiche, né interpretazioni forzate. Non si può scaricare sulle famiglie e sul Terzo settore il costo dell'integrazione, ma dobbiamo fare in modo che le istituzioni agiscano in maniera sinergica e accelerata, proprio perché l'elemento prioritario di questa vicenda è la portata politica in sé. Dobbiamo sempre ricordarci che la crisi ucraina ha spezzato il modello di Visegrád, che era alla base di una difficoltà di integrazione all'interno dell'Europa, quindi dobbiamo essere credibili e coerenti, nel momento in cui, giustamente, poniamo un tema a livello europeo, ed essere conseguenti rispetto alla capacità di venire incontro, a livello interno, a sforzi e attività che - come ho detto - meritoriamente le famiglie ed il Terzo settore stanno compiendo e hanno compiuto, per i quali quindi devono attendersi una risposta pronta da parte delle nostre istituzioni.