17/06/2020
Enza Bruno Bossio
MADIA, GARIGLIO, CANTINI, GIACOMELLI, PIZZETTI, ANDREA ROMANO, GRIBAUDO, ENRICO BORGHI e FIANO
3-01608

Al Ministro per l'innovazione tecnologica e la digitalizzazione. – Per sapere – premesso che:

   la recente pubblicazione del rapporto Desi della Commissione europea ha mostrato un quadro della digitalizzazione del Paese che contiene più ombre che luci;

   al contempo, il Governo si dichiara fortemente impegnato, come elementi cardine per la ripresa post COVID-19, proprio sulle politiche di digitalizzazione e sburocratizzazione dell'apparato dello Stato, senza tuttavia indicare le misure concrete che intende assumere;

   i cittadini italiani, contrariamente agli stereotipi correnti che li dipingono come refrattari agli strumenti digitali, nella fase di lockdown hanno massicciamente utilizzato strumenti quali la didattica a distanza e il lavoro agile da casa;

   tutto questo ha però evidenziato gravi lacune strutturali e ritardi nella pubblica amministrazione, come ad esempio testimoniato dal dato di moltissimi studenti (1,8 milioni) che non hanno potuto accedere alle lezioni da casa, di molti insegnanti bloccati in aree disagiate che non le potevano erogare e di molti istituti scolastici non sufficientemente attrezzati, al punto da dovere erogare lezioni a rotazione fra le classi;

   il Desi, d'altronde, ora colloca tristemente l'Italia all'ultimo posto per quanto riguarda la dimensione del capitale umano con soltanto l'1 per cento dei laureati in possesso di una laurea nelle discipline delle «information and communications technologies» (dato più basso in tutta l'Unione europea);

   a ciò si aggiunge l'uso dei servizi internet che vede l'Italia molto al di sotto della media dell'Unione europea (stabilmente al terzultimo posto) a causa del basso livello di competenze digitali (il 17 per cento delle persone non ha mai utilizzato internet, dato che rappresenta quasi il doppio della media dell'Unione europea) –:

   quali iniziative di competenza intenda assumere per monitorare e migliorare la performance digitale dell'Italia, in specifico nei settori fortemente deficitari delle competenze tecnico-scientifiche, delle reti di telecomunicazioni, del supercalcolo, dell'intelligenza artificiale e del 5G, infrastruttura tecnologica abilitante dei suddetti obiettivi strategici, al fine di accrescere con urgenza competenze e dotazioni delle tecnologie dell'informazione e della comunicazione nel Paese e incentivarne l'uso in tutti gli apparati dello Stato, anche perseguendo forme adeguate di coordinamento con le amministrazioni locali.

Seduta del 17 giugno 2020

Illustrazione di Maria Anna Madia, risposta del governo di Paola Pisano, ministra per l'Innovazione tecnologica e la digitalizzazione, replica di EnzaBruno Bossio.

Illustrazione

Grazie, Presidente. Ministra, il COVID ci obbliga a fare i conti con lo stato dell'innovazione tecnologica nel nostro Paese. Con il COVID il digitale è entrato, in modo anche prepotente, in vite che non erano digitalizzate, ha dimostrato quanto queste vite possano essere semplificate - penso, per esempio, allo smart working -, ma, proprio in questi mesi, sono emersi anche tutti i limiti della digitalizzazione in Italia: penso a intere aree del Paese che non sono connesse, al tema della banda, penso al tema delle competenze, al digital divide, al fatto che ancora molti non sono in grado di utilizzare modalità tecnologiche, penso alla didattica a distanza, che, spesso, ha aumentato le disuguaglianze, penso alle amministrazioni che ancora non sono in grado di interrogare dati dei cittadini di altre amministrazioni, provocando il ritardo nell'erogazione dei servizi. Ecco, queste fragilità dell'Italia sono emerse anche dall'indice DESI. Io, Ministra, le chiedo qual è la strategia del Governo per l'Italia su questi temi, quali sono le priorità, quali sono le azioni messe in campo.

Risposta del governo

Grazie, signor Presidente. Onorevoli deputate e deputati, la trasformazione tecnologica del Paese e l'aumento del ricorso al digitale nella pubblica amministrazione a vantaggio dei cittadini rivestono grande rilevanza politica per questo Governo, impegnato ad imprimere un'accelerazione nella loro attuazione, con l'obiettivo di portare vantaggi concreti e immediati agli italiani, alle imprese e alla pubblica amministrazione. Sono convinta che sia necessario rendere possibile a ogni cittadino, in tutto il nostro Paese, di disporre al più presto di una efficiente infrastruttura di rete per una connettività sicura ed efficace. È una condizione indispensabile per la creazione di servizi digitali, come reso evidente anche dalla condizione di emergenza che abbiamo attraversato e stiamo attraversando a causa del COVID-19. La disponibilità della banda ultra larga è essenziale per funzioni ormai divenute parte della quotidianità, quali il lavoro a distanza, la teledidattica, la telemedicina, l'accesso a contenuti in streaming e on demand, le attività di impresa e, dunque, anche lo sviluppo economico.

Consapevole di queste esigenze, da quando, alla fine dello scorso anno, ho assunto la presidenza del Comitato banda ultra larga - il COBUL -, ho impresso un impulso alla sua attività; l'ho fatto affinché si individuassero le iniziative più urgenti da adottare per recuperare i ritardi accumulati. Il 5 maggio 2020, il Comitato banda ultra larga ha sbloccato fondi per un totale di un miliardo e 546 milioni di euro, di cui 400 milioni per il Piano scuola e un miliardo e 146 milioni per i voucher di sostegno alla domanda. Il Piano scuola prevede la connessione gratuita per cinque anni a 37 mila edifici scolastici; i voucher rappresentano un'importante novità per le famiglie e per le imprese, che potranno beneficiare di un contributo per l'acquisto di servizi di connettività. A questo occorre associare la promozione dell'utilizzo di tecnologie alternative per coprire le aree del territorio in cui è più difficile arrivare con la banda ultra larga.

Se vogliamo un Paese digitale, dobbiamo investire di più nella cybersecurity e nel cloud della pubblica amministrazione, essenziali per la sicurezza dei nostri dati e dei nostri servizi digitali e, quindi, per la sicurezza di tutti noi cittadini. È giunto il tempo di avanzare e di non arretrare, stabilendo che tutte le amministrazioni debbano offrire all'utente finale tutti i servizi anche in digitale, ma per farlo occorre favorire, nel rispetto delle normative contro gli usi impropri di fondi pubblici, la celerità degli acquisti di beni e servizi informatici - pc, device e servizi - da parte delle amministrazioni pubbliche. Non solo tecnologia, ma anche sviluppo del capitale umano, sviluppo e diffusione delle competenze digitali assumono un ruolo di notevole rilievo. Rafforzare le nostre capacità di affrontare la competizione internazionale non è soltanto un dovere verso il Paese e noi stessi, ma è indispensabile per difendere e migliorare la qualità delle nostre vite.

Replica

Grazie, Presidente. Grazie, Ministra, il COVID - l'hanno detto tutti - ha reso necessario il digitale. Nella drammaticità, abbiamo avuto, comunque, questo risultato importante e credo che i cittadini, gli studenti, i lavoratori abbiano risposto molto bene, con grande capacità e con grandi competenze che vanno al di là di quelle che ci dicono gli indicatori. E nonostante alcuni disservizi della Rete, anche sulla connettività, l'indicatore DESI che citiamo in questa interrogazione, ci fa andare un po' più avanti, qualche posto più avanti.

Dove invece la situazione è drammatica è il tema delle competenze digitali: siamo al ventottesimo posto, perché ancora l'indicatore era tarato su 28 Paesi, e solo l'1 per cento dei nostri giovani ha lauree STEM: rispetto al resto d'Europa non c'è proprio paragone. Ma già nel 2017 la strategia sulle competenze digitale dell'OSCE poneva il tema dello skill mismatching tra domanda e offerta di lavoro rispetto ai nostri giovani e dava alla mancanza di questo tipo di competenze digitali la responsabilità del ritardo nello sviluppo e nell'innovazione nel nostro Paese. Quindi mi auguro che per il futuro, lei che è il Ministro dell'Innovazione e può in qualche misura coordinarsi anche con gli altri, possa puntare sul futuro dei nostri giovani, sul futuro digitale.