Al Ministro della cultura. — Per sapere – premesso che:
la possibilità di far destinare ai cittadini il 2 per mille alle associazioni culturali era stata introdotta per la prima volta dall'articolo 1, comma 985, della legge 28 dicembre 2015, n. 208 (legge di bilancio per l'anno 2016), ed era stata accolta come segnale di attenzione verso la cultura;
nonostante lo strumento introdotto nel 2016 avesse avuto un positivo riscontro da parte dei contribuenti, con la distribuzione di 11.469.955 euro a 1.130 enti culturali, si era deciso di sopprimere questa formula di finanziamento per le associazioni culturali già nella dichiarazione dei redditi 2017;
all'articolo 97-bis del decreto-legge 14 agosto 2020, n. 104, convertito, con modificazioni, dalla legge 13 ottobre 2020, n. 126, era stato nuovamente previsto che, per l'anno 2021, i contribuenti potessero decidere di destinare una quota del 2 per mille della propria Irpef in favore di un'associazione culturale iscritta nell'apposito elenco istituito presso la Presidenza del Consiglio dei ministri;
la misura non è stata prorogata, né rinnovata per l'anno 2022;
la possibilità di devolvere il 2 per mille alle associazioni culturali riconosce l'importante funzione in termini di coesione sociale e di senso di appartenenza che la cultura dal basso può garantire alla vita collettiva;
in un momento storico in cui l'intero mondo della cultura è in estrema sofferenza, la misura in questione può contribuire, anche solo in minima parte, a risollevare le condizioni delle associazioni culturali, le cui attività rivestono un ruolo sociale fondamentale, specie a livello locale;
la nuova cancellazione della misura provocherà molteplici danni alle realtà culturali già beneficiarie del contributo nel 2021, che in un'ottica di progettazione e di ulteriore crescita potenziale si ritroveranno a non potervi più fare affidamento;
tali incertezze e la continua gestione a intermittenza della misura vanno assolutamente scongiurate, così come appare del tutto evidente la necessità di offrire in maniera continua e non frammentaria alla preziosa realtà dell'associazionismo culturale la garanzia di poter operare in piena continuità e con strutturali strumenti di sostegno –:
se il Governo non intenda adottare iniziative per prorogare e rendere strutturale la misura di cui all'articolo 1, comma 985, della legge 28 dicembre 2015, n. 208, che dispone la possibilità di destinare il 2 per mille alle associazioni culturali.
Seduta dell'11 maggio 2022
Illustrazione di Rosa Maria di Giorgi, risposta del Ministro della Cultura, Dario Franceschini, replica di Michele Nitti
ROSA MARIA DI GIORGI. Grazie, Presidente. Signor Ministro, il tema è quello del 2 per mille alle associazioni culturali, che era stato introdotto nella legge di bilancio per l'anno 2016 ed era stato accolto bene, come un segnale di attenzione verso il mondo della cultura. Questo strumento aveva funzionato bene perché oltre 11,5 milioni erano stati destinati a questa misura, da parte dei cittadini, e 1.130 enti culturali ne avevano usufruito. Questa possibilità, però, era sparita già nella dichiarazione dei redditi del 2017 e così per alcuni anni, fino a che è stata reintrodotta nel 2021 e tutto questo si è nuovamente interrotto poi per l'anno 2022, quindi non abbiamo questa possibilità per l'anno prossimo. Dobbiamo dire che questo è un vulnus, perché è evidente che la possibilità di devolvere il 2 per mille alle associazioni culturali è un segnale forte che può essere dato a questi soggetti, che rappresentano tanto per le nostre comunità.
Quindi, la domanda che le faccio è se si intende prorogare e rendere strutturale questa misura, visto che è stata molto apprezzata dai cittadini e che gli italiani hanno devoluto questo contributo. Questo può essere sicuramente un aiuto per il finanziamento alle associazioni culturali in Italia.
DARIO FRANCESCHINI, Ministro della Cultura. Grazie, Presidente. L'onorevole Di Giorgi sottolinea un tema assolutamente reale: il 2 per mille è una misura molto apprezzabile, che ha aiutato centinaia di associazioni. Lei ha ricordato i numeri: nel 2016, 1.130 associazioni per circa 10 milioni di euro, nel 2021, 3.029 associazioni. Quando la norma è stata introdotta non aveva carattere strutturale - questo giustifica le interruzioni - e si può anche capire che una misura prima viene introdotta in via sperimentale e si vede come funziona e poi si decide se renderla strutturale, coperture permettendo. Condivido assolutamente che è una misura importante e aiuta associazioni che faticano a vivere, che hanno sempre meno risorse dai comuni per via dei bilanci difficili degli enti locali. Quindi è una misura di assoluta giustizia e utilità sociale e quindi io personalmente - naturalmente non dipende da me, ma da una decisione collegiale - la proporrò, in sede di predisposizione del bilancio da parte del Consiglio dei Ministri del Governo. Poi ci sarà il passaggio parlamentare, quindi se non funzionasse nel primo passaggio - ma io lavorerò perché funzioni - ci sarà il passaggio parlamentare ed io sosterrò qualsiasi iniziativa punti a reintrodurla, questa volta in via strutturale.
MICHELE NITTI. Grazie, Presidente. Come lei ha ricordato, signor Ministro, il “decreto Agosto” aveva previsto questa reintroduzione del 2 per mille, offrendo un prezioso supporto anche economico alle associazioni, agli enti e alle istituzioni culturali. La collega Di Giorgi ha ricordato che, nel 2016, questa iniziativa era stata accolta molto positivamente in legge di bilancio e questo era effettivamente stato un grande segnale di attenzione verso la cultura. Quasi un milione di contribuenti aveva scelto di destinare questa quota alle oltre 1.100 associazioni, che poi rappresentano in qualche modo la ricca rete dell'associazionismo di prossimità. Evidentemente, questa misura è tornata quanto mai attuale anche a seguito della situazione emergenziale che ci ha investito e che ha costretto il mondo della cultura a vivere in contesti di grande sofferenza, contesti che ci hanno fatto comprendere ancora di più quanto questo ricco e articolato mondo dell'associazionismo culturale sia vitale in termini di coesione sociale, di senso di appartenenza alle comunità e di riattivazione delle dinamiche sociali della vita collettiva. Ecco perché ci siamo chiesti se non fosse il caso di adoperarsi non solo per prorogare, ma anche per rendere strutturale questa misura. Abbiamo depositato, con alcuni colleghi del Partito Democratico, anche una proposta di legge su questo tema e un ordine del giorno è stato approvato lo scorso 23 marzo, quindi ci sono già stati dei segnali del Parlamento in questa direzione. Quindi, è davvero importante apprendere adesso che si stiano facendo delle valutazioni che, se finalizzate, offrirebbero certamente a tante realtà la possibilità di superare incertezze e anche continue gestioni ad intermittenza, per poter operare invece in piena continuità e soprattutto con la garanzia di strumenti di sostegno strutturali.