23/05/2017
Valeria Valente
Di Lello, Carloni, Tullo, Palma, Salvatore Piccolo, Paris, Chaouki, Capozzolo, Famiglietti, Tino Iannuzzi, Manfredi, Martella, Cinzia Maria Fontana, Bini
3-03051

Al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti. – Per sapere – premesso che:
   l'esito del referendum tra i dipendenti di Alitalia, «bocciando» la proposta di adottare i cambiamenti richiesti dall'ulteriore peggioramento dei conti dell'azienda, ha accelerato una crisi che perdurava da tempo e reso necessario un intervento urgente e drastico capace di ridare una prospettiva industriale strategica alla compagnia aerea;
   le più recenti vicende societarie del vettore, in mancanza di un esito ancora ben definito, mettono a rischio, oltre all'intero sistema aeroportuale del Paese, anche la tenuta di molta parte dei comparti dell'indotto, dove operano le società che offrono servizi di terra, di manutenzione, di catering, legate ad Alitalia da specifici contratti tramite cui vengono garantiti al vettore le attività indispensabili per il regolare corso del servizio di trasporto aereo, di passeggeri e di merci;
   a titolo esemplificativo per la grave situazione specifica, valgano i casi di Atitech manifacturing e del gruppo GH Italia s.r.l.; di quest'ultimo fanno parte numerose società di handling operanti presso alcuni rilevanti scali italiani (tra cui Fiumicino, Napoli, Bari, Brindisi, Palermo), che si trovano ad oggi in una situazione particolarmente critica a causa del mancato pagamento di ingenti corrispettivi dovuti da parte di Alitalia; in questo caso lo stato di insolvenza, in altri l'incertezza relativa all'esito della crisi minacciano la prosecuzione dei contratti in essere e talvolta la stessa sopravvivenza di società per le quali le commesse Alitalia pesano in misura determinante sul totale; basti pensare che per alcune di esse Alitalia copre quasi per intero il portafoglio clienti;
   considerato poi che la complessa situazione attuale per molti soggetti dell'indotto coinvolti segue a pochi anni dalla precedente crisi occorsa tra dicembre 2008 e primi mesi 2009, è facile comprendere che le conseguenze rischiano di riflettersi non soltanto sul versante finanziario, ma innanzitutto sul livello occupazionale; sempre il caso GH Italia s.r.l. presenta un rischio di esuberi che coinvolgerebbe una parte consistente dei 3.500 dipendenti del gruppo, distribuiti su diversi scali italiani e meridionali in particolare;
   dunque, a partire dalla fase attuale di gestione attraverso i commissari nominati, la crisi della compagnia si trasferirà immediatamente su tutti i settori dell'indotto, quindi sui lavoratori e sui fornitori, che offrono alla compagnia aerea di bandiera servizi fondamentali e imprescindibili –:
   se e quali iniziative siano previste o in fase di studio da parte del Governo, in condivisione con comuni e regioni coinvolte, allo scopo di favorire la stabilità finanziaria, laddove occorra anche attraverso la garanzia dei crediti maturati verso Alitalia, e occupazionale delle società dell'indotto coinvolte, nonché la possibilità di adempiere agli obblighi previsti, inclusi quelli nei confronti dei dipendenti, allo scopo di evitare una crisi occupazionale profonda che avrebbe ripercussioni su alcuni grandi centri del territorio italiano. 

 

Seduta del 24 maggio 2017

Illustra Valeria Valente, risponde  Graziano Del Rio, Ministro delle Infrastrutture e dei trasporti, replica Marco Di Lello

Illustrazione

La presente interrogazione è per portare, appunto, all'attenzione del Governo e del Ministro la grave situazione di crisi e le difficoltà dell'indotto legato ad Alitalia. Sono note a tutti le vicende che hanno riguardato da ultimo Alitalia, la nostra compagnia di bandiera, forse sono meno note le situazioni in cui versano le compagnie e le società che lavorano nell'indotto. Si tratta di aziende importanti, distribuite su tutto il territorio nazionale, molte nel Mezzogiorno, che vedono legata la loro attività, la loro prospettiva di vita, molto spesso, proprio a quello che sarà il futuro di Alitalia. Oggi, addirittura molte di queste aziende vivono semplicemente e quasi esclusivamente delle commesse di Alitalia e addirittura alcune di esse oggi non vedono nemmeno onorati i contratti in essere.

Noi chiediamo al Governo, con questa interrogazione, se e quali interventi si possano mettere in campo e si ritenga di mettere in campo, insieme, ovviamente, a regioni, comuni ed enti territoriali, per aiutare e affiancare anche queste aziende ad affrontare questo momento di difficoltà.

Risposta del governo

Grazie, Presidente, grazie onorevole. Lei solleva una problematica molto seria che è quella della capacità dell'azienda Alitalia di far fronte ai suoi impegni verso i fornitori e verso le aziende dell'indotto. Ovviamente, vi è nota l'apertura della procedura di amministrazione straordinaria della società Alitalia, ai sensi della legge Marzano, e vi è noto che il Governo ha cercato di nominare immediatamente i commissari straordinari per procedere, appunto, insieme, all'erogazione di un prestito oneroso per far procedere l'azienda a mantenere tutte le obbligazioni e a mantenere soprattutto la regolarità dei voli, a garantire i servizi ai cittadini, ad impedire che si perdesse valore nell'azienda e, quindi, anche nell'indotto. Quindi, il nostro primo passo è stato quello di consentire la continuità aziendale e, adesso, siamo all'apertura dei bandi, come sapete, per la manifestazione di interesse.

Abbiamo presente le problematiche che si riverberano sull'indotto in conseguenza della crisi e della successiva insolvenza di Alitalia e, appunto, proprio per questo motivo, l'amministrazione straordinaria è un elemento di garanzia, perché consente, come ho detto, la prosecuzione dell'attività di impresa e il riconoscimento, in prededuzione, dei debiti contratti dalla procedura. I commissari straordinari, in questo momento, stanno procedendo a un'attenta revisione dei costi di esercizio, per adottare le iniziative più utili a recuperare margini di economicità della gestione e in questo quadro si innesta anche la revisione dei contratti in corso, rispetto ai quali la procedura deve operare la facoltà di subentro o di scioglimento.

Il Governo ha ben chiaro, appunto, il problema rappresentato dall'indotto, ma la prosecuzione dell'attività dovrebbe riverberarsi positivamente, finalmente, anche sulle aziende dell'indotto. I commissari ci hanno segnalato che, allo scopo di mitigare le difficoltà finanziarie dei fornitori della compagnia derivanti dal blocco dei pagamenti del pregresso, stanno provvedendo, nel rispetto di un'efficiente gestione delle risorse finanziare, a contrarre, nei limiti del possibile, i termini di pagamento delle principali forniture. Quindi, hanno messo in atto questa azione, per ora, ma contiamo di regolarizzare al più presto e di far continuare a lavorare questa grande azienda.

Replica

Signor Presidente, ringrazio il Ministro, anche a nome della collega Valente e dei colleghi sottoscrittori; noi abbiamo ancora vivo il ricordo di quello che accadde ad Alitalia nel 2008. Presunti capitani coraggiosi, 4 miliardi di debiti spalmati sulla collettività, su tutti quanti noi, ricordiamo bene il Governo di centrodestra, ammortizzatori sociali extra strong, paghe per stare a casa; dopo meno di dieci anni ci siamo ritrovati al punto di partenza, altro che rotte intercontinentali, signor Ministro, sembra quasi un gioco dell'oca, per cui siamo ritornati lì da dove si era ripartiti con una società che perde decine di milioni al mese. Nel frattempo abbiamo avuto processi, condanne per ex manager, per azionisti. Io credo e noi crediamo che il Governo abbia fatto molto bene a scegliere un'altra strada, siamo molto fiduciosi di quello che si potrà fare. È giusto sottolineare, in questa sede, l'attenzione massima per tutti quei soggetti che sono a valle di Alitalia, e che ricordava prima la collega, dell'indotto. Garantire i non garantiti è esattamente l'opposto di quello che ha fatto il Governo Berlusconi-Tremonti nove anni fa. Io credo e sono convinto che questo sia il giusto spirito riformista e siamo convinti che dal Governo ci sarà massimo sostegno a tutela, innanzitutto, dei soggetti deboli, perché a pagare non siano sempre i soliti.