11/10/2016
Antonino Moscatt
Aiello, Paola Boldrini, Bolognesi, Bonomo, D'Arienzo, Fontanelli, Fusilli, Galperti, Lorenzo Guerini, Lacquaniti, Lodolini, Marantelli, Salvatore Piccolo, Paolo Rossi, Scanu, Stumpo, Valeria Valente, Villecco Calipari, Zanin, Martella, Cinzia Maria Fontana e Bini
3-02547

Per sapere – premesso che: 
l'aspirazione a costituire una difesa europea ha avuto origine sin dalla metà degli anni ’50 con la Comunità europea di difesa, per arrivare nel 1992 alla definizione dei compiti di Petersberg stabiliti per la gestione di un'eventuale crisi e la risoluzione dei conflitti e, successivamente, integrati nell'Unione europea con il trattato di Amsterdam; 
il Consiglio europeo di Colonia del 1999 stabilì, tra l'altro, la successiva costituzione di un comitato di politica e sicurezza, un comitato militare, uno stato maggiore internazionale ed un'agenzia degli armamenti; negli anni 2000, nel più ampio quadro dei trattati di Amsterdam e Nizza, la nuova figura dell'Alto rappresentante per la politica estera e di sicurezza comune elaborò la nuova «strategia europea in materia di sicurezza» e l'Unione europea divenne, quindi, responsabile di condurre alcune missioni di mantenimento della pace; 
l'attuale Alto rappresentante dell'Unione europea ha presentato nel mese di giugno 2016 il nuovo documento denominato «Strategia globale dell'Unione europea in materia di politica estera e di sicurezza», che costituisce una fondamentale pietra angolare su cui poter costruire un futuro efficace ed efficiente della sicurezza europea, come testimoniato dal recente vertice di Ventotene con Francia e Germania in cui l'Italia ha rivestito un ruolo di primo piano; 
in tale momento storico in cui l'Europa deve fare i conti con la «Brexit», c’è assoluta necessità di condividere una strategia comune che possa facilitare il tema della sicurezza e della difesa dell'Unione europea per troppo tempo posto ai margini delle discussioni sulla politica comune europea; 
la difesa europea è tema di stringente attualità, testimoniato dal rinnovato impulso a trattare l'argomento nel Consiglio informale dei Ministri della difesa dell'Unione europea, tenutosi a Bratislava nel mese di settembre 2016, nel quale l'Italia ha presentato una sua proposta concreta e particolarmente apprezzata; 
tali iniziative hanno evidentemente lanciato un segnale politico molto forte, evidenziando la volontà di procedere con convinzione verso un approccio proattivo – non più differibile – teso al rafforzamento della politica di difesa e sicurezza comune, in una prospettiva di maggiore integrazione tra gli Stati membri; 
l'Italia ha presentato prima a Bratislava e l'11 ottobre 2016 a Bruxelles ai parlamentari europei italiani un documento dal titolo «La visione italiana per una difesa europea più forte», che contiene alcune proposte per istituire una forza multinazionale europea –: 
come l'Italia intenda dare concreta attuazione agli obiettivi di difesa comune, così come delineati nei consessi europei. 
 

Seduta del 12 ottobre 2016

Illustra Gianluca Fusilli, risponde Pinotti Roberta, Ministra della Difesa, replica Antonino Moscatt

Illustrazione

Grazie, signor Presidente. Signora Ministro, l'obiettivo di rafforzare la capacità comune dell'Unione di agire in ambito esterno, sviluppando le proprie capacità civili e militari in materia di prevenzione dei conflitti internazionali e di gestione delle crisi, è obiettivo, seppur teoricamente largamente condiviso dalle istituzioni europee, che non ha ancora trovato pratica attuazione. L'evoluzione dei rischi da affrontare in un contesto di insicurezza globale, così come i risultati della Brexit e lo scenario che ne deriva, ha riportato indiscutibilmente il tema della difesa europea comune al centro dell'agenda politica dell'Unione. 
E questo è testimoniato dall'esito dei contenuti dei colloqui del vertice di Ventotene e anche dalle risultanze del Consiglio informale dei ministri della difesa di Bratislava, dove è indiscutibile l'impegno profuso e positivo da parte del Governo italiano, tradotto plasticamente nella presentazione del documento «La visione italiana per una difesa europea più forte». 
Noi le chiediamo di spiegare a questo Parlamento come darà concreta attuazione agli obiettivi di difesa comune così emersi nei consessi europei con rinnovato impulso.

Risposta del governo

Grazie, Presidente. Ringrazio gli onorevoli interroganti per questa domanda, che mi permette di trattare anche qui, in Aula, alla Camera, uno degli argomenti più importanti del cantiere europeo in questo momento, perché effettivamente, finalmente, dopo tanti anni, la difesa europea sta uscendo dall'essere un tema solo di convegni e sta cominciando a mettere i primi... diciamo sta facendo i primi, alcuni passi importanti. Intanto, è al centro di vertici internazionali, sapete che ne ho parlato a Parigi con la Ministra tedesca e il Ministro francese; c’è stata poi una riunione a Bratislava dei Ministri della difesa e, qui, l'Italia ha portato una sua proposta che è una proposta che tiene insieme il Ministero degli esteri e della difesa, perché l'Italia ha sempre un approccio complessivo per quello che riguarda il tema della difesa, un approccio che guarda a come intervenire a tutto tondo. 
Non si tratta di fare un esercito comune europeo né di smantellare quelle che sono le capacità nazionali, ma si tratta di integrare per delle sfide che possono, attraverso questa integrazione, consentire ai cittadini europei di sentirsi più sicuri, in un momento in cui ne hanno particolarmente bisogno. Sapete che a livello politico istituzionale, in particolare dopo la Brexit, si è aperta l'esigenza di discutere per capire se l'Europa riesce a fare dei passi avanti per rinforzarsi; su questo c’è una strategia per la difesa europea e, nel lungo periodo, l'Italia sta lavorando su due livelli: un livello di proposte concrete che possono già attuarsi nell'immediato con quelli che sono gli articoli del Trattato, il 42 e il 46, ma anche un livello di più ampia ambizione che è quello di immaginare un'Europa che si ponga effettivamente degli obiettivi di difesa comune e riesca, pianificando anche insieme, a dare delle risposte che sono delle risposte, come ripeto, per l'Italia, comprensive di un approccio che tiene insieme esteri e difesa. 
Sul piano operativo noi abbiamo proposto di cominciare anche formazione e addestramento militare comune, che ci sembrano importanti, oltre a lavorare insieme sull'industria della difesa. Serve anche una capacità di pianificazione e direzione strategica delle operazioni europee, oggi ce ne sono diverse in Africa, ma non hanno un'unica pianificazione e, quindi, in qualche modo, serve un indirizzo che possa essere sinergico fra le diverse operazioni. 
Pensiamo che non sia più il momento di alibi e noi siamo convinti, pur avendo registrato anche sensibilità diverse, che si possano fare dei passi avanti. Vi comunico che già esiste un documento congiunto Italia, Francia, Germania e Spagna, che abbiamo inviato a tutti gli altri colleghi, perché effettivamente su questo documento, in cui ci sono proposte concrete, si possa trovare la più ampia condivisione possibile.

Replica

Presidente, signora Ministro, noi la ringraziamo, non solo per la sua risposta, ma anche, mi permetta di dirlo, per l'entusiasmo con il quale lei ci racconta dei fatti importanti. 
Noi abbiamo voluto interrogarla rispetto alla politica di sicurezza europea comune, proprio perché riteniamo che questo, oggi, rappresenti uno degli elementi più importanti rispetto a quella che è la sicurezza dei nostri cittadini e la sicurezza dei popoli che vivono l'Unione europea. 
L'idea e la capacità di mettere insieme sinergie, bisogni e competenze, la capacità di costruire con la capacità di aggregare sono, penso, gli obiettivi che dobbiamo darci e che ci stiamo dando. 
Si parla di difesa comune europea da tanti anni e, come dice lei, si è parlato molto più nei convegni che nelle sedi istituzionali. Grazie al suo lavoro, al lavoro di questo Governo e grazie, anche, a una nuova idea di politica europea che alcuni Stati stanno manifestando, finalmente, questi temi non appartengono più alla dottrina, ma cominciano a diventare elementi concreti per lo sviluppo di sinergie nuove. 
Dice bene lei, non si tratta solamente di mettere insieme degli eserciti; si tratta di condividere anche elementi che sono peculiari degli Stati; si tratta di mettere insieme ricerca, si tratta di mettere insieme formazione, si tratta di mettere insieme – mi permetta di andare leggermente oltre – anche alcuni segreti dei vari Stati che, condivisi, permetterebbero di affrontare in maniera eccellente la lotta al terrorismo, che condivisi permetterebbero di affrontare in maniera eccellente i temi della sicurezza. 
Presidente, signora Ministra, noi siamo soddisfatti – lo ripeto – non solo della risposta, ma del lavoro che si sta facendo, perché questa è la strada giusta e perché, anche nelle politiche della difesa, si misura la capacità di uno Stato di essere leader in Europa e la capacità di uno Stato di essere al servizio dei cittadini.