24/07/2019
Graziano Delrio
ROTTA, BORDO, GRIBAUDO, MELILLI, CARNEVALI, DI GIORGI, LEPRI, MORANI, NOBILI, PEZZOPANE, POLLASTRINI, VISCOMI, DE MARIA, ENRICO BORGHI, FIANO, MARATTIN e PADOAN
3-00896

Al Presidente del Consiglio dei ministri. — Per sapere – premesso che:

   dopo un lungo e velleitario braccio di ferro, il Governo ha accolto le richieste della Commissione europea e approvato una manovra correttiva consistente, ma necessaria, per il 2019, risparmiando al Paese una procedura per debito eccessivo che avrebbe prodotto ulteriori gravissimi danni all'economia;

   in base alle ultime stime di crescita delle maggiori istituzioni internazionali, l'Italia sarà all'ultimo posto nell'Euroarea nel 2019 e nel 2020, con un tasso di disoccupazione in aumento, in controtendenza rispetto a tutti gli altri Stati membri;

   nel 2020 le prospettive economiche e finanziarie risultano pertanto ancor più precarie, anche considerato che il Governo si è impegnato con la Commissione europea, nella lettera del 2 luglio 2019, a raggiungere nel 2020 un aggiustamento strutturale coerente con il Patto di stabilità e crescita e con il Parlamento a sterilizzare le clausole di salvaguardia previste a legislazione vigente, nonostante il documento di economia e finanza incorporasse l'aumento dell'Iva nell'obiettivo di riduzione del deficit;

   oltre ai 23,1 miliardi di euro per impedire l'aumento dell'Iva, alla stima del documento di economia e finanza di 2,7 miliardi di euro per finanziare le politiche invariate e di 1,8 miliardi di euro di nuovi investimenti, nella legge di bilancio per il 2020 potrebbe essere necessario reperire risorse per dare seguito ai reiterati annunci di alcuni esponenti del Governo, effettuati anche durante irrituali incontri con le parti sociali, in materia di flat tax per almeno 15 miliardi di euro, di abolizione del «bollo auto» per circa 6,5 miliardi di euro e di altre misure non specificate, tra cui la riduzione del cuneo fiscale;

   alla mole dell'impegno finanziario ha fatto da contropartita solo l'indicazione di generiche coperture basate su «una nuova spending review e una revisione delle tax expenditures», che rende evidente quanto gli impegni richiedano una valutazione attenta, finora mancata, nel quadro dei vincoli alla finanza pubblica che il Governo ha assicurato di rispettare, a meno di inaccettabili interventi restrittivi sul welfare;

   l'assenza di coperture credibili farebbe, inoltre, venire meno l'atteggiamento più favorevole che i mercati hanno recentemente manifestato, con ulteriori aggravi per il bilancio pubblico –:

   come il Governo intenda, al netto della propaganda, conciliare il rispetto degli obiettivi di finanza pubblica e degli impegni assunti con il Parlamento, senza effettuare tagli alla spesa sociale e alle agevolazioni fiscali che risulterebbero insostenibili per famiglie e imprese, assicurando altresì un maggior sostegno alla crescita, pur in mancanza di un quadro organico di riforme strutturali che, ad avviso degli interroganti, il Governo continua a ignorare.

Seduta del 24 luglio 2019

Illustrazione e replica di  Luigi Marattin, risposta del governo di Giuseppe Conte, Presidente del Consiglio.

Illustrazione

Grazie, Presidente. Buon pomeriggio, Presidente. Lei, venti giorni fa, ha scritto una lettera, a nome del Governo che autorevolmente rappresenta, alla Commissione europea, in cui dice testualmente: “Riguardo al 2020 il Governo ribadisce l'impegno a raggiungere una strutturale riduzione del bilancio in linea con le richieste del Patto di stabilità e crescita. Il Parlamento italiano adotta gli obiettivi fiscali del Programma di stabilità e si impegna a evitare l'aumento dell'IVA nel 2020 e a evitare altri aumenti di pressione fiscale attraverso misure fiscali alternative.” La correzione strutturale che lei si è impegnato a fare vale 10,8 miliardi, l'aumento dell'IVA vale 23,1 miliardi, la flat tax che annunciate tutti i giorni vale almeno 13 miliardi: fanno 47 miliardi di euro, Presidente, che è sette volte quello che spendiamo ogni anno in Università ed è quasi la metà di quello che spendiamo nel Fondo sanitario nazionale.

La mia domanda è semplice: come farete, come state pensando di raggiungere questa cifra, visto che nella lettera scrivete che lo farete con una nuova spending review - la vecchia in pratica non l'avete fatta - e con la revisione delle deduzioni fiscali, che, come lei sa, quando io vado a rivedere le deduzioni e detrazioni fiscali per cercare 47 miliardi di euro, nei fatti sto aumentando la pressione fiscale per famiglie e imprese? Nel nome del rispetto che lei ha giustamente richiamato per questo Parlamento, ci dia una risposta chiara, per favore.

Risposta del governo

In merito alle questioni sollevate con questa interrogazione, vorrei precisare che il quadro di finanza pubblica stabilito nel DEF 2019 e rinforzato dal disegno di legge di assestamento del bilancio 2019, approvato il 1° luglio, è coerente con il rispetto delle regole del bilancio preventivo del Patto di stabilità e crescita per l'anno in corso. A tale proposito, giova ricordare come l'archiviazione della procedura di infrazione da parte della Commissione europea sia maturata a seguito dell'efficace e condivisione con Bruxelles dei dati risultati a un attento costante monitoraggio delle nostre finanze pubbliche.

Quest'anno l'indebitamento netto dell'Italia si ridurrà di 7,6 miliardi rispetto alle previsioni del DEF di aprile per effetto di maggiori entrate tributarie e non tributarie, evidenziate dal disegno di legge di assestamento, e in virtù di un minore impiego delle risorse inizialmente stanziate per reddito di cittadinanza e quota 100. Il conseguente aggiustamento strutturale di bilancio sarà pari ad un miglioramento di oltre 0,3 punti percentuali del PIL per il 2019 a fronte del peggioramento di 0,2 punti percentuali inizialmente previsto lo scorso dicembre. Si tratta di un risultato - vorrei rimarcarlo - importante in un contesto di rallentamento economico europeo che ha indotto il Governo a rivedere potenzialmente le stime di crescita per l'anno in corso dall'1 per cento allo 0,2 nel DEF di aprile.

Le maggiori entrate e le minori spese risultanti dall'aggiornamento del quadro di finanza pubblica per il 2019 nonché i risparmi nel costo del servizio del debito, dovuti alla riduzione dello spread, permetteranno al Governo di avere un quadro più informato circa le stime del rapporto deficit/PIL a legislazione vigente per il 2020. Anche grazie a un più chiaro quadro macroeconomico internazionale e alle nuove stime di crescita del PIL disponibili entro l'autunno, la Nota di aggiornamento al DEF di settembre definirà ulteriormente le scelte di finanza pubblica. Il Governo è già impegnato a dare seguito alle indicazioni manifestate dal Parlamento volte a riformare l'imposta sul reddito delle persone fisiche e ad evitare l'aumento delle imposte indirette nel 2020, individuando misure alternative nel rispetto degli obiettivi di riduzione del disavanzo. In particolare sta elaborando un programma complessivo di revisione della spesa in coerenza con le indicazioni del Parlamento e con l'obiettivo di sostenere la crescita economica nella piena tutela dell'equità sociale. Il programma di politica economica del Governo si caratterizzerà da qui alla sessione autunnale di bilancio, da un lato, attraverso il confronto con le parti sociali e, dall'altro, attraverso l'avvio di tavoli tecnici. Con riferimento ai tavoli tecnici, in particolare, a Palazzo Chigi lavoreremo attivamente su cinque tavoli in vista della prossima manovra, secondo le linee che ho indicato: ci occuperemo di riforma del sistema fiscale e predisposizione definitiva di un piano di revisione della spesa pubblica; definizione, anche in questo caso definitiva, di un programma di privatizzazioni; piano per il sud e interventi di sostegno agli investimenti e all'export.

Replica

Scusi, Presidente, con tutto il rispetto, avrebbe fatto meglio a non rispondermi probabilmente (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico) perché, in nome del rispetto che lei ha richiamato verso il Parlamento, noi non ci stiamo ad essere presi in giro in questa maniera. Per la prima metà della sua risposta lei mi ha parlato del 2019 ma io non ho neanche menzionato il 2019. Io le ho chiesto conto dell'impegno che, a nome della Repubblica Italiana, lei ha preso con l'Unione europea sul 2020. Inoltre le ho chiesto: mi ha scritto nella lettera che farà misure fiscali alternative e una spending review, mi può dire quali sono? Lei mi ha risposto: farò una nuova spending review e misure fiscali alternative. Io non ho chiesto di ripetere quello che ho letto nella lettera (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico e di deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente): la lettera l'ho letta in inglese, è vero, però diciamo che sono stato in grado di tradurla. Allora lei ha tutto il diritto di dirmi: “ci penseremo a settembre”, anche se il suo Vicepremier continua a dire che in realtà la manovra è in corso di preparazione e verrà pubblicata e divulgata prima dell'estate. Ma sui mercati internazionali chi ci presta 400 miliardi di euro all'anno - non sono solo gente cattiva e brutta ma sono anche i risparmi delle famiglie italiane - ha il diritto di sapere come si concilia l'impegno a trovare 47 miliardi di euro entro il 15 ottobre con tutte le promesse con cui state riempiendo il dibattito pubblico da anni a questa parte, perché più o meno è l'unica cosa che sapete fare. Occhio a giocare con il fuoco perché, quando non si governano con serietà e competenza processi del genere, si finisce di fare un sacco di danni e questi danni al Paese e a tutti noi sono danni che alla fine possono costare molto cari e di cui tutti quanti potremmo pentirci, indipendentemente da maggioranza o opposizione.