30/05/2023
Chiara Braga
SIMIANI, CURTI, DI SANZO, FERRARI, FORNARO, CASU e GHIO
3-00446

Al Ministro dell'ambiente e della sicurezza energetica. — Per sapere – premesso che:

   il fenomeno del dissesto idrogeologico e del consumo di suolo, il cui impatto è amplificato e aggravato dalla crisi climatica, riveste ormai una grandissima importanza sociale, dal punto di vista della sostenibilità ambientale e della pianificazione urbana e regionale;

   si ricordano qui i più gravi tragici eventi degli ultimi mesi: l'alluvione nelle Marche, la frana di Ischia e, da ultimo, la catastrofe in Emilia-Romagna. Ma fenomeni simili, seppur più limitati territorialmente e nelle loro conseguenze, sono all'ordine del giorno in ogni parte del nostro Paese;

   si ricorda che dissesto e consumo di suolo sono due fenomeni strettamente legati: difendere il suolo significa proteggere il Paese dalla minaccia del dissesto idrogeologico e dalle tragiche conseguenze in termini di perdita di vite umane e di danni a beni privati e attività produttive;

   a questo si aggiungono gli effetti nefasti dei condoni edilizi che hanno sanato abusi realizzati anche in aree a rischio idrogeologico e su cui occorre avere garanzie chiare sulla certezza che non siano più riproposti e sul finanziamento e sull'attuazione delle demolizioni delle opere abusive;

   tra le principali criticità vi è la persistente assenza di interventi normativi efficaci e della definizione di un quadro di indirizzo omogeneo a livello nazionale sul consumo di suolo che tenga insieme l'aspetto parallelo della riqualificazione dell'esistente, del quadro europeo («consumo di suolo zero al 2050») e del riparto di competenze tra Stato e regioni;

   a livello europeo, nel 2021 la Commissione europea ha promosso una nuova Strategia dell'Unione europea per il suolo adottata il 17 novembre 2021. Gli obiettivi chiave includono anche l'intensificazione degli sforzi per proteggere il suolo dall'espansione urbana incontrollata e dall'impermeabilizzazione per ottenere l'aumento netto pari a zero del consumo di suolo;

   la necessità dell'approvazione della legge nazionale sul consumo di suolo è del resto prevista tra le riforme del Piano nazionale di ripresa e resilienza, come confermato dal Governo in risposta ad un'interrogazione in Commissione del 24 maggio 2023;

   è indispensabile che, adesso, ci sia un'assunzione di responsabilità di scala superiore, rispetto alla gravità di come i cambiamenti climatici stanno influendo sulla sicurezza delle persone, sulla vita delle città –:

   se intenda promuovere e sostenere l'adozione di una legge nazionale per il contenimento del consumo di suolo, che consenta di raggiungere l'obiettivo di «consumo di suolo zero al 2050», rispettando le tempistiche previste dal Piano nazionale di ripresa e resilienza.

Seduta del 31 maggio 2023

Illustrazione di Sara Ferrari, risposta del Ministro dell'Ambiente e della sicurezza energetica, replica di Chiara Braga

SARA FERRARI, Grazie, Presidente. Il dissesto idrogeologico e il consumo di suolo hanno un impatto amplificato e aggravato dalla crisi climatica, purtroppo lo abbiamo visto chiaramente con i tragici eventi degli ultimi mesi, nelle Marche, ad Ischia, con la catastrofe in Emilia-Romagna, ma in piccolo sono all'ordine del giorno in ogni parte del nostro Paese. Giova ricordare che il dissesto e il consumo di suolo sono due fenomeni strettamente legati. Difendere il suolo significa proteggere il Paese dalla minaccia del dissesto idrogeologico e dalle tragiche conseguenze in termini di perdita di vite umane e danni a beni privati e attività produttive.

A questo si aggiungono gli effetti nefasti dei condoni edilizi, che hanno sanato abusi realizzati anche in aree a rischio idrogeologico, rispetto ai quali occorre avere garanzie chiare sulla certezza che non siano più riproposti e sul finanziamento e attuazione delle demolizioni delle opere abusive. Tra le principali criticità vi è l'assenza di interventi normativi efficaci e della definizione di un quadro di indirizzo omogeneo a livello nazionale sul consumo di suolo, che tengano insieme la riqualificazione dell'esistente, il quadro europeo o consumo di suolo zero al 2050, il riparto di competenze tra Stato e regioni.

La necessità dell'approvazione della legge nazionale sul consumo di suolo è del resto prevista tra le riforme del PNRR, come confermato dal Governo in risposta a un'interrogazione in Commissione del 24 maggio scorso. È indispensabile, dunque, che ci sia un'assunzione di responsabilità di scala superiore rispetto alla gravità di come i cambiamenti climatici stanno influenzando la sicurezza delle persone e la vita delle città.

Chiediamo, quindi, al Ministro se intenda promuovere e sostenere l'adozione di una legge nazionale per il contenimento del consumo di suolo, che consenta di raggiungere l'obiettivo di consumo di suolo zero al 2050, rispettando le tempistiche previste dal PNRR.

GILBERTO PICHETTO FRATIN, Ministro dell'Ambiente e della sicurezza energetica. Grazie, Presidente, ringrazio gli interroganti. Il fondamento della Strategia dell'Unione europea per il suolo, richiamata dagli onorevoli interroganti, risiede proprio nel proposito di fornire al suolo lo stesso livello di protezione che già esiste per l'acqua, l'ambiente marino e l'aria, con l'obiettivo di ottenere l'aumento netto del consumo del suolo pari a zero nel 2050. La Strategia verrà declinata in proposte concrete, mediante un atto legislativo che verrà proposto dalla Commissione entro il 2023 e mediante i successivi ambiziosi obiettivi che dovremo declinare in ambito nazionale, regionale e locale per ridurre il consumo netto di suolo già nel 2030. Ciò premesso, anche alla luce dei gravi accadimenti di questi giorni, che hanno messo in evidenza la fragilità del nostro territorio, l'iniziativa europea non può che rappresentare una cornice, all'interno della quale innestare specifiche iniziative su scala nazionale. L'adozione di una legge nazionale sul consumo del suolo è tra le priorità del Ministero dell'Ambiente, come ribadito sin dalle linee programmatiche del mio mandato. I tecnici del Ministero sono al lavoro per una proposta quadro, che possa recepire anche quanto di positivo, condiviso e contenuto nei disegni di legge di iniziativa parlamentare presentati sul tema. Tenendo presente che parliamo di consumo del suolo - mi scuso per la digressione, avendo fatto l'assessore all'urbanistica -bisogna anche pensare alla demolizione di molti degli immobili degli anni Cinquanta e Sessanta, demolizione e ricostruzione o liberazione delle aree. La necessità non più rinviabile di predisporre una legge nazionale per il contenimento del suolo è prevista tra le riforme del PNRR, ma è altresì contemplata nel Piano per la transizione ecologica, approvato lo scorso anno, la cui relazione al Parlamento è stata inviata in questi giorni. Quest'ultimo cerca di delineare un quadro di azioni sinergiche che, in linea con gli obiettivi dell'agenda globale per lo sviluppo sostenibile, dovranno garantire la protezione e il recupero della qualità del suolo, il ripristino dei terreni degradati o l'arresto dell'impermeabilizzazione del suolo. L'azzeramento del consumo di suolo, considerato una misura chiave per l'adattamento ai cambiamenti climatici, dovrà avvenire sia minimizzando gli interventi di artificializzazione sia aumentando il ripristino naturale delle aree più compromesse, quali gli ambiti urbani e le coste. Sulla base di tale prospettiva, il Governo ha già stanziato importanti risorse finanziarie nell'ultima legge di bilancio, istituendo un fondo volto al contenimento del consumo del suolo e al ripristino di aree degradate, con una dotazione economica complessiva pari a 160 milioni di euro.

CHIARA BRAGA, Grazie, signor Presidente. Grazie, Ministro, noi registriamo le sue parole e prendiamo atto di una disponibilità del suo Ministero ad affrontare un tema non più rinviabile, quello di dotare il nostro Paese di una legge efficace per il contenimento del consumo di suolo, dal momento che nel 2021 - ce lo dicono i dati ISPRA - il suolo è tornato ad essere consumato con una velocità impressionante di 19 ettari al giorno, oltre 2 metri quadri al secondo, che rende il suolo impermeabile, comportando un aumento del rischio di allagamenti e di sottoposizione del suolo e del territorio alle ondate di calore, alla perdita di biodiversità e dei servizi ecosistemici, un danno economico stimato in quasi 8 miliardi di euro all'anno. Noi siamo preoccupati dall'inerzia e anche dall'ambiguità che registriamo da parte della maggioranza che sostiene questo Governo, motivata anche dai fatti che abbiamo registrato nelle due precedenti legislature, quando per precisa volontà delle forze di centrodestra non si è arrivati ad approvare una normativa efficace sul contenimento del consumo di suolo. Nel 2017 questa Camera ha approvato in prima lettura un disegno di legge, che è stato trasmesso al Senato, ma che non è stato portato in fondo per l'opposizione di alcune forze politiche.

Nella scorsa legislatura, i progetti di legge sul contenimento del consumo di suolo sono stati tenuti in ostaggio dal presidente della Commissione agricoltura del Senato impedendo la discussione di qualsiasi provvedimento; del resto, le ragioni per le quali il nostro Paese ancora non riesce a dotarsi di una legge efficace vanno ricercate nelle posizioni di forze politiche che oggi hanno la responsabilità del Governo, che negano l'urgenza e la centralità dei cambiamenti climatici e che difficilmente si sentono investiti di una responsabilità e di una convinzione nel portare avanti questo impegno.

Noi registriamo la sua volontà, ci auguriamo che i tecnici del suo Ministero presentino rapidamente un disegno di legge di iniziativa governativa - se così sarà, saremo pronti a sostenerlo -, e diamo anche la nostra disponibilità a lavorare su proposte di legge presentate dalle forze politiche, come quella del Partito Democratico. La tutela del suolo e la messa in sicurezza del territorio non è soltanto un'urgenza ambientale, ma una vera e propria questione di sicurezza nazionale. Costituisce, insieme all'attuazione e alla rapida approvazione del Piano nazionale di adattamento ai cambiamenti climatici, un robusto investimento nella riduzione del rischio idrogeologico. I ritardi e le ambiguità che ancora registriamo su questi temi, compresa l'inazione del Governo fino a questo punto, non sono più accettabili per i cittadini e le cittadine italiane.