15/01/2020
Chiara Gribaudo
Enrico Borghi, Ceccanti, De Maria, De Menech, Fiano, Fragomeli, Melilli, Pollastrini, Raciti, Viscomi, Carnevali
3-01242

Al Ministro per il sud e la coesione territoriale. — Per sapere – premesso che:

   la salvaguardia e la valorizzazione delle zone interne e montane riveste carattere di preminente interesse nazionale e, in generale, a tale scopo concorrono lo Stato, le regioni, le province autonome e gli enti locali;

   purtroppo in queste zone del Paese si registra un progressivo e perdurante peggioramento degli indicatori economici e demografici. La Relazione annuale sulla Strategia nazionale per le aree interne del dicembre 2018 ci ricorda che, tra il 2001-2011, per le aree nel loro complesso vi è stato un calo demografico pari a –4,4 per cento, confermato anche nell'intervallo 2011-2016, con una diminuzione del –2,3 per cento. Mentre il resto del Paese, negli stessi periodi, ha registrato un incremento pari al 4,3 per cento;

   è vero che da ultimo la legge di bilancio per il 2020 ha incrementato di 200 milioni di euro – di cui 60 milioni per il 2021 e 70 milioni per ciascuno degli anni 2022 e 2023 – le risorse nazionali destinate alla «Strategia nazionale per lo sviluppo delle aree interne del Paese» a valere sul fondo di rotazione per l'attuazione delle politiche comunitarie. Il rifinanziamento disposto dalla disposizione in esame integra le risorse nazionali attualmente stanziate, per un complesso di risorse che ammontano ora, per il periodo 2015-2023, a 481,2 milioni di euro;

   la stessa legge di bilancio ha istituito un fondo speciale per le aree interne, che stanzia 90 milioni di euro per il triennio 2020/2022 –:

   quali siano le misure che si intendano adottare per contrastare i fenomeni di spopolamento delle aree interne, di abbandono del territorio e di impoverimento del tessuto socio economico.

 

Seduta del 15 gennaio 2020

Illustrazione di Chiara Gribaudo, risposta del Ministro per il Sud e la coesione territoriale Giuseppe Provenzano, replica di Enrico Borghi

 

CHIARA GRIBAUDO: Grazie Presidente. Signor Ministro, da deputata di una delle province più grandi d'Italia vivo il dramma dell'impoverimento e della dispersione della ricchezza culturale e paesaggistica delle aree interne del nostro Paese. Contro lo spopolamento, l'impoverimento del tessuto economico e sociale di questi territori, come ha ben detto il Presidente della Repubblica Mattarella, dove sono spente le luci vanno riaccese. È necessario cioè garantire più e meglio diritti e servizi alle persone, assicurare il diritto alla mobilità e rafforzare le reti. La legge di bilancio finalmente ha inserito delle risorse ingenti sulla strategia nazionale delle aree interne. Ovviamente il Partito Democratico è molto contento e soddisfatto di questo lavoro, ma le chiedo, signor Ministro, quali iniziative sono previste per dare una risposta non solo a quei territori che rappresentano circa la metà dei comuni italiani d'Italia, ma soprattutto a quei 13 milioni di cittadini che, per l'appunto, sono cittadini e non devono sentirsi, cosa che accade talvolta oggi, cittadini di serie B. La ringrazio signor Ministro.

 

GIUSEPPE LUCIANO CALOGERO PROVENZANO, Ministro per il Sud e la coesione territoriale. Grazie Presidente, io ringrazio gli onorevoli interroganti perché mi consentono di chiarire per quale motivo ho voluto che il mio Ministero riassumesse la dizione, oltre a Ministero per il sud, della coesione territoriale, perché vi è la consapevolezza che, accanto alla frattura storica tra nord e sud, che è il primo vincolo allo sviluppo nazionale da rimuovere, ve ne sono altri, nel nostro Paese, che si stanno consolidando: la questione appenninica, la questione montana, il divario - all'ordine del giorno in tutto l'Occidente - tra città e campagna deindustrializzate, aree urbane e aree interne, che sono le aree che si stanno spopolando, dove ci sono fenomeni di marginalizzazione sociale e produttiva. L'Italia ha avvertito questo fenomeno per prima e tra i primi Paesi europei ha provato a dare delle risposte, con la strategia nazionale delle aree interne, che è diventata un punto di riferimento anche a livello europeo. Adesso l'obiettivo è trasformare quella che è stata una sperimentazione in una vera e propria politica. Ad oggi sono attive 47 strategie delle 72 aree progetto individuate, che coinvolgono due milioni di persone e il 17 per cento del territorio nazionale. A terra sono stati messi 700 milioni di investimenti. Entro il 2020 noi dobbiamo coprire tutte le aree progetto, ma poi, grazie al raddoppio sostanziale delle risorse nella legge di bilancio, a cui si aggiunge un fondo per la localizzazione delle attività economiche, vogliamo estendere ancora di più questa strategia, trasformarla in una politica che riguarda - come lei ricordava, onorevole - quasi la metà dei comuni italiani, circa il 60 per cento del territorio. Come procederemo? Procederemo estendendo le aree a quelle che sono state già escluse, ma salvaguardando i metodi di perimetrazione segnati da criteri di partecipazione, inclusività, misurazione dei risultati. I comuni saranno centrali, gli enti locali saranno centrali, le regioni che concorrono a questa strategia devono essere soggette a una valutazione di ciò che ha funzionato fin qui e cosa non ha funzionato e bisogna rafforzare il coordinamento centrale del comitato tecnico per le aree interne, che è un comitato interministeriale e interistituzionale, dove partecipano anche l'ANCI e altre realtà. Nell'assegnazione delle risorse bisogna introdurre anche un meccanismo premiale, che sia da stimolo alle aree a fare bene. Alcune hanno già fatto registrare risultati molto importanti anche in termini di associazionismo e di gestione integrata dei servizi. Vanno semplificate le procedure, dall'analisi del fabbisogno dei servizi fino alla definizione degli obiettivi strategici e accanto ai servizi bisogna puntare sulla localizzazione delle imprese e questo va fatto con il fondo a sostegno delle attività economiche, artigianali e commerciali previsto nella legge di bilancio per i prossimi tre anni, va fatto intensificando gli sforzi sulla BUL, la banda ultra larga, perché spezzare l'isolamento non riguarda solo le infrastrutture materiali, ma anche la connessione. C'è l'esempio di Matera 2019, in cui la sperimentazione del 5G ha avviato grandi processi di sviluppo. Sono luoghi chiamati “luoghi che non contano”, ma le persone vogliono contare e noi dobbiamo dare delle risposte.

 

ENRICO BORGHI: Grazie signora Presidente. Grazie signor Ministro delle sue osservazioni e della sua analisi, che noi condividiamo. Queste realtà sono davvero su un crinale, per usare una metafora, tra una modernizzazione del sistema Paese e una regressione verso la desertificazione. Noi dobbiamo far passare un messaggio: che intervenire oggi su queste aree - per la loro complessità, per la loro dinamica demografica, per il loro patrimonio - significa intervenire nell'interesse dell'intero Paese e noi su questo abbiamo bisogno di raggiungere tre obiettivi, ai quali noi chiediamo che il Governo ispiri la propria azione, sulla base delle indicazioni che il Ministro qui ha dato. Primo: accelerare la spesa; è molto positivo che ci siano più risorse, significative più risorse, ma noi le dobbiamo spendere e spendere bene e quindi noi abbiamo bisogno di creare le condizioni, chiediamo che il Governo crei le condizioni perché questi soldi vengano molto rapidamente messi a disposizione da un lato dei comuni e dall'altro degli operatori che intendono investire in queste aree. Secondo aspetto: positivo l'elemento di rendere strutturale questa politica, perché questo ci consentirà di poterci candidare per creare un fondo specifico per queste aree sulla nuova programmazione europea 2021-2027. L'Italia è in condizione di poter ottenere questo obiettivo, queste sono credenziali molto importanti, che - terzo aspetto - devono essere viste anche in connessione con alcune leggi di sistema, pensiamo ad esempio alla legge n. 158 del 2017, la cosiddetta legge sui piccoli comuni, che attende ancora alcuni decreti attuativi per avere piena funzionalità; laddove è stata messa in campo - penso al tema delle Poste - ha dato delle risposte importanti, bisogna proseguire su questa strada.