Continuità affettiva

02/10/2015

APPROVATA LA LEGGE SULLA CONTINUITA' AFFETTIVA

 

Questo provvedimento interviene sulla legge n. 184 del 1983 per ridefinire il rapporto tra procedimento di adozione e istituto dell'affidamento familiare, allo scopo di garantire il diritto alla continuità affettiva con la famiglia affidataria del minore di cui sia dichiarata l'adottabilità.

Non si tratta di trasformare l'affido in adozione, ma di tutelare le relazioni significative maturate da un minore in un prolungato periodo con la famiglia affidataria.

L'istituto dell'affidamento familiare è stato creato per dare al minore un ambiente il più possibile sereno durante una «situazione di difficoltà temporanea della famiglia d'origine». Per questa sua specifica finalità, l'istituto dell'affidamento è nettamente distinto, sul piano legislativo, da quello dell'adozione.

Le motivazioni che spingono a scegliere l'affido o l'adozione sono, spesso, molto diverse. Quando si chiede l'accesso all'istituto dell'adozione la motivazione è molto semplice: il desiderio di un figlio o di aggiungere alla propria famiglia un altro figlio rispetto a quelli che già vivono lì, che sono figli di quella famiglia.

La motivazione dell'affidamento parte, invece, dalla capacità e dalla volontà generosa di aiutare un bambino in un momento di grande difficoltà. È un atto di grande responsabilità.

Si introduce nell’ordinamento un principio innovativo: il rapporto affettivo continuato e stabile nel tempo è un bene prezioso, che il legislatore non può non considerare all'interno della disciplina delle adozioni, dove il minore deve essere sempre più al centro dell’attenzione.

Come ha affermato il relatore per l’Aula Walter Verini, molti minori stanno aspettando questa legge per vedere rispettata l'integrità dei propri affetti e della propria storia.

È proprio a loro che si è pensato nell'affrontare il provvedimento. Tanti altri minori sono stati allontanati dalle persone che li avevano cresciuti, amati e accompagnati per mancanza di una legge. Questo provvedimento tenta, allora, di sanare alcuni meccanismi che non sono stati in grado fino ad oggi di tutelare pienamente, quale soggetto primario, i minori coinvolti in una situazione di abbandono o di difficoltà. Ci sono situazioni penose che nella vita non si possono evitare, come il dolore di un distacco o di un abbandono. Introducendo questi nuovi aspetti nella legge, si decide di mettere al centro del provvedimento la continuità affettiva, che risulta, in tal modo, il cuore e la dimensione fondamentale della norma.