Data: 
Giovedì, 19 Giugno, 2014
Nome: 
Vincenzo Amendola

A.C. 1927

Signora Presidente, confermo anch'io le valutazioni fatte dal relatore, sia in Commissione che qui in Aula. Ci troviamo spesso a ratificare accordi con anni di ritardo e credo che un ringraziamento vada alla Presidenza della Camera e ai gruppi per aver facilitato e velocizzato, in questa sessione di questi ultimi mesi, alcune ratifiche, perché riguardano, come il caso di questa ratifica tra il Governo italiano e il Governo degli Stati Uniti, emergenze anche di lotta alla criminalità e a fenomeni internazionali. 
  La ratifica, come diceva il relatore, deputato Alli, è stata già approvata dal Senato il 7 gennaio scorso e si ispira alla Convenzione sulla cooperazione transfrontaliera di Prüm del 27 maggio 2005, che amplia i punti del Trattato di Schengen ed è stata ratificata dall'Italia, come detto in apertura, nel 2009. 
  La lotta alla criminalità organizzata e anche a fenomeni che riguardano forme di evoluzione dell'esperienza terroristica rientra tra le priorità del nostro Paese e del Paese in attenzione. Le vigilanze sono state aumentate per possibili attacchi di frange estremiste o forme nuove di criminalità organizzata transfrontaliera, che hanno dimostrato negli ultimi tempi ancora una persistenza e una forza militare ed economica. 
  È ormai chiaro a tutti i singoli Stati che non si può agire da soli, senza coordinamento e senza nuove ed innovative tecnologie, innanzitutto come forma di prevenzione a questi fenomeni radicati in maniera globale. In questo quadro sono fondamentali la velocità e il trasferimento di informazioni, che danno la possibilità alle forze dell'ordine di agire nel minor tempo possibile per evitare e prevenire attacchi. 
  E, se l'importanza di una maggiore collaborazione è rilevante tra i diversi Governi europei, credo che valga a maggior ragione anche verso gli Stati Uniti, con i quali ratifichiamo questo Accordo – e altri sono in preparazione –, che riguarda lo scambio di informazioni su presunti terroristi e criminali, sulla base di criteri di disponibilità delle informative e di reciprocità, sempre in conformità – è evidente – alle legislazioni nazionali, soprattutto per quanto riguarda il trattamento dei dati personali e la privacy, anche rispondendo a casi eclatanti della cronaca internazionale degli ultimi tempi. 
  In particolare, questo Accordo prevede lo scambio di informazioni e confronti sui profili del DNA – aspetto da non sottovalutare per la cattura di criminali, come evidenziato dalle ultime vicende della cronaca – e lo scambio di dati personali di terroristi, criminali o presunti tali. Il tutto avverrà, secondo quanto stabilito nel 2009 dal nostro Governo e da quello statunitense, attraverso punti di contatto nazionali descritti dal relatore, per accesso alle banche dati digitalizzate, create appositamente attraverso software e hardware dedicati e che saranno criptati e utilizzabili solo per lo scambio concordato di informazioni, utilizzando sempre le più moderne forme di tecnologia. 
  Per queste ragioni, e anche per il ritardo su una lotta a un fenomeno che riguarda il continente europeo, il nostro Paese e gli Stati Uniti, io credo che bisogna andare spediti verso una ratifica e prepararsi ad eventuali ed ulteriori progetti di ratifica che, come abbiamo visto anche in precedenza per quanto riguardava l'Afghanistan, ci diano una mano coordinata e globale a combattere fenomeni che minano il nostro futuro.