Discussione sulle linee generali
Data: 
Lunedì, 14 Luglio, 2014
Nome: 
Lia Quartapelle Procopio

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Signor Presidente, discutiamo oggi di una mozione su un tema, quello delle adozioni internazionali, che, come dimostrano anche gli interventi delle colleghe prima di me, ha raccolto un ampio consenso e un ampio interesse da parte di molte forze politiche, anche in seguito ad una serie di eventi che hanno avuto una larga visibilità sui media.
In Italia sono più di 33 mila le coppie che, tra il 2000 e il 2013, hanno completato un percorso adottivo a livello internazionale. Questo è un numero importante di famiglie che hanno scelto di fare un percorso di accoglienza e crescita che merita, per le condizioni particolari in cui si svolge e per l'impegno che richiede, un'attenzione specifica da parte delle istituzioni.
La legge italiana, a partire dalla Convenzione dell'Aja, ratificata nel nostro ordinamento nel 1998, e dalla normativa delle adozioni internazionali ed i relativi provvedimenti attuativi, prevede un impianto che è solido e che ha al centro alcuni principi importanti: in primo luogo, il rispetto dei diritti e il perseguimento del maggiore interesse del minore, il concetto di sussidiarietà, il ruolo e la funzione dei diversi enti nel processo di adozione. La validità del quadro normativo è riconosciuto non solo dagli attori italiani, come sottolineato anche nei due interventi che mi hanno preceduto, ma anche dai partner con i quali anche noi ci siamo direttamente confrontati nelle situazioni di crisi. E, quindi, è un buon impianto.
È un buon impianto anche perché ci sono soggetti di carattere pubblico (i servizi sociali territoriali, il tribunale dei minorenni e il ruolo centrale della commissione per le adozioni internazionali), che garantiscono imparzialità di giudizio e professionalità nella valutazione delle coppie, soprattutto in quello che è il centro della normativa italiana, che è l'interesse superiore dei bambini. 
Al tempo stesso, anche a fronte della diminuzione del numero di adozioni internazionali – si è registrato un meno 7 per cento nel 2013 rispetto al 2012, ed un meno 23 per cento nel 2012 rispetto al 2011 – e anche in seguito alla diminuzione di idoneità concesse dai tribunali italiani negli ultimi anni, ci sembra – ed è la ragione per la quale presentiamo una mozione – che l'azione del Governo debba essere meglio indirizzata a sostenere i percorsi adottivi, soprattutto con riferimento a quattro questioni. 
In primo luogo, la CAI deve essere dotata di risorse adeguate, necessarie a far sì che possa svolgere i propri compiti istituzionali. Negli ultimi anni, infatti, le risorse messe a disposizione della CAI non sono state all'altezza dei suoi molti e cruciali compiti e ora, dopo la nomina di un nuovo presidente in un clima di rinnovata attenzione politica verso la tematica delle adozioni, crediamo che si debba dotare questa struttura di tutte le risorse affinché essa effettivamente funzioni nei compiti ordinari e anche in quelli straordinari. 
In secondo luogo, alcuni casi recenti di difficoltà nei rapporti internazionali con Paesi che hanno interrotto o rallentato il percorso di adozioni internazionali – che, come abbiamo visto, sono stati oggetto di grande attenzione mediatica – segnalano che il Governo debba incrementare la propria capacità di proiezione internazionale, anche relativamente al tema delle adozioni, sia rafforzando la capacità di relazione della CAI e di cooperazione sul tema della difesa dei diritti dei minori sia stipulando accordi bilaterali con i Paesi con i quali, in particolare negli ultimi anni, il percorso adottivo è stato più discontinuo e imprevedibile. 
In terzo luogo, è intervenuta la crisi economica e, oltre a questa, l'arrivo di molti bambini con bisogni speciali, i quali sottolineano la necessità di concentrare l'attenzione del Governo anche rispetto alle risorse messe a disposizione dal percorso di adozione internazionale. 
Il tema delle risorse è stato un tema già sollevato nel 2005, quando è stato creato un Fondo di sostegno delle adozioni internazionali, che era appunto finalizzato al rimborso di parte delle spese sostenute per l'adozione di un bambino straniero, le cui funzioni sono state successivamente assorbite dal Fondo per le politiche della famiglia. 
Le adozioni internazionali possono addirittura arrivare a costare 20 mila euro a famiglia e sono effettivamente dei costi che creano un'evidente disparità di trattamento tra i cittadini. Il Fondo, purtroppo, non è stato rifinanziato per alcuni anni, e nel 2013 ci sono delle risorse che vanno a coprire non tutti i bisogni del 2011. Questo crea un'ulteriore ingiusta penalizzazione nei confronti di tante coppie più fragili economicamente, che credono però fermamente nel diritto di ogni bambino ad avere una famiglia. 
Quindi, con la mozione presentata chiediamo il rifinanziamento del Fondo e, più in generale, invitiamo il Governo a valutare la possibilità di superare il sistema di rimborso, sostituendolo con misure fiscali idonee a sostenere le famiglie che concludono il percorso adottivo, e introduciamo una serie di suggerimenti, in particolare concernenti le spese relative ai percorsi post-adottivi soprattutto dei bambini con bisogni speciali. 
In quarto luogo, ribadendo che non riteniamo necessario una revisione della normativa, perché è una buona normativa, chiediamo però un intervento del Governo in termini di semplificazione delle procedure burocratiche, come è emerso dai due interventi che mi hanno proceduto. E facciamo alcune proposte di carattere concreto, che riguardano sia la trascrizione della sentenza nei registri dello stato civile sia le agevolazioni relative ai congedi parentali e, più in generale, invitiamo il Governo ad assumere iniziative per garantire l'espletamento in tempi certi della relazione e della documentazione informativa da parte dei tribunali per i minorenni e dei servizi sociali sui requisiti di idoneità delle coppie all'adozione. Cioè sostanzialmente invitiamo il Governo a fare sì che i tempi previsti dalla legge siano rispettati. 
Infine, nel presentare questa mozione, vorrei aggiungere un punto. Noi vogliamo dare un segno politico di preciso impegno straordinario del Governo, anche in virtù della decisione da parte del Presidente del Consiglio di assumersi la delega relativa alle adozioni internazionali, testimoniando così l'importanza per questo Governo di trattare il tema delle adozioni internazionali. Chiediamo quindi, appunto, che il Governo faccia uno sforzo straordinario per risolvere tutti quei casi di adozioni ancora aperti in Paesi che, a seguito a delicate situazioni interne, hanno deciso di rallentare o bloccare le adozioni internazionali. 
Rispettiamo l'evoluzione interna di ciascun Paese, siamo consci dell'attenzione che gli stessi Paesi di provenienza hanno per i diritti dei minori e il loro benessere, come già sottolineava l'intervento della collega Binetti, ma riteniamo che alcune di queste situazioni possano trovare una positiva soluzione solo se il nostro Governo mantiene, come ha fatto in questi mesi, l'iniziativa diplomatica in modo costante, discreto, ma presente verso queste situazioni.