Data: 
Mercoledì, 20 Marzo, 2024
Nome: 
Laura Boldrini

La ringrazio, Presidente; 20 marzo 1994, sono certa che molti di noi ricordano bene quel giorno, quando si apprese la notizia dell'uccisione di Ilaria Alpi e Miran Hrovatin. Io, Presidente, ad esempio, in quel giorno mi trovavo in Mozambico con il World Food Programme delle Nazioni Unite. Ci occupavamo del rientro in patria di milioni di persone che si erano rifugiate nei Paesi confinanti a causa della lunga guerra civile, durata 13 anni, che aveva causato un milione di morti.

C'erano anche i giornalisti Giuliana Sgrena e Alberto Negri, e fu proprio Negri a ricevere sul suo satellitare la notizia dell'uccisione di Ilaria e Miran, una notizia che ci sconvolse terribilmente. Ilaria era una bravissima giornalista, era un'inviata di prim'ordine, una donna colta, una donna coraggiosa, parlava molte lingue, tra cui l'arabo. Da quel giorno è iniziata un'intensa battaglia per conoscere la verità sugli assassini e anche sui mandanti di quella che venne giustamente definita come un'esecuzione progettata fin nei dettagli.

Così come fin nei dettagli furono predisposti tutti gli ostacoli possibili al raggiungimento della verità, fino al clamoroso depistaggio che portò alla condanna di Hashi Omar Hassan, riconosciuto innocente, ma, Presidente, dopo 16 anni di carcere. E poi sa che successe? Che, tornato in Somalia nel 2022, ha trovato la morte per un'esplosione di una bomba posta sotto il sedile della sua auto.

Da Presidente della Camera, decisi allora che anche il Parlamento poteva dare, nell'ambito dei suoi poteri, un contributo alla ricerca della verità, perché era doveroso e anche per riparare al torto fatto da chi, nel passato, presiedendo la Commissione d'inchiesta a Montecitorio, ebbe la sfacciataggine - guardi, non so usare un altro termine - di dire che Ilaria e Miran erano andati in Somalia in vacanza. Capisce, Presidente? Questo disse l'allora presidente della Commissione d'inchiesta. Fu così che, a marzo del 2016, a pochi giorni dal ventiduesimo anniversario dell'omicidio, riuscimmo a desecretare circa 208 documenti, per un totale di 13.614 pagine, che, insieme agli atti già pubblici, ma consultabili solo andando di persona all'Archivio storico della Camera, diedero vita, invece, a un archivio digitale - Ilaria Alpi e Miran Hrovatin - accessibile dal sito della Camera. Una scelta che puntava a mettere quei documenti alla portata di tutte e tutti. La Rai contribuì con video e servizi realizzati da Ilaria e Miran. Sono documenti che ci fanno entrare nel mondo di Ilaria, che ci fanno scoprire com'era e come lavorava, che fanno emergere il profilo di una donna appassionata e di una giornalista di talento. La sua voce, Presidente, era diventata, nei primi anni Novanta, la voce della Somalia. Così come le immagini di Miran Hrovatin ci avevano fatto conoscere un Paese messo in ginocchio dalla guerra fratricida, dalla fame e dalla povertà. La nostra azione, come Presidenza della Camera, puntava a contribuire alla ricerca della verità e alla conservazione della memoria. Della strenua lotta per la verità sull'assassinio di Ilaria e Miran, il grande merito va innanzitutto ai genitori di Ilaria, Giorgio e Luciana Alpi, ormai scomparsi, che vogliamo ricordare con gratitudine e anche molto affetto, Presidente (Applausi dei deputati dei gruppi Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista e Alleanza Verdi e Sinistra). Insieme a loro, il nostro grazie va anche a Mariangela Gritta Grainer, alla Federazione nazionale della stampa, all'Ordine dei giornalisti e all'associazione Articolo21. Dobbiamo impegnarci ancora al loro fianco, perché il processo è fermo e perché, periodicamente, arrivano proposte di archiviazione. Sì, perché a trent'anni di distanza, la verità giudiziaria è ancora una meta da raggiungere. Vorrei, allora, concludere, Presidente, con le parole che sono state scelte per la celebrazione di questo trentesimo anniversario e che, anche per noi, deputate e deputati del Partito Democratico, rappresentano un impegno solenne: noi, Presidente, non archiviamo.