Dichiarazione di voto
Data: 
Venerdì, 22 Dicembre, 2017
Nome: 
Ettore Rosato

 

A.C. 4768-A/R, A.C. 4768/I

Signora Presidente, colleghi, bisogna che il Governo si adoperi per trovare sorgenti di lavoro, per fare in modo che tutti gli italiani abbiano un'occupazione. Queste è quello che deve fare il Governo, questo è quello che deve fare il Parlamento. Lo diceva Sandro Pertini ed è stata la traccia con su cui noi abbiamo lavorato in questi cinque anni ed è stata la traccia su cui ci siamo impegnati anche in questa legge di bilancio, con la consapevolezza che il primo problema di questo Paese è l'occupazione, il diritto a un lavoro, il dovere a un lavoro e il diritto a un lavoro. In questa legge di bilancio ci sono interventi a sostegno delle imprese, ci sono gli interventi a sostegno dell'occupazione, c'è una continuità di impegno che abbiamo assunto dal Job Act agli incentivi all'occupazione stabile. Sono molte le altre cose che abbiamo inserito in una legge di bilancio che non ha nulla di preelettorale.

È stata la cosa su cui si è impegnato il Presidente del Consiglio e che abbiamo mantenuto fino in fondo; una legge che dà sicurezza al Paese, che da investimenti pubblici, che si impegna sugli enti locali, che dà risposta agli enti locali: sono stati apprezzati da tutti gli enti locali, da quelli in dissesto che rischiavano di vedere i loro conti in bancarotta, a quelli che avevano le risorse disponibili e non sapevano come spenderle. Abbiamo messo importanti risorse sulle province che escono da una fase di difficoltà economica importante; abbiamo investito sulla pubblica amministrazione, sul contratto di lavoro; abbiamo investito sui precari della pubblica amministrazione con importanti investimenti volti a superare la logica del precariato; sulla scuola moltissime risorse, sia per consentire una equa e più ampia retribuzione dei lavoratori, sia per uscire, anche lì, da logiche di precariato, per andare incontro alle esigenze non solo degli insegnanti, che sono legittime, ma anche a tutte quelle degli alunni, delle famiglie che si aspettano di poter trovare un insegnante che garantisca il tempo certo, un percorso didattico sereno ai loro figli, agli studenti.

Abbiamo investito sul Sud con sgravi, con investimenti anche lì; e poi abbiamo investito in sicurezza, non a parole, non con slogan, abbiamo investito con risorse vere per il contratto, per la specificità del comparto. Abbiamo garantito le risorse per le nuove assunzioni, per l'ampliamento dell'organico in molte amministrazioni che richiedono di poter avere maggior risorse, non solo pacche sulla spalla, e noi sulla sicurezza in questi anni abbiamo investito moltissimo, con un impegno serio per questo Paese.

È stata insomma una legge di bilancio che ha dato delle risposte ordinate; è stata una legge di bilancio anche difficile, abbiamo lavorato giorno e notte. Presidente, mi consenta di ringraziare, da questo punto di vista, anche perché è stata forse, nella mia memoria, la legge di bilancio che ha avuto più breve tempo per stare qui in questo ramo del Parlamento. Abbiamo sommato ai giorni anche le notti di lavoro e ringrazio in questo - mi consenta - anche tutti gli uffici che hanno dato un contributo straordinario, oltre al Presidente della Commissione, che ha fatto anche il relatore, al nostro capogruppo Maino Marchi, a tutti i componenti del nostro gruppo ma anche di tutti gli altri gruppi.

Però questa legge di bilancio, Presidente, si colloca in una linea di questa legislatura. Guardi io non voglio sintetizzare numeri, ne abbiamo fatti tante volte, ma noi avevamo un PIL che scendeva quando si è insediato il Governo Renzi: il PIL oggi cresce. Avevamo la disoccupazione che saliva: oggi la disoccupazione scende. Abbiamo raggiunto il massimo tasso di occupazione femminile nella storia del nostro Paese, mai tante donne sono state occupate nel nostro Paese come con l'azione di questo Governo.

Abbiamo fatto interventi importantissimi sul fronte della povertà, abbiamo diminuito la pressione fiscale, è un pezzo importante delle manovre economiche diminuire la pressione fiscale. In un Paese non si investe con un tasso di pressione fiscale come il nostro. Abbiamo lavorato per diminuire quello sulle imprese e quello sui cittadini; abbiamo abolito imposte e abbiamo diminuito le altre e, nel contempo, abbiamo raggiunto il miglior risultato di sempre nella storia contro l'evasione fiscale. L'evasione fiscale è stata la nostra battaglia per avere più risorse, meno sprechi e meno evasione fiscale: questo ha consentito di investire ed investire su chi le tasse le paga.

Questa legislatura è stata una legislatura in cui ci siamo impegnati per contrastare questa idea che il nostro Paese debba avere un declino, per contrastare questa idea che il nostro Paese debba rassegnarsi. Noi non abbiamo pensato che la rassegnazione sia una forma in cui la politica può crogiolarsi. C'è chi descrive ogni giorno scenari negativi, noi gli scenari negativi li combattiamo, noi combattiamo la povertà, combattiamo la disoccupazione, la combattiamo con misure concrete. Lo abbiamo dimostrato in questi anni e lo dimostrano i dati e lo dimostra chi riconosce a questo Governo di aver fatto e di aver attuato delle misure che siano coerenti in questo. Ma questa non è stata nemmeno (lo dico questo perché ormai siamo agli sgoccioli), questa non è stata neanche solo la legislatura dei numeri (il viceministro Morando, che ci ha accompagnato in questa difficile legge di bilancio, lo sa); ci siamo impegnati molto sotto il profilo del rigore nei conti pubblici, ma io penso che questa legislatura verrà ricordata, forse anche tra qualche anno, non tanto per le norme sull'economia, ma per le norme sui diritti: io penso che questo Parlamento possa andare via orgoglioso, e questo ramo del Parlamento, forse, possa intestarsi il fatto di aver scritto queste riforme. Io ne cito alcune, perché sono leggi a cui ci tengo, ci teniamo: qui nel mio gruppo, mi permetta di dirlo, Presidente, ci sono le persone che le hanno scritte queste leggi, dalla legge per il contrasto alla povertà, al “dopo di noi”, alla legge sulle unioni civili, alla legge sul divorzio breve, alla legge contro l'autismo, alla legge sul testamento biologico (ultima approvata). Presidente, noi non abbiamo cambiato solo la politica: quando abbiamo approvato la legge sulle unioni civili c'erano le polemiche dei sindaci che non volevano celebrarle; c'era chi diceva che avrebbe bloccato l'amministrazione, che non l'avrebbe mai fatto: oggi queste polemiche non ci sono più, oggi queste polemiche sono scomparse, per fortuna. Io penso che la politica, in questo, abbia aiutato la società a fare un passo avanti: oggi è una minoranza sempre meno rumorosa quella che contrasta i diritti! Sul testamento biologico, in questa Camera, ho ottenuto i nove decimi di consenso: era un tema che prima di questa legislatura non si aveva il coraggio di portare in quest'aula! Abbiamo fatto un lavoro di cui possiamo essere orgogliosi! Non sono numeri, sono diritti, sono persone cui abbiamo dato un riconoscimento alla loro vita, alla loro aspettativa, alla loro sensibilità. Nel campo della giustizia abbiamo assunto riforme importantissime che lasceranno il segno: le riforme non sono quelle i cui risultati si vedono il giorno dopo! Le riforme sono quelle che lasciano una traccia, che lasciano un segno e che penetrano nella società, che penetrano nella pubblica amministrazione, che cambiano le modalità. Noi, di queste, ne abbiamo fatte tante! Non tutte pagano elettoralmente subito, ma le abbiamo fatte nell'interesse dell'Italia, non nell'interesse di qualche voto in più o di qualche voto in meno. Io penso che questo sia un valore di cui il nostro partito, il nostro gruppo, si può vantare! Presidente, poi in chiusura mi consenta di ringraziare chi, in questi anni, ha lavorato qui; io voglio dire solo una cosa: qui ci siamo anche scontrati, anche duramente; forse anche tra i gruppi, anche tra gli avversari più accesi, abbiamo imparato ad avere atteggiamenti diversi. Io ricordo, lo ricorda anche lei molto bene, l'inizio di questa legislatura in cui più di qualche volta i banchi del Governo erano, diciamo, inondati da parlamentari che ci camminavano sopra; tutto questo è finito, tutto questo è cambiato: abbiamo costruito un rapporto più equilibrato, nel rispetto dei ruoli di maggioranza e opposizione. Io penso che questo debba essere un monito che lanciamo alla prossima legislatura: il compito della politica non è dividere, non è rimarcare le differenze, non è rimarcare le cose che non si possono fare insieme; la responsabilità della politica - nell'interesse degli italiani - è quella di rappresentare una società complessa (e la nostra è una società molto complessa), di rappresentare i diritti diversi che ci sono nel nostro Paese ma che sono tutti giusti e tutti da rispettare. Questo lo può fare solo una politica che impari a dialogare. Io penso che il nostro partito questo compito se l'è intestato in questa legislatura e se oggi la situazione non è più quella dell'inizio della legislatura è perché noi abbiamo usato sempre la tecnica del dialogo, perché abbiamo voluto lavorare con gli altri, anche chi c'era più lontano. Mi auguro che nella prossima legislatura questo sia d'aiuto per costruire le condizioni per cui questo Paese possa vantarsi delle sue istituzioni, possa vantarsi di chi li rappresenta qui dentro, come io - mi permetto di dire - posso vantarmi di aver presieduto un gruppo di colleghi che con grande rispetto, grande laboriosità, grande impegno hanno servito il nostro Paese.