Dichiarazione di voto
Data: 
Lunedì, 23 Dicembre, 2019
Nome: 
Pietro Carlo Padoan

A.C. 2305

Presidente, alla luce del dibattito, che si sta facendo animato, forse è utile partire da dove siamo partiti per arrivare a questa legge di bilancio. Una legge di bilancio costruita in tempi stretti e che ha ereditato un quadro del Governo precedente di semi-stagnazione dal punto di vista macroeconomico, con una fiducia deteriorata, con investimenti e consumi in caduta. Un quadro in cui lo spazio di bilancio è stato ulteriormente ridotto per finanziare le riforme bandiera del Governo giallo-verde. Tutto ciò in un contesto internazionale che rimaneva debole, anche a causa dell'instabilità e dell'incertezza sulle relazioni commerciali. In questo quadro la sfida per la legge di bilancio è stato quello di avviare un percorso di uscita dalla stagnazione mantenendo sostenibilità dei conti pubblici e porre le basi per una ripresa della crescita, e ciò in poche settimane. Questa legge di bilancio raccoglie questa sfida, avvia una transizione. Riguardo al nome di questa legge, io la chiamerei una legge che guarda in avanti (Commenti dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier). Ricordo che cosa contiene, lo sappiamo tutti. Naturalmente la componente principale è la sterilizzazione dell'IVA per 23 miliardi, ma non ci dimentichiamo degli altri elementi qualificanti: riduzione del cuneo fiscale, risorse per le famiglie, per la sanità, per la scuola, interventi che dovranno essere rafforzati in futuro, è infatti nel lungo periodo che la loro efficacia sarà più percepibile. Ma allo stesso tempo si opera una riduzione e non un aumento delle tasse, al netto dell'IVA e dei risultati della lotta all'evasione. Permettetemi di fare una digressione sulla questione del dibattito sulle clausole di salvaguardia. Nel dibattito, stranamente, si è sempre considerato che gli aumenti dell'IVA fossero dati per scontati, quasi che non fosse un'operazione di bilancio di finanza pubblica quella di trovare 23 miliardi, cosa che evidentemente non è stata, e i benefici sono stati sottovalutati, quando non ignorati, con faciloneria. Ricordo che la riduzione degli aumenti dell'IVA, da una parte, protegge il potere d'acquisto dei cittadini… Ricordo che gli aumenti dell'IVA sono non solo a protezione del potere d'acquisto dei cittadini ma anche misura necessaria per la sostenibilità del quadro di finanza pubblica, e quindi portatori di benefici di credibilità presso istituzioni e mercati che si quantificano in termini di abbassamento del servizio del debito, di cui abbiamo molto bisogno. Nel guardare avanti, occorre riflettere sul fatto che uno spazio fiscale assorbito in gran parte della clausola di salvaguardia è nel lungo andare un meccanismo insostenibile, diventa elemento di fragilità e di aggiunta al debito. Una soluzione definitiva e credibile a clausole è possibile e necessaria; richiede una visione strategica e va inserita in un contesto di riforma fiscale a partire dall'IRPEF, riforma che sia basata sulla semplificazione, la progressività, la riduzione della pressione fiscale. Lo spread nelle ultime settimane si è stabilizzato su valori lievemente superiori a quelli di inizio legislatura, ma comunque più contenuti di quelli della passata estate. Ciò ha comportato complessivamente risparmi di alcuni miliardi. Questi risultati in termini di riduzione delle tasse e calo dei tassi - risultati ben tangibili - neanche loro vanno dati per scontati, devono essere rafforzati e consolidati. Si può e si deve fare di più. Sul fronte fiscale, bisogna andare avanti con le riforme e con il rafforzamento della lotta all'evasione; sul fronte dello spread, sappiamo che deve e può calare ancora, oggi è superiore a quello della Grecia. Tassi d'interesse negativi nella zona euro dureranno a lungo, questo significa una cosa molto semplice, che ulteriore diminuzione dello spread italiano dipendono da noi, ed è da noi necessario approfittare di questi spazi.

Per ottenere risultati e benefici significativi anche in termini di tasse è indispensabile una prospettiva di medio periodo, ci vuole crescita più sostenuta e sostenibile. Sappiamo che non ci sono scorciatoie, e lo ricordo a tutti quelli che le invocano continuamente per evitare di pensare a soluzioni ragionevoli. Stimolare la crescita richiede un'azione combinata dei diversi fattori. L'elenco delle riforme strutturali che servono al Paese per rafforzare l'efficienza e la produttività è noto. Metterei in cima alla lista il sistema formativo a tutti i livelli, punto su cui il Partito Democratico si è sempre impegnato. Occorre un uso efficiente dello spazio di bilancio, per sostenere gli investimenti pubblici e privati, che sono complementari, ambedue devono essere sostenuti. Gli investimenti privati richiedono agevolazioni per le innovazioni; quelli di Impresa 4.0 devono essere confermati e migliorati nel loro disegno. Occorrono condizioni di contorno, fiducia nella durata e nella trasparenza delle regole. Per gli investimenti pubblici, oltre a nuove e significative risorse, ben vengano misure che possono accelerare le procedure. Ma per sostenere gli investimenti occorre un quadro generale di riferimento che sia certo. Occorre dare contenuto alla nozione di Green Deal, alla nozione di economia circolare, e ciò richiede mutare gli incentivi, i comportamenti, i risultati. Occorre tener conto del nuovo quadro europeo delineato dalla Commissione, a cui l'Italia deve contribuire in modo fattivo e con una presenza continua sui temi, compreso quello della web tax, appena richiamata dalla collega Meloni. Occorre sfruttare le nuove opportunità sui mercati finanziari. Va accolta con favore l'emissione di green bond da parte del Tesoro, recentemente annunciata. La crescita, come è noto, è anche condizione essenziale per far calare il debito e, con esso, far calare gli interessi. A sua volta, il calo del debito allarga gli spazi per la crescita. Infine, Presidente, un'ultima considerazione, ultima ma non ultima: la crescita deve essere inclusiva. La crescita di un Paese migliora in qualità e dimensione se si riducono gli squilibri al suo interno, quelli sociali, territoriali, generazionali, quelli di genere. Gli interventi di politica economica ne devono tener conto sempre. Al Paese serve fiducia, la fiducia è indispensabile per utilizzare le risorse che già ci sono e per mobilitarne di nuove. Occorre più fiducia, e quindi, siccome questa manovra dà fiducia al Paese, avrà anche la fiducia del gruppo del Partito Democratico