Dichiarazione di voto
Data: 
Lunedì, 9 Settembre, 2019
Nome: 
Graziano Delrio

Grazie, signor Presidente. Signor Presidente del Consiglio, grazie per le sue parole di oggi. Lei ha presentato un programma serio e solido, e sono le due cose di cui abbiamo veramente bisogno, perché il Paese, come lei sa, è fermo, gli investimenti si sono bloccati in questo anno e mezzo, c'è stato un anno terribile di sfiducia verso il nostro Paese, abbiamo bisogno di ricreare nuovi posti di lavoro e abbiamo bisogno di aiutare le imprese a creare questi posti di lavoro perché non è solo la via di una più efficiente struttura statale che può garantire questo. Lei ha fatto un discorso serio e solido perché - ed è il motivo per cui noi appoggeremo questo Governo - lei ha accettato di superare finalmente la logica del contratto, di un gioco di interessi particolari che si andava a sommare senza vedere il bene comune, il bene di tutti gli italiani.

Erano interessi certamente legittimi, perché l'esperimento populista che è stato fatto in questi 14 mesi è un esperimento democraticamente legittimo. Poi mi dovrete spiegare perché era legittimo che il primo e il terzo partito si alleassero e non è legittimo che si alleino il primo e il secondo partito usciti dalle urne . Questa è una cosa che ancora ci è ignota. Però, vede, signor Presidente, tra le cose che lei ha detto, siccome lei ha subito numerosissime interruzioni durante la sua replica, io chiedo al Presidente della Camera questo: io guardo con simpatia quando le piazze si radunano e ho grande rispetto della piazza che oggi si è radunata lì fuori, una piazza democratica, una piazza che non ha, credo, offeso le istituzioni democratiche, ma, a maggior ragione, pretendo rispetto per quest'Aula, perché anche qui si rappresenta il popolo e non è concepibile che il Presidente del Consiglio sia costretto a non parlare. Allora, devo dire che, forse, c'è un altro motivo per cui noi appoggeremo il suo Governo: perché siamo sicuri che con lei e con noi non tornerà certo passato dove non si poteva parlare nelle Aule repubblicane.

Allora, noi abbiamo sentito il dovere di dare risposte a questo Paese. Noi sentiamo di dover dare risposte a questo Paese, di non giocare sulla pelle degli italiani, sull'aumento dell'IVA, sul Paese bloccato, ma di dovere dare risposte e questo, come ha detto il Presidente della Repubblica, è un dovere inderogabile delle forze politiche: valutare se vi siano le condizioni per dare vita a nuove maggioranze. Sono bastati pochi atti - pochi atti - decisi e chiari e un lavoro serio sul programma di Governo per ricostruire fiducia interna ed esterna. Abbiamo già risparmiato in poche settimane centinaia di milioni in interessi sui titoli di Stato: l'anno e mezzo passato ci è costato quasi 20 miliardi di interessi sottratti alle tasche degli italiani, sottratti alle politiche di lavoro e di sviluppo, sottratti alle imprese e alle famiglie. Quindi, lei ha scelto la strada giusta, signor Presidente: ha scelto la strada e il valore della fiducia. È il valore della fiducia quello che stiamo incassando, il valore della fiducia che, però, va pagata, con serietà, con poche promesse e con molti fatti. Con poche promesse e con molti fatti. Il programma del suo Governo contiene gli elementi e la visione di cui questo Paese, secondo noi, ha bisogno. Questo Paese ha bisogno di un'agenda nuova, di un'agenda chiara, che metta al centro il lavoro, che metta al centro le famiglie, che metta al centro uno sviluppo sostenibile, perché la più grande emergenza di questo Paese e di questo Pianeta non è qualche centinaio di persone che arrivano su una nave di una ONG, ma è, appunto, il grande cambiamento climatico, la modifica delle condizioni meteorologiche. E la grande immigrazione, le grandi crisi economiche dipendono da questo.

Mettere al primo posto dell'agenda del suo Governo il lavoro e la lotta ai cambiamenti climatici con un grande piano di investimenti significa che siamo di fronte davvero ad una svolta, una svolta culturale, ed era quello che noi chiedevamo. Chiedevamo soprattutto una svolta culturale: non siamo più di fronte alla distruzione della coesione sociale - come dice un grande filosofo - attraverso la paura, le politiche della paura, ma siamo alla ricostruzione di una nuova comunità attraverso scopi collettivi, attraverso il curarci dei beni comuni - e il nostro Paese è così fragile -, la nostra scuola. Per la prima volta, oggi, sentiamo, e siamo felicissimi di sentire, che l'educazione, la vicinanza alle famiglie nel percorso educativo, i nidi d'infanzia sono una priorità vera di questo Governo, perché questo è quello di cui hanno bisogno le nostre famiglie, questo è il vero fondamento di una Repubblica: l'educazione, l'investimento sulla conoscenza, sulla formazione. Questo sì, non instillare all'odio, non educare fantasiosamente, diciamo così, all'educazione civica e, poi, instillare odio. Questo è quello di cui abbiamo davvero bisogno.

Noi aspettiamo e auguriamo buon lavoro al Ministro dell'economia, di cui abbiamo grande stima e fiducia in primo luogo, perché noi crediamo - e lei lo ha detto, signor Presidente - che la prima cosa da fare sia quella di ritornare a sentirci a casa e a sentirci padroni in Europa, con rispetto, con orgoglio, con la schiena dritta. L'Italia è il Paese fondatore dell'Europa: lei oggi ha detto parole chiarissime sul destino dell'Europa e sul destino dell'Italia in Europa. La nostra casa comune, la nostra protezione è l'Europa e da questa Europa, proprio perché noi la sentiamo la nostra casa, dobbiamo pretendere la modifica del Patto di stabilità e crescita, che diventi sempre più un patto di crescita e sempre meno un patto di stabilità, che scorpori gli investimenti, che favorisca gli investimenti.

Tante volte lo abbiamo chiesto, signor Presidente, non cada nell'errore di pensare che questa cosa sia semplice: forse, oggi, per la recessione che riguarda tutta l'Europa e tutto il mondo, sarà più semplice ottenerla, ma non sarà semplice comunque. E la garanzia di avere il Ministro dell'economia convinto europeista, il Ministro per gli affari europei convinto europeista, il Commissario europeo, l'onorevole Gentiloni, convinto europeistaci dà la garanzia che lei avrà una squadra su cui contare. Lei avrà qualcuno su cui contare quando va in Europa, incluso il Ministro degli esteri, che sicuramente farà la sua parte per questa partita così importante per il nostro Paese. Questo Paese ha bisogno di crescita, ha bisogno di lavoro, ha bisogno di mettere più soldi in tasca a coloro che le tasse le pagano, non ha più bisogno di condoni fiscali (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico). Lasciamo stare i condoni fiscali: facciamo una vera lotta all'evasione e mettiamo più soldi in tasca agli operai, a coloro che le tasse non possono evaderle, a coloro che fanno fatica ad arrivare a fine mese. Tagliamo il cuneo fiscale per loro, lo chiedono anche le imprese, non solo i sindacati, anche le imprese lo chiedono. E ridiamo dignità ai lavoratori giovani con il salario minimo - questo sì è mettere al centro -, con l'uguale retribuzione tra uomini e donne. Adesso sì che abbiamo un'agenda per cui lottare, per cui entusiasmarci, perché riguarda la vita dei nostri giovani, delle nostre famiglie. Adesso sì, finalmente, abbiamo un'agenda seria.

E credo che abbiamo anche bisogno seriamente di mettere mano a questa misura organizzativa dell'assegno unico per i figli, che è una misura strutturale: lo dico agli amici dei 5 Stelle a cui avevo fatto una critica sul tema del reddito di cittadinanza dicendo che era un'ambizione molto grande mettere insieme politiche del lavoro e politiche di welfare, ma qui avevo riconosciuto che il reddito di cittadinanza era la più grande misura di sostegno sociale mai fatta in questo Paese. Adesso abbiamo bisogno di un'altra grande misura, che è l'assegno unico per i figli, perché le famiglie e questo Paese devono ricominciare a sperare. Lei lo ha citato espressamente e noi crediamo che questo sia un impegno decisivo per il nostro Paese.

Abbiamo bisogno, insomma, signor Presidente, di una prova di buon Governo, un buon Governo che sa, in silenzio, costruire le soluzioni, che pensa a pensieri più lunghi di un tweet o di una diretta Facebook, cerca di pensare alle nuove generazioni, cerca di pensare a consegnare un ambiente e un creato finalmente degno delle persone che lo vivranno, non a rovinarlo o a sfruttarlo, che pensa, soprattutto, con molta umiltà, a servire questo Paese, non agli interessi di parte, ma gli interessi collettivi, non all'interesse di un partito, nemmeno del mio partito. Io non sono qui a difendere, io sono orgoglioso del mio partito, non mi vergogno di nulla del mio partito, del percorso che ha fatto, perché noi crediamo di essere al servizio del nostro Paese. Se questo Governo saprà lavorare seriamente e in silenzio, avrà tutto l'appoggio, la fiducia, il sostegno, il sacrificio di tanti italiani e dei democratici italiani. Le auguriamo di cuore buon lavoro.