Data: 
Martedì, 12 Febbraio, 2019
Nome: 
Lia Quartapelle Procopio

Presidente, abbiamo ascoltato con grande attenzione questa mattina la relazione del Governo, e lo abbiamo fatto perché sono settimane, se non mesi, che chiediamo chiarezza al Governo sulla politica estera. Sono settimane, anzi dal vostro insediamento, che ci domandiamo dove volete portare l'Italia e se volete scardinare le alleanze internazionali. Sul Venezuela c'è stata tanta confusione, va detto che la maggioranza ha dato il meglio di sé: dichiarazioni contrastanti, sbandamenti. Abbiamo dovuto vedere il Ministro degli esteri, che era qui in quest'Aula oggi, mettere il veto italiano in sede europea per bloccare la posizione comune dei Paesi europei sul Venezuela. Abbiamo dovuto persino assistere alla vergogna di ricevere i ringraziamenti di Maduro per la solidarietà dimostrata da Roma.

Aspettavano oggi una parola chiara sullo schieramento dell'Italia a fianco della democrazia e della difesa dei diritti umani. Abbiamo finalmente ascoltato dal Ministro una dichiarazione chiara, che le elezioni che hanno rieletto Maduro sono illegittime, mentre quelle dell'Assemblea nazionale si sono svolte in modo democratico. Ma quanta fatica per arrivarci, quante settimane di pressione, quante delegazioni vi hanno chiesto di incontrarvi, prima che finalmente abbiate avuto il coraggio di dire quello che era già nei fatti. L'Italia non era stata presente, insieme a tutti gli ambasciatori dell'Unione europea, alla cerimonia di insediamento di Maduro, quindi già l'Italia non riconosceva Maduro, riteneva le lezioni illegittime e che si sarebbero dovute tenere di nuovo. Quanta fatica, per arrivare a dire quello che l'Italia aveva già detto. Oggi non abbiamo sentito l'unica parola chiara che volevamo sentire dal Governo, perché voi, maggioranza, oggi non riconoscerete Juan Guaidó come prescrive la Costituzione venezuelana. Questo è un punto molto grave, perché non riconoscendo Guaidó voi violate la lettera della Costituzione venezuelana e fate la stessa cosa che sta facendo Maduro continuando ad occupare illegittimamente quella posizione.

L'articolo 233 della Costituzione venezuelana - non noi opposizione italiana, ma l'articolo della Costituzione venezuelana - prevede che, in assenza del Presidente della Repubblica, il Presidente della Camera ne prenda le funzioni, non per governare, ma per indire, entro 30 giorni al massimo, le elezioni. Questo dice la Costituzione venezuelana, questo dice la Costituzione voluta da Chávez. Non c'è un'ingerenza, a favorire lo svolgersi delle elezioni e a dire che del futuro del Venezuela devono occuparsene prima possibile i venezuelani attraverso elezioni libere e democratiche. Senza un'autorità che può indire le elezioni, non basta dire e auspicare che le elezioni dovrebbero tenersi. Il Ministro oggi si è limitato a sperare che le elezioni ci siano, ma questa è una posizione doppiogiochista, vile e neanche molto furba. È forse utile a tenere unita la maggioranza, ma è inutile, totalmente inutile, per contribuire a sbloccare la situazione in Venezuela. È inutile per chiarire con chi siamo, tanto che oggi, ancora una volta, al Parlamento europeo, al Presidente Conte è stato chiesto da che parte sta l'Italia e quali sono gli interessi nascosti che fanno sì che l'Italia continui a schierarsi a favore di Maduro. Noi avevamo bisogno di una parola chiara per sostenere l'Italia come parte dell'Unione europea.

Una grande nazione come l'Italia non si barcamena con le parole o con le formulette diplomatiche. Dobbiamo scegliere: o stiamo con la democrazia, con le elezioni e lo Stato di diritto, e, se è così, dobbiamo riconoscere i meccanismi venezuelani previsti dalla Costituzione per indire nuove elezioni, oppure, se non è così, vuol dire che l'Italia starà con Maduro e legittimeremo lo status quo, e l'unico che avrà beneficio dallo status quo sarà esattamente Maduro. E per favore, come abbiamo sentito oggi, non continuate a raccontarci questa storiella della non ingerenza che faciliterebbe la mediazione, perché è una presa in giro prima di tutto all'intelligenza degli italiani e in secondo luogo alle sofferenze dei venezuelani.

Se davvero ci fosse qualcuno nella maggioranza interessato alla non ingerenza, avremmo dovuto sentirlo denunciare a gran voce quando dalla Russia sono arrivati 400 contractor militari per difendere la sicurezza di Maduro. Se davvero ci fosse qualcuno nella maggioranza interessato alla non ingerenza, avremmo voluto sentirli denunciare i 10 miliardi di contratti che Maduro ha firmato ancora una volta con la Russia per le armi, in un Paese dove negli ospedali non ci sono le medicine e non c'è l'acqua potabile.

Se davvero ci fosse qualcuno interessato alla non ingerenza, avremmo voluto sentire una parola sulle infiltrazioni di militari cubani dentro lo stato maggiore militare in Venezuela e tra i servizi segreti. E invece no, invece no, siamo qui ancora una volta a discutere e a chiedervi e a dirvi che l'Italia ha il dovere di prendere una posizione e che ci dobbiamo attivare il prima possibile per sbloccare la situazione di impasse nella quale da troppo tempo è precipitato il Venezuela, perché a noi riguarda se dal Venezuela sono usciti tre milioni di rifugiati che stanno destabilizzando la regione, a noi riguarda se c'è un Governo che blocca gli aiuti umanitari in un Paese che è stremato dalla fame, a noi riguarda se gran parte dell'esercito venezuelano è impegnato nel narcotraffico, come ci hanno raccontato questa mattina le delegazioni con Ledezma e Sucre. Ci hanno raccontato che il 50 per cento della droga che arriva in Europa transita attraverso il Venezuela grazie proprio a quell'esercito che oggi sta spalleggiando Maduro. Tutto questo ci riguarda.

È per questo che con la nostra risoluzione chiediamo che il Governo metta fine a questa ambiguità e riconosca l'autorità di Guaidò, come previsto dalla Costituzione venezuelana, e si arrivi al più presto alle elezioni. Saremo contrari a qualsiasi altra formulazione più debole perché sarebbe un tradimento rispetto ai venezuelani che soffrono da troppi anni a causa di Maduro, sarebbe un tradimento per la comunità italo-venezuelana, che abbiamo incontrato più volte in questi giorni e che ha bisogno di vedere il Governo al suo fianco, e sarebbe un tradimento soprattutto per tutti quegli italiani, e non c'è bisogno di dire che saranno tantissimi, che credono ancora nella democrazia, nella libertà, nelle libere elezioni, che vorrebbero vedere il Governo che si schierasse dalla parte giusta.