Discussione generale
Data: 
Mercoledì, 19 Febbraio, 2020
Nome: 
Marina Berlinghieri

Grazie, Presidente. Onorevoli colleghi, dopo l'insediamento della Commissione europea e l'inizio del mandato del nuovo Presidente del Consiglio europeo, i negoziati sulla definizione del quadro finanziario pluriennale 2021-2027 sono ad una fase decisiva. La prossima riunione del Consiglio europeo è un passaggio fondamentale per la sua definizione. Il mancato raggiungimento di un'intesa comporterebbe ritardi molto seri nella programmazione e nella spesa delle risorse in bilancio nei prossimi sette anni.

La fase storica che stiamo vivendo è particolarmente complessa: l'Unione europea è chiamata a sfide inedite che richiedono un supplemento di impegno e di responsabilità, nonché di fantasia, per trovare soluzioni economiche, sociali e istituzionali nuove idonee a plasmare, anziché subire, un mondo che cambia ad una velocità sempre più accelerata. Una fase che è, poi, altrettanto delicata sul piano internazionale e geopolitico, considerando le nuove e inaspettate tensioni emerse sullo scacchiere mediorientale, che si sommano alle diatribe commerciali e tecnologiche e ad altre questioni globali, quali, in primis, l'avanzare sempre più minaccioso della crisi climatica, e ciò sullo sfondo di uno scenario in cui il multilateralismo inclusivo viene sempre più messo in discussione e nel quale molte democrazie liberali continuano, da un lato, ad essere scosse dai venti del populismo e, dall'altro, ad essere afflitte da un esiziale processo di declino demografico su cui è necessario riflettere, perché rischia di configurarsi come una delle più grandi e gravi questioni che l'Europa dovrà affrontare.

Il 2020 sarà, dunque, un anno decisivo, in cui molti nodi verranno al pettine e molti Governi saranno messi sotto pressione, anche rispetto agli impegni che essi hanno assunto in base agli Accordi di Parigi e all'Agenda 2030 delle Nazioni Unite. È, dunque, essenziale portare a termine, con un livello di ambizione adeguato, il negoziato sul nuovo QFP 2021-2027. Sul quadro finanziario pluriennale si misurerà davvero la volontà e la capacità dell'Unione di saper coniugare il passato e il futuro, le politiche tradizionali e le nuove politiche che possono dare un valore aggiunto all'Europa, connotandola nello scenario globale e proiettandola nel futuro. In questo quadro, è fondamentale operare per l'ampliamento delle risorse proprie dell'Unione europea, al fine di evitare tagli di bilancio, in particolare con riferimento alla PAC e alla politica di coesione e, al contempo, devono essere individuati, anche facendo ricorso alla leva fiscale, meccanismi per accrescere le dotazioni di bilancio dell'Unione europea senza pesare sui singoli Stati membri, al fine di reperire le risorse necessarie a supportare nuove strategie in tema di sostenibilità ambientale, protezione sociale, ricerca e innovazione tecnologica, infrastrutture e politica industriale.

Per quanto concerne le politiche tradizionali, deve essere ridimensionato il principio di convergenza esterna delle allocazioni per la PAC e deve essere rimodulato l'indice di prosperità relativa ipotizzato per il riparto dei fondi della politica di coesione. Per le nuove politiche, priorità che scolpiscono il nuovo volto della Commissione europea: un ruolo dirimente deve essere assegnato al Green Deal, un progetto ambizioso e non privo di incognite, che potrà, tuttavia, davvero imprimere una svolta radicale al nostro modello di sviluppo, sancendo in via definitiva la leadership europea a livello globale nelle politiche per la sostenibilità.

Il successo del piano non è soltanto connesso alle pur ingenti risorse che saranno ad esso destinate: è necessario, a mio avviso, operare contestualmente anche sul versante regolatorio, a cominciare dalla riforma del semestre europeo in chiave di strumento di promozione della sostenibilità ambientale e sociale, nonché da quella della disciplina sugli aiuti di Stato. Vi è l'esigenza di consentire un trattamento di favore differenziato ai fini del computo dei saldi rilevanti e ai fini del rispetto del Patto di stabilità e crescita, delle spese e degli investimenti finalizzati all'attuazione del Green Deal, utilizzando a tal fine ogni margine possibile di flessibilità di bilancio, tenuto conto anche di quanto sarà previsto in relazione al fondo di transizione. Vi è, poi, la necessità di dare un'effettiva e compiuta attuazione al pilastro dei diritti sociali, unico elemento in grado di dare davvero un'anima al mercato unico e rinsaldare il coinvolgimento e la fiducia dei cittadini nei confronti dell'Unione. Ciò nel presupposto che un'Europa attraversata da crescenti disuguaglianze non solo economiche, ma anche sociali, di genere e di opportunità tra generazioni, non possa mai davvero configurarsi come un'Europa unita. Ci auguriamo, dunque, che il Governo possa svolgere l'autorevole ruolo che spetta al nostro Paese in Europa, proprio per fare in modo che il quadro finanziario che ci accompagnerà nei prossimi anni sia all'altezza dei valori europei e delle sfide che il mondo contemporaneo ci pone.