Dichiarazione di voto
Data: 
Giovedì, 20 Febbraio, 2020
Nome: 
Piero De Luca

Grazie, Presidente. Nella prossima riunione straordinaria del Consiglio europeo si discuterà del quadro finanziario pluriennale 2021-2027. Siamo da mesi a un punto di stallo per le divergenze tra due differenti gruppi di Stati: coloro i quali vorrebbero un bilancio europeo più ampio e Stati - in particolari i “frugal four”, che sono stati ricordati - che puntano a una contrazione delle risorse dell'Unione. Ricordiamo che il pacchetto negoziale elaborato dalla Presidenza finlandese stabiliva una previsione di spesa dell'1,07 per cento del reddito nazionale lordo dei 27 Stati membri, di gran lunga inferiore all'1,11 per cento della proposta della Commissione e all'1,3 per cento richiesto dal Parlamento europeo. Da ultimo, come ricordava il Presidente Conte, il Presidente del Consiglio europeo, Charles Michel, ha prospettato l'idea di un bilancio pari all'1,074 per cento del reddito nazionale lordo. Noi lo diciamo con chiarezza: questa proposta e queste proposte appaiono del tutto insufficienti e inadeguate. Il PD ritiene necessario lavorare per un bilancio ambizioso, moderno, coraggioso e all'altezza delle sfide future dell'Unione. Basta alchimie matematiche, perché i 500 milioni di cittadini europei, le famiglie, i lavoratori e le aziende dell'Unione hanno bisogno di risorse sufficienti per affrontare le problematiche e i bisogni della realtà contemporanea.

Però, ciò che più preoccupa allo stato attuale sui negoziati è la probabile riduzione di risorse per la politica agricola comune e per le politiche di coesione. Per quanto riguarda la prima rimangono da risolvere alcune problematiche tracciate nella sua relazione, che rischiano di svantaggiare il comparto agricolo italiano, tra cui, in particolare, il processo di convergenza esterna. Noi ci fidiamo del lavoro che lei e il Ministro Amendola porterete avanti sul punto, perché abbiamo constatato l'attenzione rivolta al comparto agricolo negli ultimi giorni. Cogliamo l'occasione, infatti, per complimentarci per il lavoro svolto dal Governo nel preservare i tanti nostri prodotti agroalimentari dai nuovi dazi statunitensi che sono stati istituiti pochi giorni fa e che non riguarderanno i nostri prodotti e la nostra economia italiana (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico). È un risultato importante e decisivo da rivendicare. Allo stesso modo, abbiamo fiducia nella capacità del Governo di limitare i potenziali tagli drammatici alle risorse destinate al nostro Paese nella politica di coesione, perché - e lo vediamo anche dalle ultime azioni - noi esprimiamo piena soddisfazione per il “Piano Sud”, presentato pochi giorni fa a Gioia Tauro. Dopo mesi di abbandono, questo Governo e la nostra maggioranza tornano a considerare il rilancio del Sud una priorità assoluta dell'agenda politica del Paese. Siamo orgogliosi di questa scelta e di questa impostazione politica, che rivendichiamo con forza e che sosterremo con convinzione anche qui in Parlamento. Le affidiamo, dunque, il compito di difendere anche nella negoziazione europea le risorse destinate allo sviluppo del Mezzogiorno, perché è del tutto evidente che il nostro Paese cresce ed è più forte se cresce ed è più forte anche il Sud del Paese: questo è un dato di fatto!

In tale contesto siamo allora convinti che per reperire i fondi necessari ad affrontare le varie priorità strategiche europee, si debba ragionare concretamente sull'istituzione di nuove risorse proprie dell'Unione. Al riguardo, invitiamo il Governo a sostenere la creazione in futuro di una base consolidata comune per l'imposta sulle società, una corporate tax che armonizzi le tassazioni nazionali delle aziende europee in chiave antielusione. E poi, qualora non si raggiunga un'intesa in sede OCSE, una web tax europea sui volumi d'affari prodotti in qualunque parte del nostro continente dalle grandi multinazionali digitali. L'Unione del futuro non può più tollerare il dumping fiscale e tassazioni aggressive o speculative, fondate su competizione al ribasso tra i vari Stati membri. Questo è un elemento essenziale da portare avanti.

In tale contesto crediamo giusto sostenere con convinzione anche il Green New Deal. Ne è stato parlato tanto: si tratta di uno strumento innovativo che permetterà di mobilitare risorse ingenti per interventi destinati a sostenere una nuova transizione energetica e industriale. Sul punto, lo vogliamo dire con chiarezza, ringraziamo con convinzione soprattutto il Commissario agli affari economici Paolo Gentiloni per il lavoro incredibile che sta portando avanti da pochi mesi a questa parte in Europa (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico) insieme alla Presidente della Commissione von der Leyen, per un piano di investimenti rivoluzionario da mille miliardi di euro nei prossimi dieci anni che creerà sviluppo e occupazione inedita. Nella stessa prospettiva riteniamo essenziale portare avanti una battaglia complementare al negoziato sul bilancio, per un'interpretazione flessibile delle regole del patto di stabilità, che pongano la crescita al primo posto tra gli obiettivi strategici dell'Unione, prevedendo finalmente una green facility che escluda dal calcolo dei parametri per le spese gli investimenti improntati a logiche di sostenibilità ambientale.

Alla luce di tali considerazioni, il tema politico centrale da porre, soprattutto in questa sede, è il seguente: quadro finanziario ambizioso sì, ma per fare cosa?

Noi crediamo che un bilancio ambizioso e adeguato sia necessario per affrontare alcune sfide decisive per il futuro dell'Europa. Anzitutto è necessario rafforzare le politiche di sicurezza e difesa comune, nonché l'impegno internazionale europeo: l'Unione dovrà giocare in futuro un ruolo sempre più autorevole nelle dinamiche politiche, diplomatiche e anche militari internazionali, perché l'Europa può essere decisiva per evitare escalation in teatri complessi e diventare fattore di stabilità su scala globale. Penso al risultato ottenuto nei mesi scorsi con la Turchia, laddove la moral suasion politica dell'Unione ha permesso di scongiurare il rischio di un vero e proprio genocidio del popolo curdo, donne e uomini che ancora oggi ringraziamo e sosteniamo per la lotta al terrorismo internazionale svolta in questi anni difficili e che l'Unione Europea è riuscita a salvare, a sostenere e a difendere.

Ma siamo convinti che un bilancio all'altezza debba consentire di affrontare meglio anche le politiche migratorie nel proprio complesso, valutando ipotesi di prevedere riduzioni drastiche di fondi europei per gli Stati che non rispettano il principio di solidarietà.

Qualcosa sta cambiando, guardate, da alcuni mesi: in Italia si è recuperata anzitutto una nuova consapevolezza, la consapevolezza che i nostri confini si difendono a Bruxelles, sui tavoli negoziali e non sequestrando all'occasione poche decine di donne, bambini, giovani e anziani stremati al largo delle nostre coste (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico). E in Europa, a partire dagli accordi di La Valletta, si sta consolidando una comune coscienza politica sull'esigenza di riformare l'attuale Regolamento di Dublino. E del resto, guardate, l'immagine dell'eurodeputato, il medico Pietro Bartolo che abbracciava Kebrat, la ragazza eritrea salvata al largo di Lampedusa, è un'immagine simbolo, che commuove e deve spingere tutta la Comunità Europea a fare un passo in avanti in questa direzione e sotto questo profilo.

Dovremmo, inoltre, portare avanti risorse adeguate per gli interventi e gli obiettivi indicati anche dal Parlamento europeo per contrastare la crescente diffusione di razzismo, xenofobia e altre forme di intolleranza, odio e violenza nell'Unione, soprattutto in rete. Ed è doveroso, lo facciamo ancora una volta, ribadire in quest'Aula la nostra vicinanza e solidarietà per gli attacchi subiti, vergognosi, alla senatrice Liliana Segre, che è intervenuta recentemente anche al Parlamento europeo e ha ricevuto ieri all'Università La Sapienza il dottorato honoris causa proprio in storia dell'Europa.

Auspicare un bilancio ambizioso vuol dire, però, difendere anche e supportare progetti culturali e di formazione intracomunitari.

Noi affidiamo a lei, signor Presidente, al Ministro Amendola e a tutto il Governo la capacità di tutelare il senso e l'efficacia dell'Erasmus e di tutti i programmi comunitari in ambito scolastico, universitario e formativo. Lo dobbiamo, guardate, ai tanti giovani che sono diventati cittadini migliori grazie a queste opportunità e lo dobbiamo alla generazione Erasmus, rappresentata da Antonio Megalizzi, Valeria Solesin e Fabrizia Di Lorenzo, vittime di drammatici attentati terroristici nel corso proprio di esperienze formative o lavorative nel cuore dell'Europa.

Adeguate risorse comunitarie sono poi indispensabili per fornire il necessario sostegno alla ricerca universitaria e scientifica, in particolare in campo medico-sanitario: il nuovo coronavirus riporta d'attualità l'esigenza di affidarci alla scienza contro posizioni oscurantiste, che rischiano talvolta di mettere addirittura in pericolo la vita e la salute delle persone.

Lavoriamo, signor Presidente e signor Ministro, per prevedere adeguati fondi europei per la ricerca scientifica. Facciamolo per la nostra comunità e per supportare persone straordinarie, preparate e competenti come le tre ricercatrici dello Spallanzani a cui va il nostro plauso e riconoscimento, per essere state le prime al mondo ad aver isolato e sequenziato il coronavirus, il nuovo coronavirus.

È indispensabile procedere, infine, con un bilancio ambizioso per una vera e propria unione sociale, per rafforzare un nucleo duro di diritti che diano risposte alle richieste di protezione delle famiglie nel campo del lavoro, del welfare e delle pari opportunità.

Anzitutto - lo ricordava prima anche il nostro collega Padoan - lavoriamo per introdurre strumenti di stabilizzazione della zona euro, come in particolare un meccanismo europeo di assicurazione contro la disoccupazione ciclica.

Impegniamoci poi per definire una base comune di salari minimi, equi e dignitosi per tutti i lavoratori dell'Unione europea, per garantire diritti essenziali ed evitare pratiche odiose di dumping sociale tra gli Stati membri. E, in questa prospettiva, chiediamo poi uno sforzo anche economico all'Europa per la sicurezza sul lavoro, una priorità assoluta per affrontare il dramma di incidenti mortali inaccettabili, come quello che purtroppo ha colpito ancora ieri un operaio che lavorava a San Benedetto del Tronto, in una condotta idrica, cui va il nostro pensiero commosso (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

E, infine, come ha ricordato il Presidente del Parlamento europeo Sassoli, proviamo a difendere il fondo degli indigenti, per assicurare un pasto caldo a 15 milioni di persone al giorno.

Insomma, parlare del quadro finanziario pluriennale vuol dire parlare del futuro stesso del nostro continente. Lo diciamo con spirito costruttivo, ma netto: basta soffiare sul fuoco delle paure, basta invocare l'Italexit a giorni alterni, perché questo è un comportamento irresponsabile e pericoloso, basta con l'antieuropeismo di circostanze e di convenienza.

Il sovranismo isolazionista che qualcuno invoca è il peggior nemico degli interessi del nostro Paese: fuori dall'euro e fuori dall'Europa l'Italia non ha futuro, sarebbe semplicemente più sola ad affrontare le sfide globali del nostro tempo, che impongono invece risposte continentali per difendere adeguatamente i nostri cittadini.

Impegniamoci allora per difendere e rilanciare l'Europa del coraggio, della speranza, delle opportunità, l'Europa dei diritti e delle libertà, quelle libertà difese, penso nella Seconda guerra mondiale, dai tanti partigiani, tra cui ricordiamo con affetto Pierina Vitali, appena scomparsa, la cui esperienza di vita deve essere d'esempio e monito per tutti noi.

Il negoziato sul bilancio dell'Unione - e concludo, signor Presidente - ci pone dunque di fronte a due scelte, a due strade alternative: noi sappiamo con certezza qual è il cammino da percorrere; c'è chi vuole un ritorno indietro, ad un'Europa degli Stati, noi vogliamo invece un passo avanti, verso gli Stati Uniti d'Europa.

Buon lavoro a lei signor Presidente, a lei signor Ministro e buon lavoro a tutto il Governo, grazie.