Dichiarazione di voto
Data: 
Martedì, 19 Marzo, 2019
Nome: 
Ivan Scalfarotto

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Grazie, signora Presidente. Un paio di note preliminari: innanzitutto, devo dire che condivido la pena del Presidente del Consiglio, che sappiamo essere in una posizione difficilissima, vaso di coccio tra vasi di ferro; quest'oggi è venuto a fare le sue comunicazioni prima del Consiglio europeo accompagnato soltanto dal Ministro per i rapporti con il Parlamento, che in termini governativi è un po' dire - non se ne abbia, Ministro Fraccaro - il minimo sindacale. Cioè, se non c'era neanche lei, proprio non c'era nessuno, e dispiace un po' perché questa è l'importanza che evidentemente date all'Unione Europea. D'altro canto, aspettiamo da più di un mese un nuovo Ministro degli affari europei, non vi date nessuna pena di nominarne uno. Vuol dire che pensate che non ce ne sia bisogno.

Poi, devo dire che tutta l'Aula ha chiesto al Presidente del Consiglio di dire qualcosa di sensato su queste 49 persone, uomini, donne, 12 bambini, che sono al largo di Lampedusa. E il Presidente del Consiglio, come al solito, ha una capacità incredibile, ormai mitica, direi - penso che entrerà negli annali parlamentari - di non dire niente. Lui ci ha raccontato della sua visione sistemica, ci ha raccontato del Consiglio europeo di giugno, che è il Consiglio europeo dove l'Italia ha praticamente abbuonato alle varie Ungheria, Romania e Slovacchia, eccetera, il dovere di accogliere dei migranti. Lì noi abbiamo sostanzialmente sancito il principio della volontarietà e, quando noi gli chiediamo cosa ha intenzione di fare per 49 persone ora, il Presidente del Consiglio ci racconta della sua visione sistemica, di quello che farà un giorno. Ma, signor Presidente, noi le avevamo chiesto cosa intende fare per quelle 49 persone, ripeto, 12 bambini, che sono su una barca, la Mare Jonio, al largo di Lampedusa. Come al solito, anche se i colleghi dei 5 Stelle dicono che il Governo non si sottrae, il Governo si sottrae, perché non risponde. Poi dovremmo parlare, a questo punto, finalmente di questo Consiglio europeo. Ora, è un Consiglio europeo molto ampio ed è evidente che parlare di punti come l'ambiente con un Governo come questo risulta difficile, il Governo dei fanghi sversati nei campi, il Governo del condono edilizio monstre. È il Governo del Ministro dei trasporti che promuove le auto elettriche e si compra l'auto diesel; è il Governo dei giornalisti dell'intellighenzia che lo supporta che vogliono mettere sotto la macchina la piccola Greta, che, evidentemente, deve avere delle colpe molto gravi. Quindi, non parleremo di ambiente; non parleremo neanche di disinformazione, signora Presidente, perché, evidentemente, se il MoVimento 5 Stelle e la Lega vogliono parlare di disinformazione, comincerei, per esempio, dal TG2, un telegiornale che è diventato sostanzialmente la grancassa del Governo.

Una cosa che è insostenibile sul servizio pubblico. E poi le solite parole vuote: sentiamo dire dal Presidente del Consiglio che l'Europa deve essere unita per definire le sue priorità, che non ci si può muovere in modo isolato, che ci riconosciamo in un approccio europeo, che bisogna tenere coesa l'Europa e bisogna avere un'unità di intenti e spirito solidale. Queste sono le parole sull'Europa che noi sentiamo in quest'Aula; poi, tra il predicare e il razzolare, come al solito, c'è di mezzo il mare, volendo manipolare questi proverbi, perché quello che succede è assolutamente il contrario. Noi abbiamo visto che cosa è successo con la Brexit: allora, innanzitutto qui viene il Presidente del Consiglio e non ci dice l'unica cosa che doveva dire al Parlamento, e cioè che cosa farà il Governo se la Gran Bretagna e il Regno Unito chiederanno la proroga.

Un sì o un no, non era difficile, signor Presidente del Consiglio. Cosa vuole fare? E guardi che la domanda non è peregrina, perché i movimenti sovranisti, i movimenti amici di Nigel Farage, colui il quale fa gruppo al Parlamento europeo con il MoVimento 5 stelle ed è amico di Le Pen e di Salvini, quei gruppi hanno chiesto esplicitamente all'Italia di bloccare la proroga, perché ci vuole l'unanimità. Allora la domanda è: che cosa avete intenzione di fare? Voterete sì alla proroga o voterete no alla proroga? E, ancora una volta, il Governo viene in quest'Aula e non ci dice che cosa intende fare; questo è il Governo che non si sottrae al dibattito parlamentare, un Governo che opera nel massimo del disaccordo al proprio interno e che, nella massima parte dei casi, non sa che cosa dire al Parlamento. Noi non dimenticheremo mai la macchia del Global Migration Compact, sul quale la maggioranza si astiene e lascia che siano le opposizioni a prendere la posizione di politica estera del Paese.

Vuol dire che il Governo ha abdicato a una delle sue principali responsabilità. Quindi, coesione, unità dell'Europa, e poi che cosa succede? E poi succede una cosa come quella della Cina, nella quale noi, evidentemente, abbiamo fatto una cosa che non ha niente a che fare con la coesione dell'unità europea, con una posizione omogenea, perché stiamo andando completamente da soli. Ma cerchiamo di capirci: il Presidente del Consiglio dice che non è un trattato internazionale, non è un accordo vincolante, un'intesa quadro, non vale niente. Non vi preoccupate che tanto è un accordo che non vale niente, è una roba di principio. Allora, la domanda che viene da porre a chiunque sia dotato di un minimo di buonsenso è: scusi, signor Presidente, ma lei ci vuol far credere che il Presidente Xi Jinping viene da Pechino qui per firmare un accordo che non vale niente?

A me sembra abbastanza controintuitivo, per usare un termine gentile. Allora diciamoci le cose come stanno: è vero che questo memorandum of understanding non ha nessun valore vincolante, ma quello è esattamente il problema, e cioè, se si firma un accordo che non è vincolante, cioè che non produce immediatamente un vantaggio, non produce un deal, non produce un affare tra imprese, vuol dire che il valore di quel particolare accordo è un valore esclusivamente politico, e i cinesi hanno voluto mettere una bandierina, venendo a firmare un accordo che non li vincola in niente, ma a dire: uno dei Paesi del G7 è nostro.

Ora, perché lo fa il Governo? Il Governo lo fa nell'attesa, come ci è stato detto, di poter dire ai cinesi: abbiamo firmato il memorandum of understanding, quindi dateci più business, peccato che per fare business con i cinesi e con qualsiasi altro partner non ci sia bisogno di nessun memorandum of understanding; se un'impresa italiana vuole investire in Cina o un'impresa cinese vuole investire in Italia, non è necessario sposarsi tra Italia e Cina, firmando un accordo di questa visibilità sul piano internazionale; si dice che i tedeschi esportano più di noi, ma i tedeschi esportano molto più di noi senza fare un Memorandum of understanding, perché fanno gli accordi uno alla volta e non devono sposarsi con i cinesi. Tra l'altro, nel momento in cui i cinesi acquistano l'utilità che cercavano con quel memorandum of understanding (MoU) - politicamente, con uno dei Paesi del G7, perché, con tutto il rispetto, la nostra economia non è paragonabile né a quella greca né a quella ungherese o a quella degli altri Paesi che hanno firmato questi MoU - è chiaro il valore politico di ciò per i cinesi, i cinesi hanno già acquisito ciò che volevano, mentre la nostra utilità è un'utilità futura e sperata, ma che non è detto che si verifichi, non è detto che poiché abbiamo dato loro quello che volevano, adesso, ci daranno loro quello che vogliamo noi, cioè più esportazioni e reciprocità, perché il punto con la Cina è la reciprocità.

Guardate, lo dice un esponente del Governo precedente, che crede che fare affari con la Cina, lavorare con la Cina, sia una cosa che vada fatta. Aprire il mercato cinese alle nostre imprese è giusto, ma non bisogna genuflettersi ai cinesi, perché, quando si fa una trattativa, se tu dai tutto prima della firma del contratto, evidentemente, non avrai niente indietro. Questo è il punto. A me fa tremare le vene ai polsi pensare che il sottosegretario Geraci, il Ministro Di Maio e il Presidente Conte trattino per l'Italia, perché, se quando si siedono a un tavolo di trattativa, concedono alla controparte tutto, prima della firma, vuol dire che non potrebbero neanche comprare un'auto usata, questo è il problema!

Allora gli accordi con la Cina e il lavoro con la Cina vanno fatti, ma non bisogna svendersi. Se i cinesi vogliono investire nel porto di Trieste perché è meglio far arrivare la merce a 300 chilometri, a qualche centinaio di chilometri da Monaco di Baviera, piuttosto che farla arrivare al Pireo che, con tutto il rispetto per il Pireo, è in una zona non servita da infrastrutture; è chiaro che Trieste è più appealing per i cinesi. Lo vengano a trattare alle nostre condizioni, non alle loro condizioni, questo è veramente il punto, sennò finiamo come la Grecia che, nel 2017, da sola, ha bloccato una risoluzione sui diritti umani, presentata dall'Unione europea all'ONU; la Grecia, misteriosamente, non appoggia una risoluzione sui diritti umani in Cina presentata dall'Unione Europea. Come dire, a pensar male si fa peccato ma si indovina, la verità è che, pensiamo tutti, i greci, data l'interessenza con la Cina e il porto del Pireo, siano molto più cauti di prima a parlare di diritti umani in Cina. Io non voglio che il nostro Paese si trovi in queste condizioni. Allora, e concludo veramente, avete fatto passare questo accordo come una cosa, come dire, assolutamente innocua, ma non lo è affatto, è il raggiungimento di uno scopo anche lodevole nel peggiore dei modi, lo ripeto, nel peggiore dei modi, perché avete svenduto e state svendendo la nostra capacità di negoziare e, soprattutto, la nostra sovranità nazionale; il che, per essere un Governo sovranista, è davvero un paradosso,