Dichiarazione di voto
Data: 
Mercoledì, 11 Dicembre, 2019
Nome: 
Piero De Luca

Grazie, Presidente. Dopo le favolette che abbiamo ascoltato della bella addormentata, di Alice nel paese delle meraviglie, la retorica sovranista
…o stucchevole sui migranti, che non hanno nulla a che vedere…No, dobbiamo commentare, perché c'è un modo differente (Commenti dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia). Presidente, se ritiene che si debba svolgere un corretto dibattito, la ringraziamo. Abbiamo ascoltato dei racconti, delle favole, retorica ancora continua. Proviamo a tornare seri, il prossimo Consiglio europeo affronterà questioni decisive per il futuro dell'Unione: la strategia in materia di cambiamenti climatici, quadro finanziario pluriennale, relazioni esterne, recesso del Regno Unito e, infine, la riforma dell'unione economica e monetaria; e lo farà, come ha ricordato il Presidente del Consiglio, per la prima volta da quando è entrata formalmente in carica, la nuova Commissione europea della Presidente Ursula von der Leyen. È l'avvio di una fase nuova, che noi riteniamo che possiamo affrontare con rinnovata fiducia per almeno due ragioni: anzitutto ricordiamo che, grazie al Partito Democratico e al nuovo Governo, l'Italia ha ottenuto per la prima volta che al proprio rappresentante in Commissione fosse attribuito il portafoglio strategico degli affari europei. Parliamo di Paolo Gentiloni (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico), un risultato concreto; Paolo Gentiloni che salutiamo e sosteniamo con forza nel lavoro che si accinge a fare per difendere…Non ho difficoltà, Presidente. Ma la fiducia deriva anche dal fatto che l'Italia torna finalmente a negoziare a Bruxelles con autorevolezza e credibilità, quell'autorevolezza e credibilità che avevamo perduto perché prima avevamo alcuni ministri, visto che lì c'è qualcuno che vuole fare confusione, che, quando si discuteva di decisioni strategiche per il futuro del Paese, si limitava a urlare, come stanno facendo oggi in Aula, e ad attaccare sui social partner e istituzioni europee. Hanno attaccato persino Mario Draghi, al quale rivolgiamo, invece, un forte ringraziamento per il lavoro che ha fatto a sostegno del futuro dell'Europa  Avevamo ministri che promettevano di battere i pugni sui tavoli di Bruxelles, quante volte abbiamo ascoltato queste parole, ma poi a quei tavoli a Bruxelles non si sono neppure presentati. Questo era quello che accadeva prima, fuggivano dal confronto e hanno isolato l'Italia sullo scenario continentale. Oggi abbiamo un Esecutivo composto da ministri in grado non solo di presidiare quei tavoli europei, ma anche di orientare le discussioni e i negoziati, difendendo realmente gli interessi del nostro Paese. E i nostri cittadini, guardate, si difendono così, non a chiacchiere o a parole, ma con serietà e responsabilità, combattendo a Bruxelles, studiando i dossier, avanzando proposte concrete e credibili.

Altro che i sovranisti delle chiacchiere e della propaganda! Ebbene, sia chiaro, il vostro sovranismo è il peggior nemico degli interessi nazionali, questa è la verità che va ribadita agli italiani (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico). Siete i peggiori nemici degli interessi del Paese! Nel prossimo Consiglio si parlerà soprattutto, come è emerso dal dibattito, della riforma dell'unione economica e monetaria. Credo sia opportuno e doveroso anzitutto ringraziare il Presidente Conte, il Ministro Gualtieri e il Ministro Amendola, oltre alla sottosegretaria Agea. Grazie, a nome del Paese, per la serietà e la responsabilità con la quale avete gestito e affrontato una fase così delicata per il destino dell'Italia (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico), perché forse mai nella storia della Repubblica abbiamo assistito a un tale livello di menzogne, di bugie e di mistificazioni della realtà come in questa occasione. E lo diciamo con nettezza: i toni violenti e aggressivi che stiamo continuando a riscontrare in quest'Aula e il livello di falsità che hanno caratterizzato il dibattito politico di questi giorni sono inaccettabili e vanno condannati senza se e senza ma.

Una cosa è il dissenso politico, altro il vergognoso discredito che state provando a gettare sulle istituzioni del Paese e che noi non possiamo perdonarvi, questa è la differenza e questo è quello che vi contestiamo (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico). Chiariamo un primo elemento decisivo: il Trattato MES esiste già dal 2012 per dare assistenza finanziaria a Stati che rischiano il default. Finora sono cinque i Paesi che ne hanno beneficiato, evitando un dissesto economico-finanziario che avrebbe potuto avere ripercussioni drammatiche nell'intera zona euro, e quindi anche nel nostro Paese. Si tratta, quindi, di uno strumento positivo perché mira a evitare crisi di Paesi dell'Eurozona e i relativi rischi sistemici sulle finanze di altri Stati membri. Ma in questi mesi, chiariamolo, non si è discusso, quindi, di uno strumento nuovo; solo di modifiche e integrazioni, peraltro limitate e positive, a un meccanismo che esiste già da sette anni. Sono sette anni che esiste il MES e non avete detto nulla di quello che state pronunciando in queste ore per sette lunghi, lunghissimi anni, nemmeno una parola!

Il MES esiste già ed è per questo che riteniamo strumentale la vostra campagna di mistificazione comunicativa che state portando avanti in queste ore. E non è vero, come provate a dire, ma non ci riuscite, che i negoziati sono stati svolti di nascosto; potete girarla come volete, ma i membri del precedente Governo, come ha ricordato il Presidente del Consiglio in modo chiaro e lineare, quelli che sono all'opposizione, erano pienamente al corrente di quello che stava accadendo nei mesi scorsi. Ne avete discusso per mesi interi e non avete detto nulla, soprattutto nessuna dichiarazione di fuoco come quelle ascoltate nei giorni scorsi dopo l'ultimo vertice del 21 giugno scorso, perché non potete ora venire a far finta di non sapere: o eravate distratti o non capivate cosa stavate facendo e firmando o eravate al mare o adesso siete in malafede e provate a lucrare consenso e fare propaganda sulle spalle del Paese, questa è la verità.

Così come non è vero che le modifiche sono state approvate di notte, di nascosto, all'oscuro del Parlamento; è una menzogna che offende l'intelligenza del lavoro di tanti colleghi che hanno discusso anche in quest'Aula, a più riprese, di questo strumento. Per non parlare, poi, di dichiarazioni ridicole di chi ha avanzato la mancanza del testo da studiare o della sua traduzione: quel documento era accessibile online sul sito del Consiglio da dopo il vertice del 21 giugno ed era stato trasmesso tradotto alle Camere nei giorni seguenti (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico). Perché continuare ad alimentare queste menzogne?

E allo stesso modo, nel merito, chiariamolo agli italiani, perché si sta facendo troppa mistificazione: non è vero nulla di quanto si sta raccontando in queste ore. È falso che ci sarà un prelievo forzoso sui conti correnti delle famiglie e delle imprese; è falso che la revisione del MES istituisca un meccanismo automatico di ristrutturazione dei debiti, che potrebbe far perdere valore ai risparmi ai nostri cittadini; è falso che la riforma toglierà poteri alla Commissione; è falso che preveda un meccanismo in grado di aiutare solo le banche tedesche; è una menzogna ed è falso che la riforma del Trattato obbligherà l'Italia a versare 125 miliardi di euro a semplice richiesta. Abbiamo ascoltato anche questo, ma come si fa? Questo capitale è quello versato da sette anni (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico), sottoscritto da sette anni e non versato! Non cambia nulla con questa riforma, nulla di nulla! Basta bugie!Crediamo giusto e doveroso al riguardo sostenere, esprimere sostegno allora e vicinanza oggi da quest'Aula, per i vergognosi attacchi subiti recentemente, alla senatrice Liliana Segre, il cui coraggio sia di insegnamento a tutti noi; e rivolgere un pensiero commosso a Piero Terracina, tra gli ultimi sopravvissuti di Auschwitz, recentemente scomparso (Come ha ricordato il Presidente della Repubblica (e concludo), il male non è sconfitto per sempre: i pericoli riaffiorano quando la responsabilità si attenua e avanzano nuovi egoismi, quali quelli che state difendendo voi. Il nostro obiettivo allora è quello di migliorare le regole e le procedure della governance europea, per difendere questo patrimonio culturale, politico, sociale comune, fatto di diritti e libertà democratiche fondamentali. Non si tratta di cedere sovranità, come voi volete dire, come racconta la retorica sovranista: si tratta di costruire una nuova sovranità intorno a valori condivisi, per affrontare le priorità e le problematiche che non avranno soluzione se non a livello sovranazionale.

L'Europa è una grande opportunità: non è la causa dei problemi che affliggono le nostre società, ma è l'unica possibile soluzione alle stesse, in questo contesto politico ed economico.Difendere l'Italia vuol dire difendere allora il nostro futuro. Continuiamo a coltivare questo sogno, Presidente del Consiglio: vada in Europa a difendere gli interessi del nostro Paese. Noi saremo al vostro fianco

Cumuli inenarrabili di bugie per evitare di entrare nel merito della riforma. Nel merito le novità sono positive: mi riferisco, anzitutto, al backstop, ossia viene introdotta una garanzia comune al Fondo di risoluzione unico per le banche che consentirà di utilizzare le risorse del Meccanismo, quindi risorse pubbliche, per sostenere istituti di credito in caso di crisi finanziarie, come Borghi sa bene, ed evitare così di salvare eventualmente le banche con i risparmi degli italiani, delle famiglie e delle imprese italiane ed europee. È l'esatto contrario di quello che state raccontando, la riforma produrrà maggiore tutela dei risparmiatori italiani ed europei, è l'esatto contrario. Penso anche alla semplificazione della linea precauzionale di accesso al sostegno finanziario e al rispetto da parte del MES dell'ordinamento giuridico dell'Unione, compresi i diritti fondamentali dell'Unione europea.

Penso, infine, al rafforzamento del dialogo con il Parlamento europeo, quindi maggiore trasparenza ai meccanismi procedurali del MES. Per tutte queste ragioni, vi chiediamo allora oggi una sola cosa: basta nell'interesse del Paese, basta utilizzare toni apocalittici, basta allarmismi ingiustificati, basta con il terrorismo psicologico che mina la credibilità e la stabilità del Paese per i vostri bassi interessi elettorali, questo dovete fare. La riforma che voi avete negoziato e che noi stiamo portando avanti, migliorandone anche le criticità tecniche, rafforzerà l'Italia, questa è la verità. Allora è giunto il momento di chiedere scusa al Paese per le parole irresponsabili utilizzate nei giorni scorsi, che rischiano, quelle sì, di alimentare paure negli investitori e tensioni sui mercati, e mettono, quelle sì, in pericolo i risparmi degli italiani, delle imprese e delle famiglie nel nostro Paese.

Noi siamo convinti che nella finalizzazione del percorso negoziale volto alla modifica del MES l'Italia debba valutare e continuare a valutare la logica di pacchetto, tenere conto dell'equilibrio complessivo dei vari elementi al centro del processo di riforma, e siamo convinti che si debbano escludere interventi di carattere restrittivo sulla detenzione dei titoli sovrani da parte di banche e istituti finanziari, e comunque la ponderazione dei titoli di Stato attraverso la revisione del loro trattamento prudenziale.

Ottenute però queste garanzie e limitati gli ultimi aspetti di dettaglio, assicurando anche un pieno e tempestivo coinvolgimento del Parlamento, come peraltro prevede già la legge attualmente in vigore, noi riteniamo utile e necessario che il Governo continui a lavorare lungo la strada tracciata. Guardate, chi si oppone a questo progetto in realtà ha un altro obiettivo in mente, ed è emerso nel dibattito, l'avete esplicitato voi in questi giorni: il vostro vero obiettivo è portare l'Italia fuori dall'euro. Questa è la verità: noi non ve lo permetteremo! Noi lavoreremo in una direzione opposta, per difendere il Paese, le famiglie e le imprese (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico). Da un lato c'è la destra che immagina un ritorno ai talleri, ai fiorini, ai sesterzi, ad un isolamento politico internazionale che produrrà un bagno di sangue per famiglie e imprese italiane; dall'altro ci siamo noi, ci sono le forze del Partito Democratico, le forze di Governo, che vogliono lavorare in modo serio e responsabile in Europa per tutelare le famiglie e la competitività delle imprese, la stabilità economico-finanziaria italiana.

Vorrei però fare un ultimo passaggio decisivo in conclusione. Guardate, l'impegno per rilanciare il progetto di integrazione europea, modernizzare il budget, prevedere nuove risorse proprie, sostiene i settori ad alto valore aggiunto, difendere la PAC, la politica di coesione e la governance economica europea, si inscrive in una prospettiva più alta e profonda: si inscrive nella volontà politica di realizzare una crescita sostenibile ed inclusiva, volta a promuovere nuove logiche di solidarietà ed equità sociale nel nostro continente; ma si inscrive anche e soprattutto, ed è questo quello che vi sfugge, nella volontà di difendere in futuro la nostra libertà, la nostra democrazia contro il riemergere di barriere, di muri, di nuove forme di odio e di intolleranza in quello che è il più vasto territorio al mondo ispirato dalla democrazia e dallo Stato di diritto. Consolidare e rafforzare l'Unione vuol dire in realtà impegnarsi per evitare che si ripetano episodi drammatici nel nostro continente, come l'orrendo massacro dei giovani laburisti nel 2011 in Norvegia, come l'assassino della deputata Jo Cox in Gran Bretagna, come gli attentati che hanno coinvolto Antonio Megalizzi e Valeria Soresin, come gli attacchi alle moschee e ai cimiteri ebraici in Europa (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico). Quello vuol dire rafforzare l'integrazione europea: vuol dire contrastare la diffusione della retorica dell'odio, della violenza, della xenofobia e del razzismo, ossia i germi di comportamenti che hanno provocato solo pochi decenni fa milioni di morti nel nostro continente e che non vanno sottovalutati.