Relatore per la maggioranza
Data: 
Lunedì, 12 Ottobre, 2015
Nome: 
Walter Verini

A.C. 2874

Grazie, Presidente. La puntuale esposizione dell'onorevole Sarro mi consente di soffermarmi, soprattutto, sulla cornice di questo provvedimento. Voglio iniziare questo intervento con delle parole: «Per me non è mai stato possibile dimenticare, voltare pagina, cercare semplicemente di vivere normalmente. Per molto tempo è stato impossibile per me parlare di quello che avevo visto e vissuto nei crematori di Auschwitz. Avevo l'impressione che le persone non mi credessero e che mi avrebbero preso per un matto. Ho dunque preferito rimanere in silenzio fino al 1992, quando l'antisemitismo e il negazionismo hanno ripreso a manifestarsi e ho sentito che non potevo più tacere».
  Queste parole sono di Shlomo Venezia, vennero pronunciate due anni prima della sua morte a Parigi, all'UNESCO. Lui faceva parte dell'orrore più terribile di Birkenau e Auschwitz, del sonderkommando, gli addetti ai forni crematori. Allora, da quel giorno, dal 1992, quando capì che il negazionismo cominciava a farsi strada, l'antisemitismo a diffondersi di nuovo, lui decise, lo disse ancora quel giorno, di parlare ai giovani, di riuscire a superare quel blocco che lo aveva incatenato a quegli orrori, a quella memoria così terribile. Allora, lo fece rivolgendo anche un appello, rivolgendosi a «voi uomini della politica e delle istituzioni perché avete in carico l'educazione delle giovani generazioni, affinché proseguiate il compito della testimonianza, delle nostre testimonianze, per lottare contro l'oblio, per impedire che si dimentichi Auschwitz, per lottare contro i negazionisti, difendere la verità storica e preservare il mondo dal ripetersi di tali atrocità».
  Basterebbero queste parole per motivare il senso di questo provvedimento. Io, come altri di noi, abbiamo fatto viaggi ad Auschwitz accompagnati dai testimoni, da Shlomo, che non c’è più, ma anche da Piero Terracina, da Sami Modiano, dalle sorelle Bucci. Io credo che non è solo per onorare loro e la drammatica esperienza che loro hanno vissuto sulla propria pelle (alcuni di questi sono tornati, lasciando morti lì, fratelli, genitori e parenti), ma noi lo dobbiamo fare anche per oggi. Infatti, vedete, noi parliamo di cose accadute più di settant'anni fa, però quegli errori, quelle tragedie, vennero commessi dalla mano dell'uomo, e se la mano dell'uomo li commise settant'anni fa, è possibile, anzi sta accadendo, che vengano commessi di nuovo. Accade, per esempio, che un uomo, quattro anni fa, in nome di teorie neonaziste contro la società aperta, contro le diversità, abbia sterminato 80 e più ragazzini ospiti in un campeggio organizzato dai giovani socialdemocratici nell'isola norvegese di Utoya. Stermini etnici, religiosi, vengono perpetrati tuttora, in tutto il mondo.
  I germi dell'antisemitismo e del razzismo sono ancora troppo presenti e potenzialmente fertili, si moltiplicano nei siti le istigazioni all'odio razziale, antisemita, gli incendi delle sinagoghe e gli attentati. Ricordiamo gli ultimi, quello del gennaio scorso, i morti al supermercato kasher a Parigi, quelli del maggio 2014 all'entrata del Museo ebraico di Bruxelles, i bambini della scuola ebraica di Tolosa uccisi nel 2012.
  Proprio oggi alla Camera, su iniziativa di una deputata, Milena Santerini, è stato ricordato l'attentato alla sinagoga di Roma che costò la vita al piccolo Gaj Taché e anche il nostro Presidente Mattarella, qui, all'insediamento nella sua carica, davanti alla Camere, ricordò il sacrificio di questo ragazzino.
  Insomma, questi orrori, che accaddero settant'anni fa, hanno ancora dei germi che vivono, che producono veleni e producono tragedie.
  È giusto per questo, quindi, legiferare e dare dei segnali anche normativi su questo argomento, nei termini che ha ricordato il collega Sarro e nei termini che il Senato ha giustamente approvato dopo un lungo dibattito. Infatti, c'era un dubbio anche da parte di storici, che certamente non possono minimamente essere accusati di non essere storici di sicura fede democratica, di lealtà ai valori della libertà e della democrazia. Ma anche da parte di questi storici erano stati sollevati il dubbio e la perplessità che istituire un reato proprio di questo tipo avrebbe potuto rappresentare un rischio di colpire e limitare la ricerca storica e la libertà di opinione. Non è così, non è questo. Noi prevediamo semplicemente, anzi questo provvedimento semplicemente prevede – è stato ben ricordato – non di colpire le opinioni, ma semplicemente di colpire coloro che, in nome anche di queste teorie negazioniste, istigano alla violenza o commettono e conducono degli atti di violenza. Insomma, si sanziona un comportamento, una condotta, non un'intenzione, un giudizio o un parere, per quanto ignobile e per quanto menzognero o falso esso possa essere.
  Di quanto ci sia bisogno – mi avvio a concludere, Presidente – di provvedimenti di questo tipo non ce lo ricordano soltanto i pochi testimoni che sono sopravvissuti e le urgenze del tempo drammatico che stiamo vivendo, ma ce lo ricordano delle grandi personalità. Eisenhower comandante delle forze alleate, quando incontrò le vittime dei campi di concentramento, ordinò che fossero fatte foto, che gli abitanti delle città vicine ai campi vi fossero accompagnati e che seppellissero essi stessi i morti. Voleva che rimanessero documenti, che si registrassero le testimonianze, perché un giorno qualcuno avrebbe potuto sostenere, come è avvenuto, che quegli orrori non fossero mai avvenuti.
  Da allora molte cose sono state fatte. Il nostro Paese ha approvato, nel 2000, l'istituzione del Giorno della memoria, il 27 gennaio. La Corte europea dei diritti dell'uomo, in una sentenza del 2003, sul negazionismo ha squarciato dei veli e ha detto delle verità assolute: crimine contro l'umanità, il negazionismo come una delle forme più sottili di diffamazione razziale, xenofoba e d'incitazione all'odio. Le Nazioni Unite, nel 2005, hanno istituito la Giornata internazionale della memoria e poi, due anni dopo, con la risoluzione sulla negazione dell'olocausto, l'ONU ha condannato senza riserve il negazionismo. Paesi come la Francia, la Germania, la Polonia, l'Austria, la Svizzera, il Belgio e i Paesi Bassi già dispongono di norme che identificano il negazionismo come un reato e non possiamo dire certo che questi siano Paesi dove non sia tutelata la libertà di opinione. Insomma l'istigazione in nome di queste realtà va punita ed è quello che facciamo. Infatti c’è l'opinione, c’è la negazione e c’è l'istigazione.
  Avviandomi alla conclusione, Presidente, in Commissione, insieme all'altro relatore Sarro, avevamo auspicato il ritiro di tutte le proposte emendative per potere dare lo stesso segnale che il Senato ha dato, ovvero un'approvazione a larghissima maggioranza di un testo di grande civiltà e di grande valore. Poi sono venute le osservazioni ricordate nella prima relazione da parte della Commissione affari costituzionali e l'esigenza di non fornire un segnale contraddittorio rispetto ad un altro provvedimento, il decreto di contrasto al terrorismo. Quindi, l'abbassamento del reato base – se così si può dire – da cinque a tre anni potrebbe rappresentare un segnale non solo di disallineamento, ma – diciamolo – un segnale sbagliato. Allora, abbiamo avuto dei contatti anche con i nostri colleghi del Senato, che auspicavano, come noi, la rapida pubblicazione in Gazzetta Ufficiale di questo provvedimento. Credo che se noi ci limitassimo – e lo deciderà il Comitato dei nove e lo deciderà l'Aula – ad apportare delle modifiche chirurgiche su questi piccoli singoli punti del provvedimento, il progetto di legge rimarrebbe intatto nel suo valore e il Senato potrebbe approvarlo nel più breve tempo possibile.
  Un Parlamento, Presidente, non deve legiferare in occasione degli anniversari, come è stato ricordato anche in Commissione.
  Però, se ci sono degli anniversari, come quello che cade fra quattro giorni... Il 16 ottobre 1943 a Roma ci fu il rastrellamento del Ghetto da parte dei nazisti e gli ebrei vennero deportati, messi in vagoni piombati e dalla stazione Tiburtina portati nei campi di sterminio. Se alla vigilia dell'anniversario del 16 ottobre 1943, la Camera avesse approvato in via definitiva questo provvedimento, io credo che sarebbe stato un bel segnale, un modo di straordinario valore per ricordare quella data che è ancora una ferita aperta per il nostro Paese e non solo per la comunità ebraica. Come ripeto, lo deciderà il Comitato dei nove e lo deciderà l'Aula, ma dovremo probabilmente rimandare il provvedimento ritoccato al Senato, ma io sono certo che il Senato farà il suo dovere, come ha fatto nella prima parte di questo iter, e magari, chissà, a proposito di anniversari, potrebbe essere, questa legge, definitivamente approvata e pubblicata in occasione del 27 gennaio prossimo, Giornata della memoria, che ricorda la liberazione del campo di sterminio di Auschwitz-Birkenau.