Discussione sulle linee generali
Data: 
Giovedì, 14 Novembre, 2019
Nome: 
Marco Lacarra

A.C. 2242

Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 21 settembre 2019, n. 104, recante disposizioni urgenti per il trasferimento di funzioni e per la riorganizzazione dei Ministeri per i beni e le attività culturali, delle politiche agricole alimentari, forestali e del turismo, dello sviluppo economico, degli affari esteri e della cooperazione internazionale, delle infrastrutture e dei trasporti e dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, nonché per la rimodulazione degli stanziamenti per la revisione dei ruoli e delle carriere e per i compensi per lavoro straordinario delle Forze di polizia e delle Forze armate e per la continuità delle funzioni dell'Autorità per le garanzie nelle comunicazioni 

Signor Presidente, onorevoli colleghi, poco più di un anno fa, con il decreto-legge n. 86 del luglio 2018, il precedente Governo decise, sollevando numerosi dubbi e perplessità, di trasferire le funzioni e le competenze in materia di turismo dal Ministero per i Beni e le attività culturali al Ministero delle Politiche agricole. Quella scelta ci sembrò subito di difficile comprensione, sia sotto il profilo culturale ed economico, sia dal punto di vista strategico e organizzativo. Perché sottrarre al Ministero per i Beni culturali, dopo cinque anni dal suo trasferimento, la competenza al turismo? Quale logica giustificava questa decisione? Perché il Ministero delle Politiche agricole avrebbe dovuto meglio gestire, e di conseguenza meglio sviluppare, le politiche turistiche del nostro Paese?

Ancora non abbiamo compreso se fu soltanto l'espressione di una strana volontà o semplicemente di valutazioni generate dall'ex Ministro Centinaio, oppure, invece, l'attuazione di un'idea un po' bizzarra di voler recidere il legame profondo e naturale che innegabilmente tiene assieme turismo e cultura.

Così facendo, però, si è rischiato di compromettere il valido ed efficiente assetto organizzativo ed istituzionale che faticosamente si era riusciti a mettere in piedi nei cinque anni precedenti in seno al MiBACT.

Oggi con questo provvedimento il turismo torna nella sua sede naturale. Con ciò, con questa decisione, nessuno vuole negare che vi siano evidentemente delle importanti relazioni tra le politiche di valorizzazione del turismo ed i settori dell'enogastronomia, dell'agricoltura; più semplicemente, però, non si può ridurre l'interesse per il nostro Paese a questo, perché vorrebbe dire rinnegare il fondamento della nostra storia e della nostra identità: una storia ricca, di cui abbiamo testimonianza in ogni angolo del nostro Paese, una storia ammirata, desiderata, invidiata da tutto il mondo, una storia che vale la curiosità delle decine e decine di milioni di turisti che ogni anno vengono nel nostro Paese, alla scoperta di un'identità unica e molteplice al contempo.Siamo gli eredi di un patrimonio che non ha pari nei cinque continenti, i custodi di una bellezza che non dovremmo mai dare per scontata e che al contrario è necessario valorizzare, ma soprattutto proteggere. Il Ministero per i beni e le attività culturali e per il turismo ha negli anni scorsi dimostrato di essere in grado di compiere grandi e importanti passi su questo fronte: ha dimostrato intraprendenza e saggezza nel mettere a frutto questa grande eredità, ha acquisito competenze a cui sarebbe insensato rinunciare, una conoscenza del territorio e delle sue ricchezze da cui è difficile prescindere. Possiamo vantare un sistema di tutela e valorizzazione dei beni culturali unico al mondo; e siccome è principalmente grazie allo sconfinato capitale di beni architettonici e artistici che riusciamo ad attrarre così tante presenze nel nostro Paese, sarebbe ingenuo da parte nostra non puntare su queste eccellenze per rendere ancora più competitivo ed attrattivo il turismo rispetto alla concorrenza internazionale.

Insomma, se da un lato abbiamo la fortuna di essere i beneficiari di un'eredità di incalcolabile valore, dall'altro siamo chiamati alla sua salvaguardia e al suo pieno sviluppo. Ecco perché riteniamo imprescindibile riportare le competenze in materia di turismo in capo al MiBACT, perché senza cultura intorno al nostro Paese non può e non potrebbe esserci tanto interesse e tanta curiosità. È fondamentale tornare su quel percorso già intrapreso qualche anno fa, che cominciava a far vedere i suoi frutti, sia in termini di crescita economica sia rispetto alla promozione dell'immagine dell'Italia all'estero.

Ma questo decreto-legge non riguarda solo il turismo e non interviene solo su questo delicato tema. Infatti, signor Presidente, siamo soddisfatti di aver portato in Aula un provvedimento che affronta, con un approccio sistemico ed integrato, altre complesse questioni, che attengono all'efficienza e all'organizzazione dei nostri ministeri. Sempre rispetto al MiBACT, è giusto ricordare le misure che mirano ad assicurare i servizi pubblici essenziali di vigilanza, protezione e conservazione dei beni culturali, e quelle finalizzate a valorizzare e a migliorare la fruizione degli istituti e dei luoghi dove la cultura prende vita, musei e siti archeologici su tutti.

Un'importante misura è quella che riguarda il trasferimento al Ministero degli affari esteri e della cooperazione internazionale delle funzioni in materia di politica commerciale e di promozione con l'estero, attualmente esercitate dal Mise: un intervento di cui si è parlato molto negli scorsi anni, e che finalmente arriva a compimento e grazie al quale si potranno implementare e coordinare meglio le politiche di internazionalizzazione del sistema. Si potrà dare una buona spinta alla tutela e lo sviluppo del made in Italy, anche fornendo strutture di supporto alle piccole e medie imprese italiane nell'esportazione dei nostri prodotti. In breve, buone notizie per i tantissimi imprenditori italiani e ottimi presupposti per un rilancio e uno sviluppo del fondamentale comparto manifatturiero, colonna portante della nostra economia.

In ultimo, la fondamentale rimodulazione degli stanziamenti per la revisione dei ruoli e delle carriere delle forze di polizia e delle Forze armate, sostenuto da un incremento di ben 60 milioni di euro annui dal 2020, oltre a cui la legge di bilancio stanzierà ulteriori importanti e consistenti misure. Io comprendo il disappunto dei deputati della Lega rispetto a questo intervento, perché nell'anno di Governo hanno più volte promesso sostegno alle forze di polizia, anche concreto, e questo avviene con il nostro primo provvedimento in materiaPer concludere, Presidente, con il decreto-legge questa maggioranza prosegue il cammino verso obiettivi importanti che ci siamo posti all'inizio di questa esperienza di Governo: una strada lunga e tortuosa, che incontrerà ostacoli ma che, sono certo, li supererà tutti. E questo provvedimento è anche (e concludo) la dimostrazione che non è necessario lanciare slogan per fare qualcosa di positivo nel nostro Paese: molto più seriamente vogliamo rimarcare l'orgoglio di una maggioranza che mette i fatti dinanzi alle parole, l'interesse degli italiani davanti al proprio tornaconto elettorale.