Data: 
Mercoledì, 12 Dicembre, 2018
Nome: 
Silvia Fregolent

A.C.1408

Grazie, signora Presidente. Componenti del Governo, colleghi, devo dire che in questo decreto fiscale, il primo decreto fiscale del famoso Governo del cambiamento, mi aspettavo quello che avevate promesso in campagna elettorale: una delle più grosse rivoluzioni che riguardavano la pressione fiscale, una diminuzione consistente della pressione fiscale, una semplificazione per come pagare i tributi ed infine la cancellazione della fatturazione elettronica.

Durante gli anni in cui noi l'avevamo proposta, voi avete parlato male di questa fatturazione elettronica, poi, probabilmente, le audizioni la Corte dei conti, del nuovo Presidente dell'Agenzia delle entrate, non soltanto quello passato, ovviamente, che aveva contribuito a scriverla, SOGEI e altri autori, vi hanno fatto cambiare idea, peccato che non l'avete detto all'esterno e forse non l'avete detto neanche agli ex componenti del gruppo con cui avevate fatto la campagna elettorale, Forza Italia e Fratelli d'Italia, che, effettivamente, hanno presentato emendamenti soppressivi della fatturazione elettronica. Voi avete cambiato idea senza spiegare al Paese perché e forse sarebbe utile farlo.

Ma passiamo alla diminuzione delle tasse: non ce n'è traccia, alcuna, non ce n'è stata nella legge di bilancio e non ce n'è qua, non è che lo diciamo noi del Partito Democratico che siamo cattivi e brutti, ma lo dite voi nei documenti della legge di bilancio che avete allegato alla legge stessa, che abbiamo approvato qualche giorno fa; lo dite nero su bianco, che la pressione fiscale in questo Paese è calata dal 2014 al 2018, quando i Governi avevano il nome di Renzi e Gentiloni, che quest'anno non calerà rispetto al 2018 e, anzi, nelle tabelle si evince come, purtroppo, le tasse per le imprese aumenteranno.

Forse è per questo che hanno chiesto d'urgenza un incontro con il Vicepremier Salvini, forse non avendo grande fiducia del Vicepremier Di Maio, hanno chiesto di essere ascoltati perché la legge di bilancio venga completamente riscritta e stravolta.

Ma veniamo al decreto fiscale: nessuna semplificazione, eppure avevate già il terreno preparato, il 730 precompilato fatto da noi, alcune misure per pagare le tasse e farle pagare in maniera più semplice, niente! Che cosa troviamo? L'ennesimo condono. Certo, rispetto alla versione originaria e quella più volte strombazzata sui giornali, devo dire che vi siete ridimensionati, probabilmente vi ha spaventato il fatto che tutti i commercialisti d'Italia hanno cominciato a comprendere e a farvi dire che c'era la gente che non pagava più le tasse, così convinta di un condono tombale, così l'avete sempre definito. E quindi, probabilmente, queste grida di allarme vi hanno fatto tornare indietro sui propri passi, ma non basta. Ovviamente un condono c'è e fa un po' tristezza che in sei mesi noi abbiamo approvato un condono edilizio e un condono fiscale: alla faccia del Governo del cambiamento, sembra essere ritornato tutto come un vecchio modo di fare politica, che forse non ha portato molto bene a questo Paese.

Chi vi parla non vi dirà mai che pagare le tasse è una bella cosa e, anzi, chi vi parla fa parte di un gruppo che ha lottato, anche all'interno del proprio partito, perché la pressione fiscale venisse diminuita, con tanto di fondi di giornale e di famosi economisti che dicevano quanto era bello e importante pagare le tasse. Ma un conto è dire che la pressione fiscale va ridotta, e qui, se volete fare una battaglia insieme a noi, noi ci stiamo, in maniera proporzionale, secondo quanto è garantito dalla Costituzione, che chi ha più paga di più e chi ha meno ovviamente paga di meno, in questo modo non ci saremo sempre, ma qua non c'è nulla di tutto questo. C'è un condono generalizzato per i furbetti che fa male innanzitutto a chi le tasse le deve pagare: i pensionati, quelli che sono dipendenti privati e pubblici, imprenditori, le partite IVA che le tasse le vogliono pagare, quegli imprenditori che si sono veramente indebitati fino all'osso negli anni della crisi per poter portare a casa lo stipendio dei troppi dipendenti e per portare a casa le commesse. Umiliate innanzi tutto loro, ma soprattutto umiliate un rapporto che ci deve essere tra Stato e cittadino.

Vedete, sono due modelli completamente diversi, alcuni lo citavano stamattina, per esempio il collega Cattaneo, che si rifaceva ai tempi di Reagan e Thatcher, ecco, sono modelli economici diversi, bisogna solo capire che cosa vogliamo imboccare. Noi abbiamo una pressione fiscale elevata e, veramente, se vogliamo diminuirla, mettiamoci intorno a un tavolo e capiamo come distribuirla e diminuirla; abbiamo, però, anche una elevata evasione: 38 miliardi di IVA. Per cui noi facciamo fatica, poi, ad essere credibili, quando diciamo che vogliamo una riduzione delle tasse, quando in realtà, poi, noi le tasse non le facciamo pagare a un'intera fetta di contribuenti, e quando continuiamo dire che, appunto, le tasse le pagano e c'è una proporzione alta di tasse pagate, ma perché? Perché sono pochi, è una fetta minore di persone che le pagano.

Allora, forse, bisognerebbe fare una battaglia vera sull'evasione fiscale e qui non ce n'è traccia, non c'è neanche una virgola, non c'è un appunto e francamente mi sorprende, non soltanto perché questo è il Governo del cambiamento, ma perché a scrivere questo decreto fiscale hanno contribuito, mi auguro, anche i colleghi Cinquestelle, che sull'onestà e la trasparenza hanno fatto la loro battaglia.

Ma la cosa ancora più incredibile è che bisogna anche capire che cosa vogliamo fare di questa nazione, perché se noi diciamo che il modello a cui tendiamo è il modello di Reagan e Thatcher, allora dobbiamo capire che fare dei servizi pubblici. Vede, chi va negli Stati Uniti per una volta, rimane affascinato da un Paese dove tutto funziona, questo è vero, dove il progresso lo vedi, lo percepisci, loro sono avanti mille miglia, ma dove tutto è privato, nulla ti è concesso, nulla è garantito. Se tu vai in un ospedale, anche per motivi gravi, o hai la carta di credito o vieni rimandato fuori, anche sanguinante. Questo non è il nostro sistema, non è il sistema Europa, non è il sistema Italia dove la sanità e pubblica, dove la scuola è pubblica, dove le pensioni vengono garantite, ovviamente con tutte le difficoltà del caso per le future generazioni soprattutto a causa anche di quello che prevedete voi nella manovra. Bisogna solo capire che cosa vogliamo fare, che sistema vogliamo imboccare. Visto che noi pensiamo ancora che il sistema europeo, quello del welfare, quello della sanità pubblica e della scuola pubblica sia il sistema attuale, ecco forse quell'evasione di IVA così elevata vorremmo poterla aggredire. Noi abbiamo fatto qualcosa in passato e c'è stato riconosciuto. Poi, all'improvviso, siete arrivati voi e c'è stata una cesura totale rispetto a questo argomento.

Però, voi vi vergognate di chiamare quello che avete scritto “condono”: lo chiamate “pace fiscale” e chiamate i contribuenti che non contribuiscono “evasori di necessità”. Se era per gli evasori di necessità c'era la rottamazione delle cartelle, ma visto che bisognava rifare quello che avevamo fatto noi penso che una possibilità di pagamento rateizzato in otto mesi pagando le sanzioni e non gli interessi per gli evasori di necessità era più che sufficiente. Voi avete previsto di più e avete addirittura tolto, di punto in bianco e con un tratto di penna, le sanzioni amministrative al di sotto dei mille euro, con la felicità, immagino, dei comuni, che si vedono così togliere all'improvviso - dal 2010, tra l'altro, ad oggi - entrate nelle loro casse senza aver avuto la grazia di ricevere qualcosa da voi durante la legge di bilancio.

Poi, ci sono norme assolutamente assurde come quella della tassazione sui money transfer. Io capisco che per motivi elettorali tutto ciò che è straniero per voi deve essere colpito in maniera indistinta. Dunque, se l'oggetto è lo straniero capisco le vostre le vostre norme, ma se sono, invece, la sicurezza e la trasparenza voi state facendo esattamente l'opposto: tassare così i money transfer vorrà dire che il trasferimento di denaro avverrà e avverrà in nero, avverrà illegalmente e, quindi, la tracciabilità che i money transfer garantiscono non ci sarà più, con buona pace di tutti quelli che vogliono mandare i soldi anche ad associazioni non propriamente pacifiste e magari terroristiche di altri Paesi. Così noi non riusciremo più a pinzarle, un po' come con il vostro “decreto sicurezza” che dovrebbe essere, a parole, per la sicurezza dei cittadini e, invece, porterà soltanto danni.

Ma quello che ancora mi stupisce - ancora più di tutto, oltre al contenuto di questo decreto fiscale dove in realtà poi c'è di tutto e uno fa fatica a concepirlo come decreto fiscale - è che noi, come Partito Democratico, abbiamo presentato pochi emendamenti, una cinquantina, puntuali e precisi che, a nostro dire, erano per modificare, in meglio ovviamente, il provvedimento. Questi emendamenti, come tutti quelli che hanno presentato le opposizioni, non sono stati neanche letti perché il mandato era concludere questo provvedimento e questo provvedimento era blindato. Questo ci è stato detto fin dal primo secondo rispetto a quando è arrivato il decreto in quest'Aula del Parlamento: “Così come è stato approvato dal Senato deve uscire”. Allora, vi rivolgo una domanda: visto che voi, 5 Stelle e Lega, vi siete fatti paladini della democrazia il 4 dicembre 2016 dicendo “no” al referendum che aboliva il Senato, perché avete detto “no”? Se era per mandare a casa Renzi bastavano le elezioni, come voi mi insegnate (bastano le elezioni). Invece, avete fatto un danno al Paese.

Voi di fatto - voi di fatto! - fate un finto bicameralismo, senza avere, però, quelle soppesature che la riforma avrebbe garantito. Voi avete detto “no” ai cittadini perché altrimenti veniva meno la democrazia, ma di fatto è costante il fatto che, a seconda di dove inizia la lettura, l'altra Camera non vedrà modificato alcunché del provvedimento perché questo è blindato. Di fatto non è più un bicameralismo e questo lo voglio sottolineare con veemenza, perché mi sembra il minimo dopo tutte le promesse elettorali che state mancando in questo periodo e almeno una scusa ai cittadini, che avete preso in giro dicendo che c'era in ballo la democrazia e, invece, c'era in ballo altro, dovreste dirla.