Dichiarazione di voto
Data: 
Venerdì, 14 Settembre, 2018
Nome: 
Ettore Rosato

A.C. 1117- A

Grazie Presidente. Anche ascoltando gli interventi dei colleghi, io spero che chi è restato in Aula (qualcuno c'era anche dei gruppi di opposizione e comunque qualcuno era obbligato per servizio) avrà apprezzato che non c'è stato nemmeno un intervento ostruzionistico tra i nostri. Non c'è stato un intervento che voleva prendere tempo, non c'è stato nemmeno un intervento in cui c'erano parole vuote. Vi dico che a noi non piace stare qui a perdere tempo. Abbiamo pensato molto se utilizzare una forma di protesta come quella che abbiamo messo in campo dopo la vostra decisione di apporre la fiducia e siamo arrivati alla conclusione che i contenuti di questo provvedimento - ciò non vale su tutti i provvedimenti ma in questo caso vale senz'altro - non sono battaglie del PD. La questione dei vaccini non è una vicenda o una guerra tra la maggioranza e il PD. La vicenda sulle periferie, i tagli sulle periferie non sono tagli al Governo del PD, uno sgarbo al Governo Renzi o Gentiloni, ma sono questioni che attengono, veramente, a un pezzo di società molto più grande, peraltro, un pezzo di società che in parte vi ha anche votato. Vi assicuro che tra quelle mamme preoccupate per le norme sui vaccini, ce ne sono tante che hanno votato anche per i vostri partiti e sono preoccupate sul serio e non è che sono preoccupate perché glielo dice il PD, ma sono preoccupate perché lo dicono i medici, sono preoccupate perché è la scienza che dice che i vaccini servono. Invece voi vi siete affidati a qualche stregone. Ma non è che vi siete affidati a qualche stregone, perché io non penso che tra di voi ci siano persone stupide. Io penso che abbia prevalso la voglia di rompere, la voglia di dimostrare che le regole per voi non valgono e, su questa battaglia, giocate con la vita delle persone. Io, in queste in queste quarantotto ore, ho ascoltato - anche nei lavori di Commissione - alcuni interventi di miei colleghi che hanno parlato con competenza professionale (penso al collega Siani, alla collega Carnevali), oppure con partecipazione personale (cito tra tutti il collega Fragomeni, stanotte per chi lo ha ascoltato), parlando e cercando di parlare anche un po' non solo alla testa ma anche un po' al cuore, al legislatore, a chi deve decidere. 

Il tema di esiliare dei bambini fuori dal loro contesto sociale perché c'è qualcuno che decide che le regole scientifiche non valgono più nel nostro Paese è qualcosa che, francamente, io non riesco a giustificare sotto nessun profilo. Guardate, non si tratta di dire mettiamo i soldi qui o lì: è una cosa che veramente non ha nessuna logica. Per questo noi, su temi come questo, non esitiamo ad andare fino in fondo, perché sappiamo che non stiamo facendo una nostra battaglia.

Sappiamo com'è la politica: ci si muove e dopo non si riesce più a fermarsi. Voi avete fatto partire questo treno sui vaccini e non sapete più come fermarlo. Avevate provato in Commissione e, a un certo punto, abbiamo anche apprezzato pubblicamente il fatto che avevate fatto un passo indietro, dopodiché avete visto qualche titolo di giornale e avete detto: no, questo non lo possiamo sopportare. È meglio che qualche famiglia sopporti qualche disagio - mica è la mia - piuttosto che sopportare il disagio di un titolo di giornale che riporta il fatto che avete cambiato idea. Ma cambiare idea, in politica, non è mica un difetto. Cambiare idea in politica vuol dire, magari, aver ascoltato, non il PD ma magari qualche medico o il Consiglio superiore di sanità. Si è ascoltato? No! Ecco, io penso che questo sia uno dei punti che è stato determinante per noi nel decidere che questo decreto non poteva andare via così, nell'ordinarietà di una battaglia parlamentare, magari con una fiducia dicendoci tra noi: l'importante è andare via mercoledì sera, giovedì pomeriggio o giovedì sera, così nessuno ne sa niente. Noi - penso - abbiamo fatto il nostro dovere. Penso che il vostro dovere sia di approvare i provvedimenti e rispetto la maggioranza quando lavora per approvare i provvedimenti. Siamo stati anche noi maggioranza e provavamo, facevamo quello che dovevamo fare per approvare i provvedimenti, ma senza umiliare l'opposizione. Sfido chi tra di voi era qui in quest'Aula nell'altra legislatura a dire che lavoravamo per umiliare l'opposizione, cosa su cui invece voi qualche sforzo l'avete messo in campo! Ma il nostro dovere è quello di dirvi dove sbagliate: il nostro punto di vista. Vogliamo dirvi dove sbagliate e voi di errori qui ne avete fatti più d'uno.

Sulle periferie, capisco, c'è un problema di bilancio, bisogna fare una scelta, bisogna trovare dove tagliare perché bisogna fare un'altra cosa urgente. Allora, tagliamo una cosa che non condividiamo, tagliamo una cosa che non è nostra. Ma fare ciò per dispetto, come alcuni di voi hanno spiegato in maniera chiara: sapete, ha scelto il PD! Come se fossimo noi ad aver fatto la graduatoria dei bandi delle periferie, come se fossimo noi!

Ho raccontato la vicenda della mia regione: 72 milioni, quattro amministrazioni di centrodestra! Quattro amministrazioni su quattro di centrodestra! L'abbiamo fatti noi i bandi, li abbiamo fatti noi? Li abbiamo scelti noi i quartieri? Li hanno scelti i comuni, i sindaci, che sono andati a firmare a Palazzo Chigi, ma non in quanto politici, in quanto amministratori pubblici del denaro pubblico. Essi hanno avviato la progettazione, hanno fatto gli appalti, ci sono lavori in corso e voi tagliate i soldi? Ma cosa può pensare un cittadino di uno Stato che viene gestito così? Guardate, non è la scelta solo sulle periferie, è la scelta di principio per cui la cosa pubblica viene trattata come una cosa personale di cui sono proprietario: non sono più il gestore, il buon gestore con lo sguardo attento del padre di famiglia, ma diventa cosa mia e ne faccio quello che voglio io. Questo non è accettabile! Signori, fermateli, fermateli! Parlo con persone che sono magari arrivate qui in Parlamento portando il loro entusiasmo, la loro buona fede, anche l'appartenenza a un movimento politico in cui si crede. Penso a qualche amministratore della Lega che è venuto qui perché parte da quell'esperienza ma fermateli quando vedete tutto ciò: non ditegli sempre di sì! Nel mio partito ci sono troppi dibattiti, magari, ma nei vostri non c'è mai uno che dice: basta, stiamo facendo un errore! Ma è mai possibile che non ce ne sia uno, che si tratti dei migranti o che si tratti delle periferie, che si tratta dei vaccini, che parli? Solo qualche piccolo vagito, solo qualche piccolo vagito.

Anche su questo, penso che il senso di responsabilità che ha portato qui - mi rivolgo in particolare ai colleghi del MoVimento 5 Stelle - qualcuno qui in questo Parlamento, con tante buone intenzioni, e io ci credo, perché non penso che chi è in un'altra forza politica, anche mia avversaria, voglia fare il male per il Paese, non l'ho mai pensato, neanche per chi mi è più distante, ha idee opposte alle mie, qualche volta ha idee con cui non posso avere niente in comune, ma non penso che venga qui per fare male al Paese, però, state attenti, se venite qui e tradite completamente quello che avete detto in campagna elettorale, vi dovete porre un problema di coscienza, ve lo dovete porre, voi, un problema di coscienza.

La collega Comaroli della Lega, prima, citandomi nel suo intervento, la ringrazio, ha detto che io penso che noi vogliamo far cadere questo Governo, è vero, noi lavoreremo tutti i giorni per far cadere questo Governo, ma tutti, tutti i giorni. Certo, mica ci inventeremo strane strategie per farlo cadere; noi speriamo che un pezzo di quelli che sostengono questo Governo si rendano conto che sta facendo il contrario, ma voi siete venuti in Parlamento per abbattere le tasse ai ricchi, voi siete venuti in Parlamento per fare il Governo con gli indagati, voi siete venuti in Parlamento per proteggere chi si è preso il malloppo e lo ha messo via (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico)? Siete venuti per questo? Oppure, tutte le cose che il MoVimento 5 Stelle diceva sulla democrazia parlamentare erano uno scherzo?

Ecco, allora, noi lavoreremo, sperando di trovare qualcuno che ascolti queste cose, che non usi, magari, i migranti come ostaggi per andare sul Times, magari, che tenga un po' più a conto la cosa pubblica e che non passi la giornata a fare le dirette Facebook e a occuparsi di quello di cui deve occuparsi.

Ecco, Presidente, noi pensiamo che la nostra battaglia parlamentare sia rispettosa della democrazia e voi l'avete un po' calpestata, un po' troppo, in questi giorni. Presidente, in particolare, mi permetto di rivolgermi a lei e non le faccio nessuna critica, potrei farla, ma non ne faccio neanche una, le faccio un appello, però; Presidente, tenga conto che lei ha una grandissima responsabilità, enorme, perché quello che succede oggi in quest'Aula, non si cancella, si segna, qualche cosa di importante è stata scritta, questa non è una cosa da restare negli annali, però, le forzature, quando sono inutili, soprattutto, e questa volta erano completamente inutili, da parte vostra, da parte della maggioranza erano completamente inutili, le forzature segnano e segnano i rapporti nella politica, tra le persone, nei rapporti parlamentari. Io mi affido a lei, mi appello a lei, perché lei tenga conto sempre della sua terzietà e tenga conto che questo Parlamento deve rappresentare gli interessi di tutti gli italiani, il pensiero di tutti gli italiani; è la forza della democrazia; la forza della democrazia non è solo, e guai se non fosse così, che chi è al Governo possa decidere, la forza della democrazia è anche che chi è all'opposizione abbia il diritto di esprimere le sue ragioni e trovi il modo per farlo in maniera adeguata.

A.C. 1117- A