Dichiarazioni di voto sulla questione di fiducia
Data: 
Giovedì, 21 Luglio, 2016
Nome: 
Marco Carra

A.C. 3926-A/R

Grazie, signor Presidente. Onorevoli colleghi, signor sottosegretario, noi affrontiamo questo voto di fiducia al Governo su un importante provvedimento, che ha conosciuto dei sostanziali miglioramenti nel suo iter parlamentare. Il percorso è stato serio ed impegnativo e per queste ragioni mi sento di ringraziare il relatore, onorevole Antonio Misiani, e la Commissione bilancio per il lavoro fecondo che insieme hanno condotto. Un ringraziamento che estendo anche alle altre Commissioni che hanno affrontato aspetti specifici di questo provvedimento. 
I miglioramenti introdotti hanno, io credo, valorizzato il contributo offerto da tutti i gruppi parlamentari. Hanno valorizzato – e può apparire paradossale dirlo in questa circostanza, durante un voto di fiducia – il ruolo del Parlamento, sminuendo, in questo modo, il valore ed il significato politico della fiducia posta dal Governo. A tal proposito, è bene ricordare che sono stati presentati centinaia di emendamenti, circa mille, oltre 600 ammessi alla discussione, di questi più di cento accolti: emendamenti dei gruppi, del Governo, della Commissione. Lo ribadisco: questa è la dimostrazione evidente che il Parlamento può e deve svolgere un ruolo e, in questi giorni, lo abbiamo fatto su un tema cruciale per il rilancio economico e sociale del Paese e per la ricerca, la continua e costante ricerca di una piena affermazione dei diritti dei cittadini. 
Il tema, appunto, è il rapporto tra Stato ed eutonomie locali. Quante volte ci siamo detti che la ripresa economica e sociale passa anche attraverso una rinnovata capacità degli enti locali di fare investimenti, di operare con maggiore tranquillità, avendo maggiori certezze sul personale, sugli strumenti finanziari ? Quante volte ci siamo detti che la qualità e anche la quantità di servizi erogati, il loro livello e il loro grado di efficienza possono rendere il nostro Paese più giusto e più equo ? Ebbene, io penso che con questo provvedimento facciamo un altro passo in avanti: altro che lamentele, come ci ricordano i colleghi del MoVimento 5 Stelle ! Noi abbiamo fatto un lavoro positivo, propositivo, ascoltando i cittadini, confrontandoci con i cittadini; noi siamo tra i cittadini, senza scorte: smettiamola di dire stupidaggini. 
Dopo le scelte contenute nella legge di stabilità in materia di sostegno agli enti locali, questo provvedimento può essere considerato, dal mio punto di vista, la giusta continuità. Se parliamo di risorse aggiuntive per le province – i 100 milioni per la manutenzione delle strade, i 48 milioni per il funzionamento delle funzioni fondamentali –, di sblocco del turnover nei piccoli comuni, del piano triennale straordinario di assunzioni negli asili nido e nelle scuole dell'infanzia; se parliamo di rideterminazione in positivo delle sanzioni per province e comuni che non hanno rispettato il Patto di stabilità o di aiuti ai comuni per estinguere anticipatamente i mutui contratti con la Cassa depositi e prestiti, oppure se pensiamo al potenziamento dell'attività dei vigili del fuoco, con nuove assunzioni, nuove risorse per l'ammodernamento dei mezzi; se parliamo di rateizzazione dei debiti tributari, dello stop all'addizionale sui diritti di imbarco aeroportuali, dell'estensione dei soggetti beneficiari per l'indennizzo per i danni da particolari sindromi o dello stanziamento di 10 milioni per le vittime del disastro ferroviario di Andria e Corato e, ancora, dell'emendamento ponte sul tema delle concessioni demaniali, marittimi e lacustri, ebbene, se noi parliamo di tutto questo, parliamo di temi che toccano direttamente la vita dei cittadini, delle nostre famiglie e delle imprese. 
Ed ha fatto bene, dal mio punto di vista, la collega Bragantini a rilevare, durante la discussione sulle linee generali, la necessità di dar vita ad una nuova e concreta alleanza tra Stato ed enti locali. Siamo sulla buona strada: dopo gli anni dei tagli e dei vincoli, la tendenza si sta invertendo.
Ebbene, prima di concludere, tocco due aspetti che mi stanno particolarmente a cuore. Anche in questo provvedimento, prevediamo norme importanti per proseguire l'opera di ricostruzione dei territori colpiti dal terremoto del 2012: l'Emilia, il Veneto e la mia terra, il mantovano.  Nel decreto era contenuta la proroga dal 30 giugno al 31 ottobre per l'avvio del pagamento delle tasse delle imprese terremotate con un nuovo e più lungo piano di rientro. Si tratta di ossigeno per le nostre imprese. A questo provvedimento, a questa norma, durante l'esame in Commissione, abbiamo aggiunto l'autorizzazione ad assumere personale con contratti flessibili in deroga alle normative per consentire alle regioni, alle prefetture e ai comuni, in particolare, agli uffici tecnici di continuare fra a dotarsi di personale aggiuntivo per sbrigare le pratiche per la ricostruzione di case e di imprese. Norme per i cittadini. 
Il secondo tema che mi sta a cuore riguarda l'articolo 23, cioè il comparto agricolo e lo spazio rilevante che trova in questo decreto. D'altronde, parlando di territorio, l'agricoltura è strettamente legata al territorio. Sono tre gli ambiti di intervento estremamente significativi: settore suinicolo, settore cerealicolo e settore lattiero-caseario. Temi che non scaldano sicuramente i cuori, ma che, tuttavia, sono molto importanti per il nostro tessuto sociale ed economico. 
Ebbene, per il settore suinicolo abbiamo esteso una misura prevista nella legge di stabilità per il 2015, approvata nel 2014, che prevedeva e che prevede lo stanziamento di 108 milioni di euro per la ristrutturazione del debito delle imprese lattiero-casearie. Da questo momento, da quando cioè il decreto sarà definitivamente convertito in legge, la platea dei possibili beneficiari si estende agli allevatori di suini. 
Settore cerealicolo: qui è stato fatto un ottimo lavoro da parte della Commissione agricoltura in termini unitari. Abbiamo costituito un fondo di 10 milioni a sostegno delle imprese del comparto. Ieri, peraltro, si è tenuto il tavolo nazionale di filiera, guidato dal Ministro Martina, per definire un vero e proprio piano cerealicolo nazionale di sostegno alle imprese del settore. 
Latte. Nel decreto abbiamo stanziato, il Governo ha previsto 20 milioni: 10 milioni per sostenere i produttori di latte in ragione di una pianificazione produttiva e 10 milioni per la distribuzione di latte alle persone indigenti. Misure apprezzate dal comparto.  A queste norme ne abbiamo aggiunte altre durante la discussione in Commissione, la più importante delle quali è la ridefinizione dei criteri di compensazione relativi al pagamento delle multe per il superamento delle quote latte. Stiamo parlando della campagna 2014-2015. Le multe dovute all'Unione europea – era un paradosso – sono pari a 30 milioni ed è quello che con questo decreto pagheranno effettivamente coloro che hanno sforato. Se non avessimo preso questa decisione, la cifra complessiva che si sarebbero accollati gli allevatori sarebbe stata di 100 milioni di euro, in base allo sforamento individuale – è un meccanismo molto tecnico – e in base alla «legge Zaia», la legge che prevedeva la costituzione di un fantomatico fondo. Noi facciamo risparmiare agli allevatori 70 milioni, garantendo equità su un tema come quello delle quote latte, per il quale ci siamo sempre battuti. 
Dopo gli anni – e mi avvio rapidamente alla conclusione – nei quali l'agricoltura è stata merce di scambio politico – cosa che ha prodotto i seri guasti con i quali ancora oggi abbiamo a che fare –, oggi, torna centrale nelle politiche del Governo e del Partito Democratico, offrendo una chiave di lettura dell'agricoltura nuova: non più o non solo un pezzo della nostra economia, ma un bene pubblico, un bene da tutelare, da preservare, da salvaguardare e da rilanciare. Abbiamo invertito la tendenza ed è anche per questa ragione che annuncio il nostro «sì», il nostro voto favorevole alla fiducia al Governo.