Discussione generale
Data: 
Mercoledì, 19 Giugno, 2019
Nome: 
Silvia Fregolent

A.C. 1807-A

Relatrice di minoranza. Signora Presidente, ringrazio il relatore Giulio Centemero per il riconoscimento della pazienza che hanno avuto tutte le opposizioni - io parlo per il Partito Democratico -, perché questo decreto crescita ha avuto un iter veramente complicato, lungo, tortuoso, imbrigliato nelle polemiche infinite tra le forze di maggioranza che continuano a tenere questo Paese in continua campagna elettorale, forse per evitare di far vedere i propri limiti. Ma veniamo al lungo iter di questo decreto: due delibere di approvazione, il 4 e il 23 aprile, le audizioni ai primi di maggio, poi si è cominciato a esaminare il provvedimento a fine maggio e, alla fine, siamo rimasti ostaggio in Commissione fino a qualche giorno fa, ostaggio delle divisioni e della incapacità di risolvere i problemi di questa maggioranza.

Questo delirio dimostra l'inconsistenza, a mio modo di vedere, a modo di vedere del Partito Democratico, della visione di crescita che ha la maggioranza. In fondo, è normale, ci sono due forze politiche che hanno due concetti diametralmente opposti della crescita. Abbiamo la Lega che, come abbiamo visto, concepisce la crescita con quel decreto sblocca cantieri: poche regole, si spera che ai lavoratori non succeda niente, è il mercato a decidere tutto. E, poi, abbiamo i 5 Stelle e la cosiddetta decrescita felice; quante volte, negli scorsi anni, abbiamo sentito in quest'Aula ringhiare contro i fautori del PIL: non si misura l'economia con il PIL, ma con altro, la famosa decrescita felice, no alla TAV, no alla TAP, salvo poi fare mezze marce indietro. Sarà per questa differente visione che questo decreto cosiddetto crescita farà crescere veramente poco il Paese. Nella vostra relazione tecnica, non quindi quello che dice il Partito Democratico, ma nella vostra relazione tecnica, ammettete che lo stimolo aggiuntivo all'economia derivante dal decreto, questo, insieme a quello sblocca cantieri, è pari allo 0,1 per cento del PIL nel 2019 e allo 0,3 per il 2020.

Stiamo parlando di un decreto che fa crescere questo Paese, a discapito di quello che dice il nome, dello 0,1. D'altro canto, in origine, avevate parlato di un decreto “crescita ed investimenti”, ma, poi, la parola investimenti è stata espunta dal titolo ed è rimasta soltanto quella della crescita che, senza gli investimenti, è poca cosa. La stima delle risorse dedicate al provvedimento ammonterebbe a 400 milioni di euro di risorse nette, lo ripeto, 400 milioni di euro. In quest'Aula, oggi, avete rivendicato, anche prima, con la presenza del Presidente Conte, i mirabili progressi della crescita che con questo decreto vi accingete a realizzare e tra l'altro lo state anche rivendicando in assemblee pubbliche, come è successo l'altro giorno in Confartigianato dal Ministro Di Maio; ma, avete detto a quelle persone che vi hanno ascoltato e vi hanno applaudito ieri che i pochi sgravi che avete previsto in questo decreto cominceranno a decorrere da dopo il 2022 e che emerge da questo provvedimento la mancanza assoluta di crescita e di visione del Paese? Avete ripreso qua e là qualche norma di Industria 4.0 che è stata inserita dai Governi PD e che avevate distrutto nella legge di stabilità, salvo dover fare marcia indietro su richiesta delle associazioni dei datori di lavoro che vi hanno chiesto che fine avesse fatto la crescita in questo Paese. Avete copiato, ma avete copiato anche male; il super ammortamento che viene reintrodotto per gli investimenti in beni materiali e strumentali nuovi, è stato peggiorato perché prevede un tetto, a differenza di quello indicato nella legge di stabilità, di 2,5 milioni di euro agli investimenti agevolati, dipendenti sempre dai precedenti Governi Renzi e Gentiloni, la “Patent box” e la “nuova Sabatini”; quindi, questo decreto ha come funzione quella di correggere gli errori della legge di stabilità; non si spiegherebbe altrimenti l'abrogazione della mini Ires, inserita nella legge di bilancio del 2019, che viene completamente abrogata per evidenti difficoltà di applicazione e viene sostituita, da questa disciplina, con misura finalizzata a tassare, con l'applicazione dell'aliquota Ires ridotta gli utili di impresa non distribuiti, in base, appunto, a questo decreto, attraverso un'aliquota agevolata, invece che dell'attuale 24 per cento, del 22,5 nel 2019, del 21,5 nel 2020, del 21 nel 2021, del 20,5 per il 2022 e così via. Quindi, è l'ennesimo cambio di regime per le imprese in pochi mesi, quando, invece, sarebbe necessaria la certezza del regime fiscale applicabile.

Poi, ci sono misure che, al di là delle finalità, sono del tutto velleitarie, ad esempio quella della tutela dei marchi storici, che è stata prima rivendicata con forza dai relatori, che è condivisibile, da un punto di vista di principio, ma che, poi, per come viene applicata, risulta assolutamente inadatta, perché non risulta chiaro quale possa essere l'interesse delle aziende a registrare il marchio e suscitando forti perplessità il veicolo individuato per la tutela delle relative imprese in crisi, stante il fatto che esistono già, a legislazione vigente, modalità di intervento in caso di crisi d'azienda.

 

Veniamo quindi agli spetti più critici di questo provvedimento, che hanno visto il Partito Democratico fare una lotta dura in Commissione: Roma, Alitalia e INAIL. Da una norma che doveva contribuire a chiudere definitivamente la gestione commissariale del comune di Roma, istituita con i Governi di centrodestra, l'articolo 38 si è trasformato, come imposto dalla Lega, in un generico salva comuni in dissesto e pre-dissesto, al di sopra dei 65 mila abitanti, quindi, in fondo, per sei comuni, a discapito di tutti gli altri comuni d'Italia, finanziato con i fondi programmati per Industria 4.0. Quindi, sono stati tolti fondi per Industria 4.0, quindi, per la crescita imprenditoriale di questo Paese, alla faccia di un decreto crescita.Per quanto riguarda Alitalia, si deduce poco sul futuro della compagnia, se non una generica autorizzazione per il MEF ad entrare nel capitale della società, si cancella il termine per la restituzione del prestito ponte di 900 milioni, di cui 650 coperti con aggravio sulle bollette elettriche, altro che riduzione delle tasse, voi siete il Governo delle tasse!

Si tratta, pertanto, di un'operazione messa in campo con strumenti che lasciano perplessi, date le norme che abbiamo nell'Unione europea sugli aiuti di Stato, che non risolvono i problemi dell'azienda e che ha come unica certezza il fatto che saranno gli italiani con l'aumento delle tasse a pagare il salvataggio dell'Alitalia.

Per quanto riguarda l'INAIL i relatori hanno presentato un emendamento con un taglio di 600 milioni dal 2023, facendolo passare per un taglio del costo del lavoro. Si tratta tra l'altro di stabilizzare una norma già presente nella legge di bilancio. Ma si taglia il costo del lavoro, signora Presidente, abbassando le aliquote IRPEF e non risparmiando sulla salute dei lavoratori attraverso un taglio dell'INAIL e, quindi, a farne le spese saranno i lavoratori che hanno subito infortuni.

Il PD ha proposto emendamenti volti a migliorare il provvedimento, proprio perché non abbiamo un atteggiamento ostile per la crescita anzi abbiamo lasciato un Paese che cresceva dell'1,9 e ce lo troviamo in stagnazione. Con l'esclusione dell'emendamento relativo a Radio Radicale - evviva - votato, ad eccezione dei 5 Stelle, da tutte le forze presenti in Commissione e quindi ringrazio la Lega per avere consentito di dare 3 milioni di euro per il 2019 in attesa di arrivare alla gara pubblica che dovrà essere indetta dal Ministero dello Sviluppo economico e di un emendamento sui cosiddetti truffati delle banche, con il quale è data priorità ai rimborsi inferiori ai 50 mila euro, ci avete respinto tutti gli altri emendamenti. Ci avete respinto tutto quello che proponevamo per le imprese, piccole e medie, per i professionisti, per i giovani e per le famiglie, dicendoci che occorreva aspettare la legge di bilancio. Ma come? Quando avete approvato la legge di bilancio a dicembre scorso, alla nostra critica che mancava la crescita, ci avete detto che avreste fatto un decreto ad hoc che doveva essere questo. Arriva un decreto sulla crescita e dite che dobbiamo aspettare una legge di bilancio: ma cos'è, il gioco delle tre carte? Ma per quanto tempo pensate che potrete prendere in giro i cittadini, le famiglie e le imprese?

Dopo l'esame in Commissione il decreto-legge è diventato un decreto omnibus. Come non citare che avete messo una norma fondamentale che gli italiani chiedevano tutti: il rientro degli sportivi che vivono nei Paesi stranieri in Italia, perché, se uno ha una priorità, bisogna perseguirla. Rientro dei cervelli? No. Il rientro dei giovani? No. Il rientro degli sportivi con il quale estendete anche agli sportivi le norme del rientro dei cervelli con l'esenzione del reddito della metà. Insomma è come dire che Sarri per metà verrà pagato dai cittadini italiani: da juventina vi ringrazio, da cittadina mi arrabbio un po'. Oppure la norma sull'acquisto pubblico dell'acquedotto pugliese dove la Lega ha cambiato idea. La politica storica della Lega non era per l'acqua pubblica: oggi è diventata pubblica tout-court come quella dei grillini. Oppure la norma sul salva Banca Popolare di Bari: qui merita parole di chiarezza e di verità. Per anni avete voi, forza nella maggioranza, avvelenato i pozzi della politica proprio sul tema banche: ma i soldi pubblici per salvare le banche, se andiamo noi al Governo. Avete descritto il PD per anni come amici dei banchieri ed esposto alcuni nostri componenti di partito a pubblico ludibrio e poi, andate al Governo, e cosa fate? Prima un decreto Carige uguale al decreto MPS, decreto fatto dal Governo Gentiloni; e poi fa cercate di passare come una riformulazione relativa alle imprese del sud il salvataggio della Banca Popolare di Bari quasi come se vi vergognaste a mettere la faccia dicendo di aver salvato una banca. Ringrazio - non è un ringraziamento di forma ma è di sostanza - Giulio Centemero che in Commissione ha ammesso che si trattava del salvataggio di una banca e dopo la Viceministra Castelli ha aggiunto: salvare una banca del sud è fondamentale perché non si può far fallire un'intera zona del nostro Paese. Evviva, benvenuti nella realtà; evviva la verità; è dal 2016 che mentite agli italiani; si salvano le banche non perché si vogliono salvare i banchieri, gli amici degli amici o perché il PD è colluso con queste forze; si salvano le banche perché non si possono far fallire i territori, i risparmiatori e le imprese, benvenuti nella realtà.

Per concludere, il provvedimento, per vostra stessa ammissione, non provvede alla crescita: lo 0,1 è praticamente zero; dà marchette in giro agli amici degli amici, questo sì; e ancora una volta a farne le spese sono gli italiani che pagheranno più tasse per salvare Alitalia. Benvenuti in questo mondo del cambiamento che più che del cambiamento mi sembra di retroguardia.