Dichiarazione di voto
Data: 
Giovedì, 20 Febbraio, 2020
Nome: 
Maria Anna Madia

A.C. 2325-A/R

 

Presidente, la legge di bilancio ci ha messo al riparo da tempeste finanziarie, frenando la deriva demagogica di chi aveva pensato che i provvedimenti economici si potessero prendere, sondaggi alla mano, alla faccia degli interessi, quelli reali, degli italiani. Io non voglio cadere qui nell'argomento, devo dire a volte anche stucchevole, del rischio spread; ma c'è un dato oggettivo: dati mesi di impazzimento dello spread durante il Governo a guida Matteo Salvini hanno prodotto più spesa dello Stato per interessi sul debito, e di conseguenza meno risorse per scuole, ospedali, tribunali, strade, sicurezza, lavoro.

Diciamola semplice, insomma: la Lega urla, urla “meno tasse”, urla “meno immigrati”, ma di quanto le nostre industrie producano, di cosa producano, della qualità del lavoro, dei servizi resi alle persone non ha la benché minima idea. La Lega ha governato questo Paese per anni, la destra ha governato questo Paese per anni, e lo ha lasciato a pezzi. Matteo Salvini in questo Parlamento è un parlamentare di lungo corso, che si mette in questo periodo una felpa per sembrare più giovane, ma che è già stato protagonista di una stagione, la ricordiamo tutti, quella del 2008-2011: la ricordiamo e sappiamo anche tutti come è andata a finire.

Bene. Il decreto-legge che discutiamo oggi, il decreto-legge “Milleproroghe”, rappresenta una semplice coda della sessione di bilancio: taglio alle tasse sul lavoro, interventi contro l'evasione fiscale, attenzione per gli investimenti del Sud, proroga per la maturazione dei requisiti che i precari della pubblica amministrazione devono avere per essere assunti; su questo specifico punto insisto, perché questa proroga è la proroga di una norma che è stata parte della riforma della pubblica amministrazione dei Governi Renzi e Gentiloni, è una norma che sta funzionando, che sta funzionando molto bene, e per questo l'abbiamo prorogata, che sta riportando un po' di giustizia nella vita di molti servitori dello Stato. E lo voglio ribadire, perché siamo tutti molto contenti che sia stata assunta la dottoressa Colavita, la ricercatrice che all'Istituto Spallanzani ha isolato il Coronavirus (Applausi dei deputati dei gruppi Partito Democratico e MoVimento 5 Stelle), ma quello che sta avvenendo alla dottoressa Colavita giustamente sta avvenendo anche per tutti gli altri precari della pubblica amministrazione (Applausi dei deputati dei gruppi Partito Democratico e MoVimento 5 Stelle).

Chiusa però la discussione sul “Milleproroghe” si apre una fase nuova; o meglio si deve, si dovrebbe aprire una fase nuova. Credo che finora abbiamo limitato i danni, ma che adesso debba arrivare il momento delle scelte: perché i problemi e i bisogni strutturali del Paese devono essere affrontati, perché la prima questione di fondo è la crescita, e perché da questo momento in poi o mettiamo in campo un'agenda economica e sociale che aggredisca con coraggio, con radicalità, con nettezza i veri mali del Paese, o non potremo più dirci soddisfatti.

O saremo in grado, da adesso in poi, di comunicare al Paese il senso di una missione collettiva, a cominciare da noi. Ovviamente, però, in questa missione collettiva ognuno deve fare la sua parte, anche lasciando di lato questa rincorsa miope al consenso immediato, e questo lo vorrei dire ai nostri alleati, oppure prevarrà il populismo della Lega, una visione scioccamente nazionalista dei problemi e i danni saranno molti. Un'Italia ferma su un sentiero di crescita che oscilla intorno allo zero virgola e su un tasso di partecipazione al lavoro molto inferiore a quello dei Paesi sviluppati non può competere nel mondo di oggi e non può dare prospettiva alle generazioni future. Scarsa crescita, lavoro di bassa qualità, disuguaglianze: credo che questo sia il trinomio, strettamente connesso, che deve rappresentare l'agenda politica di cui occuparci.

Francamente - lo dico ai colleghi di maggioranza, anche nel mio partito - la contrapposizione tra crescita e redistribuzione mi pare una discussione del secolo scorso. Se torniamo a infilarci nel dibattito fra socialdemocrazia e terza via, facciamo una discussione in bianco e nero che non coglie il tempo presente; e questo lo sta dicendo persino Tony Blair, che la terza via se l'è inventata, leggete il suo discorso per i 120 anni del Labour. Quindi direi che la nuova fase del Governo deve essere una quarta via, servono coraggio e fantasia per mettere in campo politiche innovative che sostengano la crescita, riconfigurando le tutele sociali. Il futuro della competizione tra Paesi si gioca sui dati, sull'intelligenza artificiale, sulla transizione ecologica. A oggi il controllo e l'utilizzo dei dati, o meglio, i soggetti che detengono il controllo dei nostri dati non sono europei. Servono per questi investimenti pubblici di dimensione nazionale ed europea che facciano da apripista e da volano all'azione dei privati.

Questo lo ribadisco perché aleggia sempre, anche nella discussione su questo “Milleproroghe”, una discussione sul ruolo pubblico nell'economia come fattore di stimolo e di immissione di capitali. Ecco, questa discussione facciamola, ma facciamola fino in fondo, facciamola con scelte conseguenti, perché non si tratta di spendere denaro pubblico in imprese private in perdita. Si tratta di capire - questo è il punto - se riteniamo indispensabile avere un polo pubblico che immetta risorse in settori strategici. Arrivo, poi, al fronte del mercato del lavoro, perché anche qui credo che sia il momento di un'azione seria a tutela dei salari, perché i bassi salari sono diventati una piaga che impoverisce i lavoratori e il sistema produttivo. Oltre ai disoccupati ricordiamoci sempre del numero crescente di lavoratori poveri. Il lavoro povero deve essere per noi un'ossessione; non solo, quindi, il numero di occupati, ma la qualità del lavoro.

Concretizziamo una proposta seria per l'estensione erga omnes dei contratti collettivi, variamo finalmente una legge sulla rappresentanza, discipliniamo anche un salario minimo legale per le aree che restano scoperte dalla contrattazione. Sono in stato avanzato alcuni disegni di legge. La proposta che sembrerebbe dai giornali avanzare il Ministro Catalfo penso che abbia ancora dei problemi, ma credo davvero che questo sia il momento di chiudere su questi punti e di dare risposte concrete ai lavoratori, perché, al di là dei costanti balletti di numeri e dell'impatto che possono avere i diversi provvedimenti, è innegabile che il nostro mercato del lavoro rimane ancora fragile e frammentato, con troppi contratti a termine, troppo part-time involontario, troppe poche donne che partecipano al mercato del lavoro e ancora un problema strutturale di gender pay gap. Su questo c'è una proposta della collega Gribaudo e penso, anche qui, che sarebbe ora di discuterla e approvarla.

Rispetto al welfare si sta discutendo ancora in queste ore di reddito di cittadinanza: credo che qui l'impegno dell'Italia non deve essere tornare indietro, ma deve essere quello di andare avanti (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico), investendo il commissario Gentiloni, che ha una parte di delega importantissima, per uno schema universale di assicurazione contro la povertà. Andiamo avanti, non facciamo passi indietro; questa è una battaglia da fare trovando alleanze con altri Governi, con altri Paesi, penso alla Francia, alla Spagna, al Portogallo. È una battaglia da fare andando anche allo scontro e al conflitto in Europa con i Paesi e i Governi rigoristi.

Nel frattempo, poi, in Italia abbiamo un problema serio di sostenibilità del nostro welfare interno, e anche qui spero che in questo rilancio dell'azione di Governo si possa scegliere sulle pensioni di non fare una discussione tutta sul presente per aggiustare un po' l'esistente, ma di aprire finalmente un confronto non ideologico sul futuro pensionistico di chi oggi, a trenta o quarant'anni, ha o avrà percorsi lavorativi non sempre continuativi, ma dovrebbe, per la sostenibilità di tutti, avere una pensione. Infine, Presidente, e concludo, da qui ai prossimi mesi la maggioranza di cui faccio parte si deve impegnare a un piano strutturale di investimenti massicci sulla formazione. Save the children ci ha fornito anche quest'anno un quadro chiaro: la povertà educativa è un fattore prioritario di disuguaglianza. Ecco perché investire nel sistema scolastico e investire nel sistema formativo è una leva strategica per ricondurre il Paese su un percorso di crescita ed è, al contempo, la migliore assicurazione contro le povertà, contro le disuguaglianze e che possa garantire alle nuove generazioni un futuro.