Dichiarazione di voto finale
Data: 
Giovedì, 9 Ottobre, 2014
Nome: 
Michele Meta

A. C. 731-1588-A

Signor Presidente, intervengo a nome del gruppo del PD per esprimere, non solo il nostro voto positivo, ma anche la soddisfazione per un lavoro iniziato all'inizio di questa legislatura. Furono diversi deputati, di diversi gruppi, a porre la questione di mettere al centro la riforma organica del codice; un codice che data venti anni; un codice generale, fatto di 300 norme; un codice rivisitato con operazioni di restyling, di fronte ad emergenze, una settantina di volte.
  Vi era l'esigenza, pertanto, di mettere mano in modo organico, e io sono molto soddisfatto, perché, al di là del clima di questi giorni, della discussione di oggi, di ieri – quella di ieri ha condizionato quella di oggi –, sono i fatti esterni anche a quest'Aula che hanno rischiato di offuscare il carattere profondamente innovativo di una proposta che contiene diritti e doveri; una proposta che riguarda l'insieme degli italiani.
  Vorrei ricordare che gli automobilisti nel nostro Paese sono 40 milioni e circa 10 milioni di due ruote: pressoché l'intera popolazione italiana. Vi è un problema che riguarda la sicurezza, e la sicurezza è data da tante cose, non solamente dall'apparato delle norme repressive, ma anche dalla prevenzione. Queste proposte ci mettono di fronte alla possibilità di fare un salto di civiltà. Sono proposte che riguardano anche aspetti economici non secondari, perché gli analisti, le fondazioni e gli istituti di ricerca ci dicono che i costi derivanti da questa situazione ammontano a circa un punto e mezzo del PIL italiano.
  Gli incidenti sono centinaia di migliaia. Noi abbiamo ancora un dato, anche se dimezzato rispetto agli impegni assunti in sede europea qualche anno fa, ma ancora 3.500 italiani muoiono sulle strade, tanti feriti. Pertanto, penso che noi, al di là delle incomprensioni, dobbiamo difendere questo punto di vista, perché le ripicche passeranno...Dicevo che le incomprensioni passeranno, le ripicche pure. Mi auguro, su queste questioni, che si rigeneri un clima diverso. Io sono perché, onestamente, si possa apprezzare complessivamente il lavoro fatto anche dalle opposizioni, le opposizioni tutte, anche quelle del MoVimento 5 Stelle.
  In questi dieci mesi di lavoro, di confronto vero, io ritengo che il contributo dato dalle opposizioni, e non solo dalla maggioranza, ha contribuito a rafforzare positivamente i contenuti di questa legge.
  La sicurezza, i diritti, non sono né di destra, né di sinistra, quando ci spogliamo della nostra militanza politica e mettiamo al centro gli interessi legittimi di quella grande comunità.
  Allora, io sono perché si dica la verità; in questa proposta noi non prevediamo l'introduzione dell'omicidio stradale, perché questa è una prerogativa che ha un'altra parte del Parlamento e, qualora si dovesse decidere, lo strumento non è il codice della strada, ma il codice penale.
  Invece, riteniamo di fare la scelta, non d'introdurre l'ergastolo della patente, ma in questa fase, di rispondere, non ad un'ondata di emotività, ma ad una situazione di emergenza, introducendo un semplice principio: chi si rende responsabile di omicidi stradali sotto l'effetto degli alcolici, o sotto l'effetto delle droghe, ha un'altra alternativa per muoversi, sia per recarsi al lavoro, sia per recarsi allo studio, sia per recarsi in vacanza: il mezzo pubblico. Se sei un cittadino che abita in città prendi il bus o la metro, se sei un cittadino che abita fuori, prendi il treno. Io credo che questo sia un principio sacrosanto, un principio giusto che riporta il problema delle sanzioni e delle pene all'interno di una dimensione di certezze.
  Vi invito a riflettere su un altro dato, quello dei controlli e che noi affrontiamo...A volte non è la durezza delle sanzioni o della pena a prevedere il cambio di comportamenti dei cittadini alla guida. A volte – io credo – dipende esclusivamente dai controlli. Ebbene, a fronte di un parco automobili di 40 milioni in Italia, le nostre forze dell'ordine, per ragioni oggettive, svolgono poco più di un milione di controlli. In altri Paesi con un parco macchine come il nostro, o inferiore al nostro, questi controlli si aggirano sui 7, 8 o 9 milioni. Il rischio statistico di essere controllati in Italia è una volta ogni trenta, quarant'anni, pertanto il problema non è esclusivamente quello di inasprire le pene, bisogna farlo, quella è la risposta che contestualmente va data, sapendo che se commetti un'infrazione, un reato, vieni colpito, vieni punito. Questo è successo quando noi abbiamo fatto la campagna sulle cinture di sicurezza, quando abbiamo fatto la campagna della patente a punti, quando abbiamo quasi eliminato la piaga delle stragi del sabato sera. Sono state non solo le norme che prevedevano la confisca dei mezzi, o le altre cose, sono stati anche i controlli accentuati in quella direzione.
  Pertanto, io credo che dobbiamo essere fieri, amici del Movimento 5 Stelle: questa iniziativa di delega nasce dieci mesi fa e dobbiamo ringraziare la sensibilità del Governo che con la sua proposta ha consentito questa confluenza nel testo (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).
  Il Governo tornerà qui prima della fase attuativa e noi ci impegneremo a tornare su queste materie – gli amici del Movimento 5 Stelle lo sanno – con un testo di interventi puntuali che riguarda l'ergastolo della patente, che riguarda anche la possibilità di colpire i quattro milioni di automobilisti che vanno in giro senza assicurazione, provocando danni erariali e la vera grande insicurezza. Grazie al relatore, grazie a tutti, mi pare che abbiamo aperto il grande cantiere della riforma e della sicurezza.