Repliche del relatore e del Governo
Data: 
Venerdì, 26 Settembre, 2014
Nome: 
Paolo Gandolfi

A.C. 731-1588-A

 

Signor Presidente, svolgerò una replica breve perché, in realtà, gli interventi, almeno quelli espressi, hanno tutti condiviso gran parte del lavoro fatto, come del resto era apparso già chiaro durante il lavoro in Commissione. Mi soffermerò rapidamente su quelli che sono stati evidenziati come dubbi. In primo luogo, dal collega Mottola credo che siano state correttamente interpretate tutte le valutazioni, che posso anticipare (le abbiamo già condivise in anticipo durante la discussione e la formazione del Testo unico), relativamente agli eventuali rilievi economici che il nostro lavoro potrà avere. Credo che il parere della Commissione bilancio, in questo senso, forse rischia di essere un po’ troppo «preoccupato» relativamente ad una norma che, in realtà, non ha né la capacità di generare o di produrre investimenti che non siano già previsti dagli enti proprietari delle strade, né di produrre particolari costi di amministrazione. 
L'unico punto su cui era eventualmente presente un aggravamento dei costi di amministrazione era quello relativo al rinnovo della patente degli ultraottantenni su cui c’è stata una discussione e su cui confermo quanto diceva il collega Mottola: intenderemmo chiedere che se ne faccia carico l'amministrazione, ovvero che, visto che noi chiediamo agli ultraottantenni di raddoppiare, di fare annualmente il controllo della patente e non ogni due anni come avveniva prima, questo non avvenga a loro carico. Quindi, insomma, se questo è l'unico rilievo di natura economica, credo che sia accettabile. 
Per il resto, invece, su tutto la parte sanzionatoria, è vero che si chiede di rivederla ed è vero – immagino – che sia difficile stabilire preventivamente quale può essere l'impatto economico, anche perché si parla di amministrazioni diverse dallo Stato, però è altrettanto vero che in più punti si accenna, e con chiarezza, alla necessità di rafforzare il sistema delle sanzioni. Quindi, è immaginabile, che quantomeno complessivamente, le entrate da sanzioni possano essere comunque considerate pari, se da un lato si chiede di rivedere il sistema sanzionatorio – e quindi questo può ammettere anche le ipotesi di riduzioni, non necessariamente lo provvede, ma può ammetterlo – però dall'altro si parla con chiarezza anche dell'incremento dei controlli soprattutto su certe tipologie di infrazione, quelle più pericolose. 
Quindi, diciamo che ritengo che i chiarimenti fatti dal collega Mottola possano essere tranquillamente considerati un'integrazione anche alla mia stessa relazione. Il collega Piso anche lui ha raccontato con molta chiarezza il senso del lavoro che è stato fatto in Commissione e ha espresso alcuni dubbi su cui provo ad intervenire rapidamente. Il primo, relativo alla condizione peculiare che si deve identificare nel caso delle grandi metropoli, delle più grandi città italiane. Credo che lui abbia ragione, noi abbiamo già fatto un primo passo con il testo in questa direzione, chiedendo del codice della strada abbia una sorte disciplina speciale e, comunque, si occupi con più attenzione e con più specificità al tema del traffico urbano. Certamente si può arrivare a determinare sullo stesso filone, come una sorta d'integrazione di questo importante punto introdotto nel testo della delega, che nell'ambito del traffico urbano ci possa essere un'attenzione particolare alla condizione delle principali metropoli italiane. 
Da questo punto di vista rispetto, invece, ai dubbi relativi a un provvedimento accennato, introdotto dalla delega, e a un provvedimento in realtà, presente su un altro testo di legge di modifica del codice della strada che dovremmo trattare a breve – relativo comunque a condizioni di sicurezza che possono incorrere nella convivenza tra il traffico ciclistico e quello automobilistico sia sulle strade normali, sia su quelle dotate di corsia preferenziali – credo che siano valutazioni che saremo in grado di approfondire sotto il profilo tecnico e che la delega lascia ampio margine sia al Ministero prima, che ai comuni dopo, per regolare queste cose nel migliore dei modi.
Quello che possiamo stabilire da subito, con una sorta di patto di chiarezza, riguarda tutti questi provvedimenti, compreso quindi quello non correttamente definito «contromano ciclistico». Io sostengo che sia una delle cose più dannose e pericolose il contromano delle biciclette, quindi non è certo questa la finalità, quanto piuttosto il doppio senso, ovvero la presenza di biciclette, motoveicoli e motocicli nelle corsie preferenziali. 
Diciamo questo come patto: tutti i provvedimenti, questi compresi, devono avere come finalità la sicurezza del traffico, a partire dalla sicurezza dei soggetti più vulnerabili, come dice il testo. Quindi, saremmo folli, se pensassimo di introdurre una norma che al tempo stesso produce un effetto opposto a quello che è nelle nostre finalità iniziali. Sulla base di ciò credo che riusciremo a chiarire meglio i contenuti. 
Il collega Rondini ed il collega Zaratti si sono intrattenuti con valutazioni diverse su un tema contenuto nel codice della strada, anzi su due temi. Uso le definizioni, in parte giornalistiche in parte anche richiamate all'interno di alcuni testi, di omicidio stradale ed ergastolo della patente. 
Sul primo la Commissione trasporti è stata molto attenta. In questo senso è stato molto utile il contributo della Commissione giustizia a chiarire che il codice della strada non ha alcuna ambizione a determinare nuove pene, quanto quella di indicare al Governo la necessità di definire le fattispecie, attraverso cui determinate condizioni del conducente possano essere considerate aggravanti nel senso della colpa. Quindi, che poi alla fine si traduca nell'inserimento nel codice penale dell'omicidio stradale o semplicemente di fattori aggravanti dell'omicidio colposo, dal punto di vista, per così dire, dell'approccio e della discussione che abbiamo svolto noi, è assolutamente indifferente. Entro certi limiti, se non fosse che ovviamente il sentimento delle famiglie vittime della strada – che dobbiamo sempre comunque valutare con la freddezza di chi ha delle responsabilità diverse – aspetta un segnale in questa direzione, noi però non è che abbiamo introdotto o voluto introdurre alcuna tipologia di reato nuovo, quanto piuttosto chiesto che, nel caso di colpa palesata di colui che produce la morte di qualcun altro sulla strada, la cosa sia tenuta in doveroso conto. Alla fin fine, se vogliamo tradurla in termini, bisogna rendere impossibile in questo Paese che chi ha ucciso qualcuno e nel farlo era in una condizione, già da prima di prendere in mano l'automobile o qualsiasi altro veicolo, tale da configurare una condizione di colpa perché non poteva farlo, non se la cavi con la possibilità di tornare a guidare nel giro di pochi mesi, come per esempio è avvenuto di recente a seguito di un procedimento legato alla morte di una tredicenne. 
Non inseguiamo in questo senso alcun populismo. Voglio da questo punto di vista tranquillizzare ed al tempo stesso chiarire il punto della Commissione, però riteniamo che su questo vada fatto un passo di differenziazione con il passato. Non possiamo più permetterci che alcune morti sulla strada trovino la totale impunità o comunque una forma di diminutio o comunque di definizione colposa che probabilmente non si presta, dato che...
Ho praticamente finito, perché l'unico altro punto riguarda l'ergastolo della patente, che è qui richiamato e invece espressamente contenuto in un testo, che non stiamo valutando ora e che arriveremo a valutare a breve, su cui, forse, quindi conviene concentrare l'attenzione. 
In realtà questa è una formula, perché sul tempo e la durata del ritiro della patente si tratterà di dover definire alcune cose, finché parliamo della delega, perché la delega non è ancora una norma ma è un indirizzo. Su questo credo che vi siano molte opinioni convergenti sul fatto che non possa essere automatico. Ha ragione il collega dicendo che lo abbiamo eliminato in generale dall'ordinamento e che non lo possiamo mettere surrettiziamente altrove. Quindi, in linea di principio, siamo d'accordo e – ribadisco – nella delega è possibile modularlo e definire quanto duri. Al di là del termine, forse, converrà esaminare questo punto con più attenzione all'interno invece del provvedimento di modifica del codice della strada, che dovremo vedere a breve, ma sempre in quest'Aula. Quindi forse in quella sede sarà il punto su cui concentrarsi in questo senso.